Il Covid si sta ritirando, ma nel calo dei contagi incide il crollo dei test

L’andamento In una settimana i positivi sono scesi del 9,9% in Bergamasca. Con l’archiviazione del Green pass dal 1° maggio sono diminuiti i tamponi: così non emergono gli asintomatici.

L’immagine plastica è quella impressa nei valori assoluti. I contagi hanno imboccato la direzione di un calo progressivo e costante, sia a livello nazionale sia su scala locale. Ma è una vera «ritirata», quella del virus? In parte sì, ma non del tutto. C’è un’altra voce del bollettino epidemiologico – complementare al numero di nuovi casi giornalieri, e strettamente legata – che suggerisce anche altro: i contagi calano, sì, ma anche perché cala il numero di tamponi. Anzi: i tamponi calano più dei contagi.

I dati regionali

La base di partenza è nei dati regionali. Nell’ultima settimana in Lombardia sono stati segnalati 36.395 nuovi casi, con un calo del 9,92% rispetto ai 40.402 casi diagnosticati nella settimana precedente (1-7 maggio). Sempre negli ultimi sette giorni in Lombardia sono stati eseguiti 261.237 tamponi, il 10,77% in meno rispetto ai 292.790 test della settimana precedente (1-7 maggio). Una prima discrepanza si nota (nell’ultima settimana il calo dei test è stato superiore al calo dei contagi), seppur la forbice sia poco ampia.

Quando la certificazione verde era in vigore, i non vaccinati erano «costretti» a sottoporsi frequentemente al tampone; fisiologicamente, in quei test ripetuti costantemente emergeva anche una quota significativa di positività asintomatiche

Ma occorre tornare indietro di un’altra settimana per consolidare la tendenza: i 40.402 casi del periodo 1-7 maggio evidenziavano una riduzione dei contagi del 14,76% rispetto ai 47.394 casi della settimana precedente (24-30 aprile); ma nel periodo 1-7 maggio (quando sono stati eseguiti 292.790 test) i tamponi sono diminuiti del 19,58% rispetto alla settimana precedente (quando erano stati 364.095 i test). In sintesi: il calo dei tamponi è maggiore del calo dei contagi.

L’effetto Green pass

Il differente andamento si spiega con ciò che è successo a partire dal 1° maggio. Da quel giorno il Green pass è stato «archiviato»: non è più obbligatorio né sui luoghi di lavoro né per accedere a locali, ristoranti, eventi. Quando la certificazione verde era in vigore, i non vaccinati erano «costretti» a sottoporsi frequentemente al tampone; fisiologicamente, in quei test ripetuti costantemente emergeva anche una quota significativa di positività asintomatiche. Ora non si eseguono più quei test: meno tamponi, dunque meno contagi. Potenzialmente – è il sillogismo – più asintomatici non diagnosticati.

In questa seconda settimana di maggio in Lombardia sono stati analizzati in media 37.320 tamponi al giorno, nella prima settimana di maggio si viaggiava a una media di 41.827 test al giorno, nell’ultima settimana di aprile (e ultima settimana di Green pass) i tamponi erano in media 52.014 al giorno. Oggi, in sostanza, si esegue quasi il 30% in meno di test rispetto a due settimane fa.

Il tracciamento

Sul tema della sorveglianza epidemiologica e del tracciamento, tra l’altro, gli ultimi monitoraggi settimanali dell’Istituto superiore di sanità confermano un’«allerta»: il numero di «risorse umane» dedicate a questa attività in Lombardia risulta «sotto soglia» in rapporto alla popolazione; nelle settimane precedenti, invece, risultava anche un’allerta legata alla «quota» di nuovi casi per cui non è stata effettuata «una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti».

Guardare agli ospedali

L’indicatore più oggettivo per osservare l’andamento reale del virus è allora quello della pressione ospedaliera, anche se in realtà tra i ricoverati c’è una quota significativa di pazienti in cura per altra patologia ma col tampone «incidentalmente» positivo. I numeri lombardi – e analogamente anche quelli bergamaschi – indicano che la piccola onda innescatasi a metà marzo, quando ha iniziato a fare la comparsa Omicron 2, si sta contraendo anche sul versante ospedaliero.

Sabato in Lombardia risultavano 969 ricoverati tra reparti ordinari e Terapie intensive, sabato 7 maggio i ricoverati erano invece 1.165 (questa settimana i pazienti sono dunque calati del 16,82%), sabato 30 aprile erano 1.260, sabato 23 aprile se ne contavano 1.215. È particolarmente incoraggiante il quadro delle Terapie intensive, perché da 19 giorni consecutivi i ricoverati in area critica restano sotto le 40 unità: non capitava dalla scorsa estate. Così, è ben diverso lo scenario pandemico. Un anno fa, il 14 maggio 2021, in Lombardia erano invece ricoverate 2.662 persone, di cui ben 411 in Terapia intensiva: le Rianimazioni degli ospedali lombardi allora ospitavano oltre dieci volte i pazienti che oggi necessitano di cura.

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