Il Covid rallenta la lotta all’evasione, ma Bergamo resta quarta in Italia

Nel 2021 il Comune incasserà dalle segnalazioni qualificate 188mila euro: erano 505mila nel 2017. Dal 2008 a oggi recuperati oltre 5 milioni di euro: primi per risorse pro capite. Bene anche Lovere e Scanzo.

Il Covid rallenta anche la lotta all’evasione, ma Bergamo nella caccia ai furbetti del fisco continua a fare scuola. Nel 2020 le somme recuperate si sono praticamente dimezzate rispetto agli anni d’oro (passate dai 505mila euro del 2017 ai 188mila euro dell’anno scorso) - complici anche le difficoltà d’azione legate alla pandemia -, eppure Palafrizzoni resta il quarto Comune d’Italia per «tesoretto» incassato da questa attività dal 2008 a oggi (oltre 5 milioni di euro) e primo per quota pro capite ridistribuita (circa 33 euro per ogni cittadino).

A volte può bastare una targa straniera a far scattare il sospetto. E poi le indagini fanno centro. La lotta all’evasione fiscale è un lavoro di squadra: magari dal fermo di una automobile da parte della polizia locale parte l’input all’ufficio Tributi del Comune e, infine, la segnalazione qualificata all’Agenzia dell’Entrate e alla Guardia di finanza che porta a termine le indagini. Un circolo virtuoso che colloca Bergamo tra i Comuni più efficaci nell’emersione.

I dati
Nel 2021 Palafrizzoni incasserà circa 188mila euro dall’attività svolta, in flessione rispetto alle somme recuperate negli anni precedenti. Erano 190mila euro nel 2019, oltre 309mila nel 2018 e 505mila nel 2017, frutto di un meccanismo stabilito dal ministero per cui il 100% delle risorse recuperate resta ai Comuni.
Il vicesindaco con delega al Bilancio Sergio Gandi non nega il rallentamento dell’ultimo periodo, ma fa notare anche due dati: «Restiamo quarti in Italia per quanto recuperato dal 2008 a oggi (oltre 5 milioni di euro) e primi per importo pro capite, 33,30 euro per ogni cittadino».

Le cause
I motivi del «freno» per l’assessore Gandi sono diversi, e non sono solo legati alle inevitabili ripercussioni della pandemia. «Ci sono anche ragioni indipendenti dall’emergenza sanitaria – spiega Gandi –. Il dato quantitativo notevole di questi anni fa sì che sia sempre più difficile scovare nuovi evasori, perché quando un evasore viene trovato diventa “noto al fisco”. Quando un evasore emerge non c’è più nulla da recuperare e rientra nella platea che versa».

Oltre a questo motivo quasi tautologico, c’è poi una piega particolare che ha preso l’attività di Palafrizzoni. «Dal 2019 – approfondisce il vicesindaco – il Comune ha scelto di concentrarsi sul fenomeno della “eterovestizione”, cioé su quei cittadini che non risiedono a Bergamo ma che hanno qui il centro dei loro affari: dovrebbero essere soggetti alle nostre imposizioni fiscali ma al fisco non risultano. È un iter accertatorio molto complesso, che richiede tempi molto lunghi, da qui i risultati non immediati». Il numero delle segnalazioni qualificate che il Comune ha inviato all’Agenzia delle Entrate e alla Guardia di finanza a oggi non è disponibile. L’elenco di «nomi e cognomi» di società che hanno residenza fiscale all’estero ma che svolgono la loro attività in città è però lungo. «Spesso – fa notare Gandi – gli accertamenti partono dal controllo di un’auto con targa straniera da parte della polizia locale».

Terzo fattore-freno, l’ oggettivo ostacolo rappresentato dallo stop forzato dovuto al Covid. «L’Agenzia delle Entrate – fa presente il vicesindaco – non ha notificato gli atti dal marzo al dicembre 2020, per nove mesi, di fatto, gli accertamenti sono stati bloccati». Il lavoro in team è complesso (coinvolti appunto Comune, Agenzia delle Entrate e Guardia di finanza), tra smart working e priorità data al lavoro ordinario, inevitabile che anche la lotta all’evasione abbia subito una battuta d’arresto.

Le classifiche
Bergamo comunque continua a farsi onore: per somme recuperate è quarta nella serie storica 2008-2020 dopo Milano, Genova e Torino; Brescia è invece sesta nel 2020 (con 225 mila euro), ma anche la Leonessa ha visto dimezzati gli incassi nell’anno del Covid . Posizioni rilevanti nella classifica nazionale occupano anche i Comuni bergamaschi di Lovere (con oltre 975mila euro recuperati dal 2008 al 2020) e Scanzorosciate (oltre 176mila euro nello stesso periodo). Per quanto riguarda gli importi pro capite recuperati il capoluogo è primo (33,30 euro ridistribuiti a ogni cittadino), superando Prato (23,56 euro), Reggio Emilia (20,46) e Rimini (19,99).

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