
(Foto di Bedolis)
IL CASO. In un capannone smerciati 12mila litri prelevati dai self-service con carte carburante clonate. Nei guai due imprenditori che lo acquistavano.
Grassobbio
«Una vera e propria stazione di rifornimento abusiva», «dotata di pistola d’erogazione», scrive il gip Federica Gaudino nell’ordinanza di custodia cautelare. È il deposito di via per Orio a Grassobbio nel quale venivano stoccati migliaia di litri di gasolio prelevato con carte carburante clonate. Il combustibile veniva rivenduto mediamente a un euro (contro gli 1,60/1,70 del prezzo ufficiale) ad amici e ad aziende compiacenti da un’organizzazione che è stata smantellata nelle scorse settimane, nell’ambito di un’inchiesta del pm Silvia Marchina.
Sedici gli indagati, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, ricettazione e indebito utilizzo di carte di credito. Per tre di loro sono scattate le misure cautelari: E. E. C., 47 anni, romeno residente a Bergamo, è ai domiciliari (con permesso di andare al lavoro); I. A. M., 36enne romeno già in carcere per un’altra causa, è sottoposto all’obbligo di dimora a Urgnano; nei confronti di F. M., 52, algerino di Petosino (frazione di Sorisole), è stato disposto l’obbligo di firma. Due imprenditori che hanno acquistato migliaia di litri di il gasolio (tra gli 80 e i 90 centesimi al litro il prezzo di favore per loro, secondo quanto raccontato da un indagato) sono stati sottoposti alla misura interdittiva del divieto per un anno di esercizio dell’attività di impresa nel settore in cui operano: M. G., 50 anni, di Sedrina, ritenuto l’amministratore di fatto della ditta di famiglia, un’azienda di Lallio per trasporto e commercio all’ingrosso di rottami ferrosi; e M. D. D., 47, di Bagnatica, legale rappresentante di una società attiva nel noleggio di mezzi pesanti per il movimento terra. Nessuna misura cautelare invece a carico di quello che è accusato di essere il gestore del distributore abusivo, un capannone che coincideva con la base logistica dell’azienda di trasporti di cui è ritenuto l’amministratore e per il quale il pm aveva chiesto il carcere (così come per gli altri tre raggiunti da misure cautelari più blande): N. R. N., 55 anni, di Nembro, in cella da febbraio insieme a I. A. M. per tentata estorsione e danneggiamento dopo l’aggressione a un imprenditore bergamasco.
Come riportato nell’edizione di giovedì 11 luglio del nostro giornale, tutto era nato dopo la denuncia nell’agosto 2024 del responsabile del Settore servizi economali dell’Asst Spedali Civili di Brescia, che si era accorto di cospicue movimentazioni relative alle carte carburante delle tre auto a disposizione della guardia medica. All’inizio si sospettava di dipendenti infedeli, ma verifiche hanno permesso di scoprire che le carte risultavano «in azione» anche quando si trovavano in ospedale. S’è dunque capito che erano state clonate.
Stessa cosa è capitata ad altre 11 aziende pubbliche e private, tra cui l’Ats di Varese e alcune società bergamasche come la Rumi e Siad. I. A. M. ed E. E. C., entrambi con precedenti, sui loro furgoni prelevavano carburante alle stazioni di servizio riversandoli in cisterne capienti mille litri e trasportandolo al capannone di Grassobbio. Dove, con un muletto e «sotto la supervisione di N. N. R», come osserva il gip, il gasolio veniva stipato e spesso portato a domicilio agli acquirenti. Anche F. M., tra l’altro all’epoca sottoposto all’affidamento in prova al servizio sociale, è accusato di aver prelevato carburante con carte clonate. Tra l’altro, l’algerino nel novembre 2017 fu arrestato dalla Polaria di Orio per furto e durante la perquisizione spuntarono numerose tessere carburante. Per questo finì indagato insieme a E. E. C. in un’indagine precedente ma per fatti analoghi.
I litri di gasolio prelevati indebitamente da marzo a ottobre 2024, secondo gli inquirenti, sarebbero 12.592 per un totale di 21.627 euro (3.796 euro all’Asst Spedali Civili). Cinque i distributori dove avvenivano i prelievi (i gestori sono estranei all’indagine): due a Bergamo (Esso di via Grumello e Ip di via San Bernardino), il Q8 di Curno, l’Ip di Monasterolo e un’area di servizio a Cologne (Brescia). Agivano usando il self service, dopo l’orario di chiusura, le domeniche o durante le pause pranzo dei benzinai, di modo che nessuno potesse insospettirsi di pieni anche di 900 litri, come quello del 20.10.24 all’Esso di via Grumello. Qui il 2.11.24 E. C. C. si ferma più di un’ora e sempre qua il 19.10.24 il romeno utilizza contemporaneamente due pompe per riempire la cisterna.
Ai clonatori gli inquirenti non sono per ora riusciti a risalire. Uno degli indagati ha fatto il nome di un italiano di Caravaggio. Sono in corso accertamenti.
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