È fuggi fuggi dagli appalti pubblici e la Tiraboschi resta «impacchettata»

Bergamo, il Superbonus è la prima scelta, le amministrazioni faticano a trovare le imprese. L’assessore: «Due gare deserte per la biblioteca. Faremo tutto, ma i tempi sono un’incognita».

Gli appalti per le tradizionali asfaltature d’estate continuano a marciare senza intoppi, ma se parliamo di altri cantieri pubblici, la musica cambia. Il Superbonus spopola e le imprese non si fanno scappare la ghiotta occasione nel mercato privato, libere, tra l’altro, dai tanti vincoli delle pubbliche amministrazioni. Trovare qualcuno che ora come ora metta mano alla facciata di un qualsiasi edificio comunale è una missione impossibile, anche a Bergamo. Un esempio? Il cantiere per la messa in sicurezza del fronte a mattoncini della biblioteca Tiraboschi, via San Bernardino. Ormai impacchettata dall’inizio dallo scorso gennaio con tanto di ponteggi (anche questa, merce rara), il Comune non è ancora riuscito ad individuare un’impresa disponibile, dopo due gare andate desolatamente deserte. L’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla non nasconde la preoccupazione e nemmeno la «fatica nel trovare le imprese. Certo, se mi metto nei loro panni, ben venga il Superbonus e il lavoro per tutti, ma da assessore ammetto che sta diventando un problema». Per l’intervento sulla facciata Tiraboschi, necessario per garantire decoro e sicurezza all’edificio disegnato dall’architetto Botta (era il 2019 quando alcuni pezzi di mattoncino capitolavano dall’alto sul marciapiede), gli uffici di Palazzo Frizzoni sono pronti a pubblicare una nuova gara da 450mila euro. Sarà la terza.

Impennata delle materie prime

Il titolare ai Lavori pubblici è «certo che si riuscirà a fare tutto, ma dobbiamo tenere conto di possibili ritardi». I tempi si dilatano e davanti c’è la stagione primavera-estate, nota per l’esplosione dei cantieri in città. E il Superbonus non è l’unico fattore che mette in affanno le amministrazioni. Le difficoltà sono legate anche all’impennata dei costi delle materie prime che lega le mani alle imprese nell’operare ribassi sulla base di gara. Aspetto non secondario, perché con i margini economici recuperati in gara, il Comune riesce solitamente ad ottenere migliorie nei progetti o quanto meno a coprire i cosiddetti «imprevisti». Tra i rincari maggiori il ferro e l’acciaio tondo per cemento armato (schizzato, da novembre 2020 a novembre 2021 del + 226,7%, stima Ance), ma anche i polietileni (+100,9%). Spiega ancora Brembilla: «Oltre a non trovare imprese, i ribassi sono crollati, legati all’incremento vertiginoso dei costi delle materie prime. I ribassi fatti oggi dalle imprese sono contenuti, questo non ci consente di andare a coprire le classiche problematiche che sorgono durante un cantiere. Così dobbiamo procedere con un nuovo finanziamento, senza poter utilizzare le risorse già a disposizione». E mentre c’era un tempo in cui le ditte edili facevano letteralmente a gara per accaparrarsi un appalto pubblico, oggi è fuggi fuggi. C’era la crisi economica, il mercato privato era stagnante e il Comune (come tutti gli enti pubblici) faceva da «salvagente» ricevendo, anche per bandi «banali», decine e decine di proposte. Negli ultimi tempi il numero di buste è risicato: «In generale se prima ricevevamo 10 proposte per una gara, oggi ne riceviamo due. Ma per il cantiere di via Zambonate ne è arrivata addirittura solo una. Fortunatamente con i bandi per assegnare le asfaltature non abbiamo problemi, sono ditte che lavorano principalmente con le amministrazioni comunali». Una situazione che non aiuterà nel rush finale di mandato della Giunta Gori 2. E nemmeno in vista dei cantieri portati dal Pnrr. Ma Brembilla è fiducioso: «Il problema non è tanto il riuscire a fare le cose, ma i tempi. Vedremo passo passo».

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