Fiamme nella valle del Giongo, in azione elicotteri e volontari: 12 ettari bruciati

Canto Alto, l’incendio divampato giovedì 10 febbraio è stato spento nel tardo pomeriggio di venerdì. Impiegati 4 elicotteri, in azione anche 25 volontari dell’anticentio del Parco ei Colli. Si indaga sul dolo. Danni per 200 mila euro.

È stato spento nel tardo pomeriggio di ieri l’incendio divampato giovedì nella Valle del Giongo, una delle due Zone Speciali di Conservazione (Zsc) facenti parte del Parco dei Colli di Bergamo e che si estende tra Sedrina, Villa d’Almè e Sorisole. Un rogo che ha coinvolto, secondo una prima stima, 12 ettari in territorio di Sorisole. «Era da tanti anni – spiega Eugenio Zanchi, funzionario del Parco regionale dei Colli di Bergamo e direttore delle operazioni di spegnimento – che non accadeva un fatto del genere, con 12 ettari bruciati sul versante meridionale della valle del Giongo, zona in cui da terra non si può intervenire perché troppo pericolosa, ripida e rocciosa». In campo per oltre 24 ore i Vigili del fuoco di Bergamo, i Carabinieri forestali e 25 volontari delle squadre parte del servizio antincendio del Parco dei Colli (dei gruppi di Ranica, Villa d’Almè, Sorisole e Torre Boldone) coordinati proprio da Eugenio Zanchi, supportato da Armando Pasetti, volontario del gruppo di Villa d’Almè e direttore delle operazioni di spegnimento. Oltre a 3 elicotteri regionali della Protezione civile di Regione Lombardia e a un elicottero di Stato «Erickson Air Crane S-64» (con capacità di 10 mila litri di acqua) arrivato da Montichiari.

«Abbiamo dovuto per forza chiamare i mezzi aerei, prontamente intervenuti – continua Zanchi –. Gli elicotteri hanno rifornito i cestelli pescando l’acqua al Pighet, dove c’è una vasca sempre piena e per questo ringraziamo la disponibilità del proprietario, e utilizzato la cisterna sotterranea predisposta dal Parco dei Colli di Bergamo in località Galusù a Sorisole, la più vicina alla valle del Giongo». Le operazioni di spegnimento sono iniziate nel pomeriggio di giovedì, continuate poi tutta la notte e si sono concluse nel tardo pomeriggio di ieri. Le squadre di volontari, però, sono rimaste sul posto fino a sera per monitorare la situazione. «Prima di tutto – dichiara il presidente del Parco dei Colli di Bergamo, Oscar Locatelli – voglio ringraziare le squadre di volontari, chi ha fornito e gestito i mezzi di soccorso, le autorità competenti e le forze dell’ordine che stanno indagando sui fatti, per chiarire se si tratti di incendio doloso. Ci tengo a sottolineare che è possibile intervenire con prontezza e professionalità grazie a un lungo lavoro di prevenzione, formazione dei volontari, fornitura delle attrezzature e all’approntamento di vasche di raccoglimento delle acque piovane: interventi e azioni realizzati nel tempo anche grazie ai finanziamenti ottenuti dal Parco dei Colli. Le conseguenze dell’incendio, al momento visibili, ricadono su aree di massima tutela, ora arse e distrutte, per il cui recupero saranno necessari tempo, denaro e lavoro».

«Occorre limitare i danni»

Il danno stimato, tra quello ambientale e costo degli elicotteri, ammonta a circa 200mila euro (ma le stime, secondo quanto comunicato dal Parco sono al ribasso). «Oltre all’impegno per bonificare e ripristinare al più presto queste aree di grande naturalità e per garantire la tutela dei centri abitati non molto lontani – conclude Locatelli –, sarà necessario mettere in campo ulteriori azioni che possano non solo prevenire, ma anche individuare e reprimere eventuali eventi provocati da irresponsabili o addirittura di natura dolosa. Invitiamo tutti i cittadini, soprattutto nei periodi di siccità, a prestare attenzione, a rispettare le norme che vietano l’accensione di qualsiasi tipo di fuoco all’aperto e a segnalare prontamente eventuali episodi, per consentire alle squadre, che ringrazio ancora una volta, di intervenire, limitando i danni e i rischi per la loro incolumità».

L’incendio fa seguito ai 2-3 inneschi di sabato scorso in Val Braghizza, a Ponteranica, vicino al Canto basso, ma spenti subito dall’Antincendio Boschivo della Comunità montana Valle Seriana che era in zona.

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