In città nasce il «Villaggio di comunità», parte la progettazione

Via Ghirardelli. Nuova vita per l’area (14mila mq) dell’Istituto Sacro Cuore che è stata acquisita dal Fondo Redo Sgr. Oltre agli spazi gestiti dall’ospedale, anche una Residenza per disabili, housing sociale, alloggi per fragili e un asilo.

È un piccolo scrigno di Bergamo, con una lunga storia di educazione e formazione. Il futuro si lega al passato: il complesso dell’Istituto Figlie del Sacro Cuore di Gesù, in via Ghirardelli, ha imboccato il percorso per diventare «Villaggio di comunità», punteggiato da una Casa di comunità, un asilo, alloggi protetti per persone fragili, una residenza sanitaria per disabili, una trentina di appartamenti in housing sociale, un parco. Tradotto in numeri: una nuova vita per 10mila metri quadrati di città (14mila metri quadrati, considerando anche l’area non edificata), per un’operazione attorno ai 20 milioni di euro che rinnova gli esempi di partenariato tra pubblico e privato. I primi sei mesi di quest’anno saranno occupati dalle ultime fasi della progettazione, poi si partirà con i lavori, che prenderanno concretezza su più tappe: la Casa di comunità ha come orizzonte la fine del 2024, il grosso della restante parte dovrebbe terminare per l’anno seguente.

Progetto di rigenerazione urbana ma anche umana

Per Marcella Messina, assessore alle Politiche sociali, si tratta di un «progetto di rigenerazione urbana ma anche umana. Un’esperienza importante per dare nuova vita a un luogo significativo della città (lo storico istituto scolastico del Sacro Cuore affonda infatti le radici nella metà dell’Ottocento, ndr), che ha significato tanto anche per i giovani e l’apprendimento, e che manterrà una vocazione sociale». «Un intervento virtuoso – aggiunge Francesco Valesini, assessore alla Riqualificazione urbana -, che permette di dare nuova vita a una realtà che si era quasi completamente svuotata. Mantenere la sua funzione di servizio, con un mix di destinazioni, è il modo migliore per un intervento di rigenerazione urbana, che associa alla riqualificazione anche delle spiccate finalità sociali». In «cabina di regìa» per la parte immobiliare c’è Redo Sgr, fondo specializzato in progetti votati all’housing sociale cui, il complesso fa capo, dopo il recente passaggio di proprietà: «È un’iniziativa che ha una forte impronta pubblico-privato – premette Paola Delmonte, referente per lo sviluppo corporate di Redo Sgr –. C’è il coinvolgimento del Comune e della Regione, accanto al ruolo di un privato con interesse sociale. Qui non si parla solo di casa, ma di infrastrutture sociali».

Cosa ci sarà

Gli spazi del Sacro Cuore – si lavorerà soprattutto in una ristrutturazione interna degli edifici già esistenti – andranno a ospitare un asilo, una Rsd da 30 posti (sarà gestita dalla cooperativa Lavorare insieme), fino a 15 alloggi per persone fragili (a cura della cooperativa La Bonne Semence), circa 30 appartamenti in housing sociale (qui opererà specificamente Redo, gli alloggi saranno venditi in regime convenzionato con il Comune) e la Casa di comunità (che farà capo all’Asst Papa Giovanni), e troveranno ubicazione anche una sala polivalente, spazi per il coworking e un parco, senza aumenti di volumetrie; rimarrà la chiesa e rimarrà anche una presenza delle suore. «Sarà davvero un “villaggio” – sottolinea Paola Delmonte –, perché l’obiettivo è quello di una sinergia tra diverse attività a forte vocazione sociale e solidale». Il fondo Redo ha già operato in città con altri due interventi, uno in collaborazione con Fondazione CasAmica e uno col Consorzio Sbam (a Colognola). «Bergamo – aggiunge Delmonte – ha già dimostrato di saper valorizzare queste forme di residenzialità che danno nuova vita ai quartieri».

All’interno del «Villaggio»

La Casa di Comunità di via Ghirardelli si aggiungerà a quella già attiva in Borgo Palazzo e a quella che vedrà la luce all’ex Matteo Rota, che fanno capo sempre al «Papa Giovanni»: «Via Ghirardelli è uno degli interventi programmati, ad oggi sono in corso interlocuzioni con il Comune e gli enti preposti», commentano dall’Azienda ospedaliera. La nuova Rsd ospiterà fino a trenta persone con disabilità, con piccoli nuclei abitativi da otto persone ciascuno: «L’idea è quella di proporre un progetto innovativo, con forte attenzione alla dimensione sociale e alla cura degli spazi, alzando la qualità dell’offerta e dialogando con le altre realtà del Villaggio – spiega Valerio Mari, presidente della cooperativa Lavorare Insieme –. Storicamente, le Rsd non venivano collocate in luoghi centrali: questo progetto è diverso, è nel cuore della città. Un passo ulteriore per l’autonomia». Autonomia è anche la parola chiave degli alloggi protetti che verranno realizzati nel complesso per persone in situazione di fragilità: «Il progetto nasce sulla base dell’esperienza che stiamo già portando avanti in via Angelo Mai – ricorda Giovanni Faggioli, presidente della cooperativa La Bonne Semence –, dove ci sono sette appartamenti e un bar. Per queste persone è fondamentale avere spazi idonei, con supporto educativo e sociale. Il Villaggio è una soluzione positiva per le sinergie che si possono creare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA