Bergamo si ferma per ricordare i morti di Covid: l’omaggio dei ministri Crosetto e Schillaci. Gori: «Non facciamoci più trovare impreparati»

Il 18 marzo. La corona di fiori gialla e rossa al Cimitero monumentale e l’inaugurazione del Bosco della Memoria alla Trucca: guarda i video e le foto. Il discorso del sindaco: il grazie all’Esercito e al piano vaccinale. A Nembro l’omaggio sul monte Cereto. Albino, il sindaco Terzi: «Primo 18 marzo fuori dall’emergenza». Al Cimitero monumentale la preghiera interreligiosa.

«Tre anni fa è accaduto qualcosa di spaventoso. Un virus totalmente sconosciuto ci ha trovati impreparati. Le persone sono morte qui come nei Paesi più avanzati. E però qui, alla luce di quanto è successo qui, in questo Paese e in questa parte del Paese, qualcosa dovremmo aver imparato»: il sindaco di Bergamo Giorgio Gori lo ha ricordato nel suo discorso per l’inaugurazione del Bosco della Memoria al Parco della Trucca in questa terza Giornata nazionale per le vittime del coronavirus nella tarda mattinata di sabato 18 marzo. Le note della tromba di Paolo Fresu sono risuonate nel parco composto da 800 alberi e 8 mila narcisi lungo cui si leggono i nomi dei donatori e delle persone a cui è stata dedicata la donazione.

Il ricordo delle vittime del Covid al Bosco della Memoria

Bedolis

Nel suo discorso davanti alle principali istituzioni pubbliche il primo cittadino ha evitato accenni polemici, ad esempio sull’inchiesta, ma in cui non ha taciuto che «dovremmo aver compreso, in generale, il valore insostituibile della salute pubblica, e la necessaria centralità del Servizio sanitario nazionale». «La Missione 6 del Pnrr ci indica come rafforzarlo, attraverso le Case della comunità e gli ospedali di prossimità. Perché però funzionino non sono sufficienti i muri, servono le persone - ha aggiunto -. Oggi invece i medici sono meno di quanti erano tre anni fa, e così gli infermieri. La rete della medicina generale è più fragile, e così i servizi di pronto soccorso».

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Da qui l’appello ad avere un atteggiamento di «silenzio rispettoso ma operoso volto a far sì che la prossima pandemia non ci debba trovare impreparati. «Signori ministri, caro Guido, è così che siamo chiamati ad onorare le vittime che ricordiamo con il Bosco della Memoria - ha concluso davanti ai ministri della Difesa, Guido Crosetto e della Salute, Orazio Schillaci - , è così che possiamo rendere loro giustizia: evitando che ciò che è accaduto nel marzo del 2020 possa nuovamente ripetersi».

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Gori: «Grazie all’Esercito e ai vaccini»

Il sindaco ha voluto ringraziare poi le Forze armate e la vicinanza e il sostegno che prestarono nei momenti drammatici della pandemia quando a Bergamo mancavano i posti per seppellire i morti di Covid. «Grazie dunque all’Esercito per quel servizio pieno di umanità - ha detto Gori ricordando proprio la colonna dell’Esercito del 18 marzo 2020 –. E grazie a chi ha messo in sicurezza le nostre vite, nei mesi successivi, attraverso l’implementazione del piano vaccinale, nelle sue diverse fasi. Il piano vaccinale che il Generale Figliuolo e Guido Bertolaso hanno coordinato per mandato del Governo nazionale e di Regione Lombardia, rispettivamente, ci ha consentito di ripartire, di tornare al lavoro e di ritrovare la nostra vita». Un ringraziamento particolare anche al bergamasco Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore della sanità, in prima linea nella lotta al Covid.

Crosetto: dalle emergenze non si esce da soli

Anche il ministro della Difesa Crosetto ha invitato a un silenzio «rispettoso e operoso» in questa giornata di ricordo, riferendosi all’inchiesta in corso. Si è poi concentrato sul ruolo della Difesa che ha saputo operare in sinergia per uscire dai momenti più bui. «Il dolore ha una funzione: migliorarci per evitare che quello che è successo si ripeta» ha dichiarato ricordando l’immagine dei camion del 18 marzo 2020.

Il Bosco della Memoria: l’inaugurazione e il ricordo alla Trucca. Video di Beppe Bedolis

Schillaci: sanitari, eroi del Covid

Si è commosso con la voce rotta il ministro della Salute Orazio Schillaci: ha ricordato lo «sforzo immane» di medici, infermieri e del personale sanitario, chiamati gli «eroi del Covid, che continuano ad esserlo con discrezione» ha aggiunto con la voce rotta. «Per questo - ha aggiunto mentre i presenti gli hanno fatto un applauso - fa male quando subiscono aggressioni». Con cauto ottimismo, ha poi aggiunto il ministro, «ci stiamo lasciando la pandemia alle spalle. Bisogna investire sul personale e sulla sanità territoriale».

Sono due gli impegni che l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Guido Bertolaso ha preso nel suo discorso alla Trucca. Il primo è di «conservare la memoria di quello che abbiamo vissuto insieme in questi tre anni» cioè «una tragedia che non dobbiamo dimenticare». E il secondo è «prendere l’impegno di rilanciare e riorganizzare la sanità in Italia e per quanto mi riguarda nella nostra Regione».

Il generale Figliuolo: «Bergamo ha saputo risollevarsi»

Intanto il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo ha aperto il proprio intervento alla Camera dei Deputati di giovedì 17 marzo ricordando la sua visita a Bergamo, organizzata dalla Provincia il 23 novembre 2022 nell’ambito del progetto Capitale per sempre e la Giornata Nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus.

Corona di fiori giallo e rossi al cimitero

Una corona di rose gialle e rosse, come i colori di Bergamo, deposta sulla lapide del cimitero monumentale di Bergamo e dedicate alle vittime del Covid. La lettura della preghiera di Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, dedicata a chi non c’è più a causa del coronavirus e ai famigliari che hanno perso in questi tre anni i propri affetti a causa della pandemia. Intorno alle 10.30 di sabato 18 marzo il ministro della Difesa, Guido Crosetto e il ministro della Salute, Orazio Schillaci, hanno reso omaggio alla nostra città così tragicamente colpita dal Covid con un gesto semplice e senza troppe parole.

L’omaggio del ministro Crosetto al Cimitero monumentale di Bergamo. Video di Yuri Colleoni

Accanto a loro le principali istituzioni pubbliche della città, a partire dal sindaco Giorgio Gori e i rappresentanti del Consiglio comunale, il Prefetto di Bergamo, Giuseppe Forlenza, e il Questore, Stanislao Schimera, oltre al ministro del Welfare regionale, Guido Bertolaso. Di lì a poco si sono aperte le porte del cimitero per chi anche oggi vuole dedicare una preghiera ai nostri morti. Nel viale del Cimitero è stata inaugurata la mostra fotografica «Primavera», del fotografo Lorenzo Zelaschi.

La preghiera a Nembro sul monte Cereto

Tanti i momenti di ricordo e commemorazione in questa terza Giornata nazionale in memoria delle vittime del coronavirus anche in provincia. A Nembro, uno dei paesi più tristemente colpiti dal virus, alle 9 una cinquantina di persone (tra cui gli assessori Sara Bergamelli, Francesco Brusamolino, Matteo Morbi e Walter Stancheris) si sono riunite sul monte Cereto, nei pressi della croce collocata qui proprio due anni fa, a ricordo dei tanti nembresi scomparsi nella primavera 2020.

Don Sergio Gamberoni ha curato un momento di preghiera, durante il quale i presenti hanno ricordato i nomi delle persone che intendevano ricordare, in un clima molto raccolto di silenzio e preghiera. La giornata è proseguita con la cerimonia ufficiale di ricordo al memoriale delle vittime, alle 11, alla presenza di numerose autorità locali.

In serata ci sono in programma la Messa a suffragio di tutti i defunti di Covid alle 18 e lo spettacolo messo in scena da medici e infermieri del Papa Giovanni al San Filippo Neri.

Albino:«È il primo 18 marzo fuori dall’emergenza»

Anche Albino si è fermata nella mattinata di sabato 18 marzo riempiendo la piazza del municipio per rendere omaggio alle vittime da Covid. Una cerimonia molto sentita, iniziata alle 11 con il discorso del sindaco Fabio Terzi che ha sottolineato: «Questo è il primo 18 marzo fuori dallo stato di emergenza sanitaria, lo celebriamo con la posa di una targa, fissata sull’obelisco intitolato a Giovanni Battista Moroni. Abbiamo voluto collocarla qui perché tre anni qui fu fatta la prima commemorazione con le bandiere a mezz’asta. Eravamo in sei in un clima surreale». Poi il ringraziamento a «tutti coloro che si sono dati da fare non solo nei mesi più difficili, ma anche dopo».

«Dopo lo smarrimento e dolore per fortuna oggi siamo fuori da tutto questo, grazie anche al vaccino» ha sottolineato Terzi. Con il vicesindaco Daniele Esposito, il primo cittadino ha poi scoperto la targa, al suono del silenzio, poi benedetta dal parroco don Giuseppe Locatelli, di fronte a una piazza piena di gente, con i volontari della Protezione civile e gli alpini in prima fila, insieme alle autorità civili e militari. Tanta commozione durante la lettura della poesia scritta da Amadio Bertocchi in quei terribili mesi del 2020.

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La preghiera interreligiosa: «Insieme, con un cuor solo»

Alle 15,30 al Cimitero monumentale, dove è allestita anche la mostra «Primavera», del fotografo Lorenzo Zelaschi, si è tenuta una preghiera interreligiosa e interconfessionale alla presenza di tutti i rappresentanti delle comunità religiose della città, a cura del Comune di Bergamo e in collaborazione con la Curia vescovile di Bergamo. A rappresentare la Diocesi monsignor Patrizio Rota Scalabrini, per il Comune l’assessore Giacomo Angeloni. «Ringrazio tutto il personale dei servizi cimiteriali e i dipendenti comunali che volontariamente hanno lavorato nel cimitero nei giorni dell’emergenza – ha sottolineato Angeloni prima della preghiera –. La loro dedizione è stata encomiabile. Ringrazio anche Bergamo Onoranze Funebri ed Edizioni Oros che hanno reso possibile la realizzazione della mostra».

«Siamo qui insieme – è il messaggio condiviso da tutte le comunità il 18 marzo 2021 e letto oggi pomeriggio da monsignor Scalabrini – rappresentanti di religioni e confessioni cristiane diverse, a significare come le nostre diversità possono essere riconciliate in una reciproca accoglienza e nel riconoscimento della fraternità che unisce l’intera umanità. Le circostanze attuali pongono le religioni di fronte a una comune domanda: la fede cosa può dare di fronte al dolore dell’umanità? L’esperienza della pandemia ha reso più pressante questa urgenza di ritrovare il compito della religione di fronte alla sofferenza dell’umanità. Siano convinti che le religioni sono chiamate ad offrire una cura dell’anima, portando un messaggio di speranza e di consolazione per lo spirito, senza con ciò volersi sostituire al compito della medicina o della gestione politica. Nel rispetto della varietà delle convinzioni religiose, è di consolazione per la fede sapere che tutto può volgere davvero al Bene dell’umanità, anche quanto facciamo fatica a comprendere. È di consolazione per la fede sapere che non tutto si esaurisce in questa nostra dimensione terrena».

«L’esperienza attuale - prosegue il messaggio - ha reso ancora più evidente alle nostre coscienze che le religioni possono e anzi devono assumersi un compito: porsi al servizio, discreto e intelligente, di un cammino per ritrovare il senso dell’appartenenza ad un’unica umanità, per risvegliare la solidarietà degli uni verso gli altri, come individui, come comunità e come popoli. Trovarci insieme è davvero scegliere l’amore invece che l’indifferenza o addirittura l’ostilità. Questa celebrazione ci ricorda che da sempre le religioni si sono assunte il compito di accompagnare l’elaborazione del lutto. Ora, il poter soddisfare questa profonda necessità dell’animo umano è stato reso particolarmente difficoltoso – e addirittura per molte persone quasi totalmente impedito – dalla pandemia, con tutto ciò che essa ha comportato, come le limitazioni delle espressioni comunitarie e sociali di vicinanza».

Covid, al Cimitero monumentale la mostra del fotografo Lorenzo Zelaschi. Video di Yuri Colleoni

«Il nostro radunarci - conclude - come rappresentanti di comunità religiose diverse, in questo significativo giorno, vuol essere un atto in cui riconosciamo la necessità di riprendere comunitariamente il lutto per i nostri defunti, vittime dirette o indirette della pandemia. Infine, ci stiamo ritrovando – in questo momento di dialogo e ascolto reciproco nella riflessione e nella preghiera – per offrire una voce comune, una testimonianza di come per tutti noi sia preziosa l’eredità dei nostri padri e delle nostre madri, delle generazioni che ci hanno preceduto e che più di tutte hanno pagato il prezzo del contagio. Siamo dunque uniti e unanimi nel dire “grazie” per le persone che ci sono state sottratte dal Covid19 e a cui dobbiamo invece una profonda riconoscenza per il loro servizio alla società civile e alle nostre comunità di fede».

Covid, la preghiera interreligiosa al Cimitero monumentale di Bergamo. Video di Yuri Colleoni

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