Il Cup unico slitta di due anni, ma Bergamo farà da apripista

LA DECISIONE. In Commissione, in Regione, Guido Bertolaso ha confermato il rinvio al 2026. Il «Papa Giovanni» resta però nella prima piattaforma in programma nel ’24.

La strada del nuovo Cup sanitario resta in salita e i tempi sembrano allungarsi. Il Centro unico di prenotazione regionale per fissare esami, visite, pagare il ticket e controllare in tempo reale la disponibilità delle singole strutture entrerà a pieno regime infatti solo nel 2026 e nel 2024 la nuova piattaforma partirà solo con otto strutture pubbliche aderenti, tra cui l’ospedale «Papa Giovanni» di Bergamo, mentre permane l’incertezza sull’adesione delle strutture private e la tempistica. E proprio sul cronoprogramma di adesione dei privati sarebbe in corso una mediazione dell’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso, presente alla riunione della commissione Sanità in Regione. Il Cup diventerà operativo nel 2024 con otto ospedali pubblici (oltre al «Papa Giovanni», gli «Spedali Civili» di Brescia, Asst Franciacorta, Garda, Lodi, Crema, Cremona e «Carlo Poma» di Mantova), altri 12 aderiranno nel 2025 e 12 nel 2026. Il progetto per il nuovo Cup si aggira sui 61 milioni di euro in totale e Aria (la partecipata regionale) ha lanciato un bando da 28,1 milioni per la piattaforma.

Le perplessità di Casati: «grave ritardo»

Il consigliere bergamasco Davide Casati (Pd), componente della commissione regionale Sanità, è scettico: «Sul Centro unico di prenotazione i tempi sono troppo lunghi e non vi è alcuna certezza sull’adesione dei privati. Bertolaso ha detto che il Cup unico sarà operativo solo alla fine del 2026, mentre il 22 maggio scorso lo aveva annunciato per il 2024, ammettendo di essersi “sbagliato” quando aveva anticipato che il Cup unificato sarebbe stato a disposizione dei cittadini già alla fine del 2023. Un ulteriore e grave ritardo, considerato che questa Regione attende l’agenda unica da dieci anni. Il nuovo Cup costerà 61 milioni di euro, una cifra enorme che si aggiunge ai milioni già spesi senza alcun risultato negli anni precedenti. L’altro importante problema è l’adesione dei privati – aggiunge Casati –, perché, a oggi, Bertolaso ha dovuto ammettere che non c’è alcuna certezza sulla tempistica della loro adesione al Cup. È chiaro che l’agenda unica senza privati non è un’agenda unica, e il forte rischio che i privati continuino a concentrarsi sulle prestazioni più remunerative a scapito delle altre è un dato oggettivo».

Nessun cambiamento per le visite e le prenotazioni

Per le visite e le prenotazioni all’ospedale «Papa Giovanni» di Bergamo, inserito nella nuova piattaforma regionale nel 2024, non cambierà nulla dal punto di vista operativo. Il problema resta l’adesione alla piattaforma di tutti i 272 enti sanitari presenti in Lombardia, tra ospedali pubblici e privati accreditati. E quindi anche nella Bergamasca.

«Non c’è la granitica certezza che i privati confluiscano nel Cup – ribadisce Casati –. Questo strumento ha senso di esistere se tutte le strutture pubbliche e private accreditate rientrino nel Cup. Per il territorio bergamasco, così come altrove, si dovrebbero avere nel Cup tutte le strutture pubbliche e private accreditate, per avere un quadro preciso nel momento in cui prenoti una vista o un esame in tutta la provincia. Prendiamo atto della presenza dell’ospedale “Papa Giovanni” e va bene, ma resta un grande punto interrogativo sul privato accreditato».

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