Ferragosto, 760 soccorsi: «Un minuto per decidere»

IL REPORTAGE. Il Ferragosto con Soreu, la Sala operativa delle Alpi. Al Papa Giovanni al lavoro un medico, infermieri e operatori tecnici per tre province. Coordinati 29 interventi dei 5 elicotteri attivi in regione.

«Si inginocchi di fianco al petto, mani al centro del petto una sopra l’altra. Fatto? Adesso schiacciamo forte trenta volte a questo ritmo: uno, due tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci. Sta respirando il signore?». Da un capo del telefono c’è l’operatrice tecnica della Sala operativa Soreu delle Alpi, all’interno dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, dall’altro c’è una donna che sta soccorrendo un ottantenne in arresto cardiaco. È tornato a casa, si è seduto sul divano e ha perso i sensi. Sono le 11.20 di Ferragosto, fuori fa caldissimo e mentre c’è gente che prepara la grigliata, alla Soreu un medico, 4-5 infermieri e 10 operatori tecnici sono impegnati a gestire le chiamate di soccorso che arrivano dalle province di Bergamo, Brescia e Sondrio. Alla fine della giornata saranno 800, con l’attivazione di 760 missioni di cui 29 con i cinque elicotteri della Lombardia.

Lavoro intenso nel periodo estivo

Mentre la donna al telefono pratica il massaggio cardiaco seguendo le indicazioni dell’operatrice, l’ambulanza infermierizzata sta arrivando. «Se non ce la fa più datevi il cambio» continua l’operatrice, che intanto chiede informazioni sul paziente, scoprendo che è cardiopatico. Poi riprende a contare. Sta dando ai familiari le cosiddette Ipa, istruzioni di pre-arrivo, che consentono di far eseguire le manovre di rianimazione cardiopolmonare nel modo più efficace possibile nell’attesa che arrivino i soccorsi. Che entrano in casa dopo pochi minuti ed è l’infermiera a proseguire il massaggio. Chiama il medico in Sala operativa: c’è Francesco Daminelli, anestesista rianimatore e referente della base elisoccorso di Bergamo.

«Dobbiamo essere tempestivi e allo stesso tempo gestire nel modo migliore le risorse disponibili, a volte abbiamo un solo minuto per individuare la strategia migliore – commenta Francesco Daminelli –. Sono decisioni importanti. Che non prendiamo a cuor leggero, ma che è nostro dovere prendere».

«Dobbiamo essere tempestivi e allo stesso tempo gestire nel modo migliore le risorse disponibili, a volte abbiamo un solo minuto per individuare la strategia migliore – commenta Daminelli –. Sono decisioni importanti. Che non prendiamo a cuor leggero, ma che è nostro dovere prendere».

Soreu, 250 mila chiamate in un anno

Le telefonate arrivano a ritmo continuo, «Nel periodo estivo il territorio gestito da questa sala operativa diventa più impegnativo – prosegue Daminelli – a causa dei flussi turistici. Per noi l’alta stagione coincide con i momenti in cui la popolazione gode del riposo e stacca dal lavoro. Numericamente sono maggioritari gli interventi per causa medica, ma anche i traumi a cui si aggiungono, soprattutto in questi periodi, quelli in montagna e in luoghi impervi. Anche per l’elisoccorso regionale, costituito da cinque basi, questa è alta stagione, da giugno fino a metà settembre».

In un anno alla Soreu delle Alpi arrivano 250mila chiamate. Di queste 180mila diventano soccorsi primari, cioè comportano l’invio di un mezzo di soccorso. Gli operatori tecnici che ricevono le telefonate lavorano utilizzando algoritmi che attribuiscono un codice ad ogni intervento: rosso, giallo, verde, a seconda della gravità.

Leggi il reportage della giornata di Ferragosto tra i soccorritori Soreu sulla copia digitale de L'Eco di Bergamo

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