Gli imprenditori: «La Paladina-Sedrina necessaria e urgente per tenere viva la valle»

IL TEMA. Da Sorisole il no del sindaco Vivi: «Ci sono alternative». Bandera (Almè) invece favorevole: «Qui troppe auto».

Val Brembana

Su una cosa sono tutti d’accordo, amministratori, imprenditori e cittadini: l’accesso viabilistico alla Valle Brembana ha ormai tempi di percorrenza inaccettabili. Va trovata una soluzione, anche celermente, e magari anche provvisoria, in attesa di quella definitiva, ovvero la nuova Paladina-Sedrina, completamento della tangenziale sud di Bergamo.

«Il nuovo tratto della tangenziale sud fino a Paladina non ha risolto nulla, ma si sapeva. Va quindi completato»

«Assolutamente necessaria»

E per gli imprenditori che operano in valle occorre fare presto, che sia una o l’altra soluzione. «Non entro nelle questione tecniche - dice Stefano Scaglia, ad della Scaglia-Indeva di Brembilla (che si trasferirà a Petosino) - ma è evidente che una nuova strada è assolutamente necessaria. Il nuovo tratto della tangenziale sud fino a Paladina non ha risolto nulla, ma si sapeva. Va quindi completato, perché sia l’accesso a Bergamo sia all’autostrada restano complicati. L’auspicio è che il progetto previsto, visto che supportato dagli studi, risolva il problema». In attesa dell’opera, Scaglia sostiene anche che «occorre trovare delle soluzioni a costi minori per migliorare la situazione. Per esempio togliendo il semaforo pedonale che si trova a Villa d’Almè prima della rotatoria di Arlecchino, allargando o raddoppiando tratti di strada laddove possibile».

«La valle è viva»

Una percorrenza più veloce sarebbe «oro» per le aziende di acque minerali della valle, presenti sulla strada ogni giorno con decine di mezzi pesanti: «Bisogna superare la rotatoria di Arlecchino con una variante - dice l’ad del gruppo Bracca, Luca Bordogna -. Vedo e sento i miei autotrasportatori ogni giorno e per noi la situazione è terribile. In valle ci sono i nostri mezzi, della Sanpellegrino, di altre aziende. La valle è viva. Se riuscissimo a tenerla viva sarebbe meglio».

«Un’ora da Sedrina a Villa d’Almè»

Sull’urgenza di una soluzione insiste Massimo Rondi, dell’«Autotrasporti Rondi Andrea» di Bracca, con sede operativa a Zogno, una quarantina di dipendenti. «Oggi (martedì 18 novembre per chi legge, dr) - dice - ho impiegato quasi un’ora da Sedrina a Villa d’Almè. Spesso da Valbrembo al magazzino di Zogno servono più di 40 minuti. Una nuova strada è necessaria quanto urgente. Anche per nostri lavoratori. Abbiamo, per fare un esempio, un magazziniere che arriva da Dalmine: ha deciso di venire al lavoro in moto».

«Le alternative ci sono»

Divergono sulla soluzione due sindaci il cui territorio è interessato dal futuro progetto della Paladina-Sedrina. È per una diversa ipotesi il primo cittadino di Sorisole, Stefano Vivi: «Il progetto che si vuole realizzare è faraonico, il più lungo, costoso e impattante. La strada andrà a squarciare le piane di Sombreno, Petosino, la Brughiera e il Parco dei Colli, il “giardino di Bergamo” come è stato definito. E non risolverà il traffico della Valle Imagna. Le alternative ci sono: il raddoppio delle corsie si può fare, senza espropri, oppure un viadotto che dal Ponte della Regina arriva fino alla Ventolosa che andrebbe a bypassare i centri abitati. La Provincia dovrebbe prendere in considerazione tutte le soluzioni, confrontarle e agire con buon senso».

«Fino a 60mila veicoli al giorno»

Invita ad abbassare i toni dello scontro il sindaco di Almè, Massimo Bandera: «Mi preoccupa che il progetto diventi motivo di divisione anziché di condivisione - dice -. Voglio comunque sottolineare che il progetto prevede per più del 75% un tracciato in galleria e il resto in trincea senza camini. Per vedere la nuova strada servirà un drone. I tratti in trincea potranno essere ulteriormente ridotti. E dire che dividerà il Parco dei Colli in due non è corretto». E poi ricorda quello che il suo paese sopporta ogni giorno: «Qui passano fino a 60mila veicoli - dice - e la zonizzazione acustica ci dice che si superano i 62 decibel di notte. Tutto questo comporta danni alla salute. Il progetto che si vuole realizzare ha dimostrato significativi benefici in termini di minor inquinamento. Guardiamo a Zogno: con la variante oggi è un altro paese». «Bene, peraltro, gli accorgimenti previsti e da noi richiesti intanto, per tamponare il problema, come l’obbligo di svolta o la creazione di corsie di innesto». E le proposte alternative? «Raddoppiare le corsie vorrebbe dire demolire centinaia di case tra Paladina e Villa e con un cantiere in centro a bloccare la valle per dieci anni. Il viadotto sul Brembo? Mi sembra estremamente più impattante».

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