Infortuni sul lavoro, una strage infinita: 21 morti da gennaio

I DATI. In Lombardia l’aumento più marcato delle vittime è nella Bergamasca. Gli incidenti sono in calo, ma di poco. L’approfondimento di due pagine su L’Eco di Bergamo di martedì 24 ottobre.

I numeri sono da allarme sociale: 21 morti sul lavoro da gennaio nella Bergamasca. E se non bastasse questa cifra secca a restituire la gravità della situazione, ci pensa l’ultimo report Inail a schiarire le idee: nella Bergamasca nei primi otto mesi dell’anno ne sono state presentate 18 (diventate 21 con settembre e ottobre), contro le 10 di gennaio-agosto 2022 (rispetto allo scorso anno l’aumento è dell’80%) e le 12 di gennaio-agosto 2019 (in questo caso la variazione è del +50%).

Il confronto

A destare ulteriore preoccupazione è il confronto con le altre province lombarde. Da gennaio ad agosto nella Bergamasca sono stati denunciati all’Inail 8.740 infortuni sul lavoro, in calo dell’1,8% rispetto agli 8.897 dello stesso periodo del 2022 e con un -3,1% rispetto alle 9.015 denunce di gennaio-agosto 2019, il metro di paragone tra prima e dopo la pandemia. Sempre nei primi otto mesi di quest’anno, l’intera Lombardia ha contato 71.314 denunce per infortunio: la frenata rispetto al 2022 (quando si contarono 90.690 infortuni nei primi otto mesi dell’anno) è decisamente evidente, con un calo del 21,4%. La media regionale consegna dunque una diminuzione consistente degli infortuni, riduzione che invece in Bergamasca è stata appunto minore; nel dettaglio, Bergamo è la provincia in cui questa diminuzione è stata più contenuta, mentre altri territori evidenziano frenate consistenti (-27,9% nella vicina Brescia e -28,3% a Milano, ad esempio).

E anche se il confronto lo si tara sul 2019 il risultato è sostanzialmente analogo: a fronte di una media regionale del -7,8% (tra gennaio-agosto 2019 in Lombardia erano state presentate 77.317 denunce), la frenata della Bergamasca non arriva neanche alla metà di quel trend (-3,1%), e solo la provincia di Lodi fa peggio (-3%).

Gli infortuni mortali

Ancora, la chiave di lettura è la medesima se si restringe il perimetro ai soli infortuni mortali. I numeri crescono nella Bergamasca e anche in Lombardia: in tutta la regione sono state 112 le denunce per «mortali» nei primi otto mesi di quest’anno, in rialzo del 4,7% sul 2022 (107 infortuni mortali) e del 9,8% sul 2019 (102 infortuni mortali). Ma, appunto, la Bergamasca mette a referto una crescita ben più drammatica (+80% rispetto al 2022 e +50% sul 2019). La provincia di Bergamo ha contato 8 infortuni mortali in più rispetto allo scorso anno, e in valore assoluto nessuna provincia ha fatto peggio; sempre guardando al valore assoluto, i 6 infortuni mortali in più rispetto al 2019 consegnano anche in questo caso l’aumento più considerevole.

Età media 35 anni e mezzo

I «dati aperti» dell’Inail consentono di tracciare un profilo delle denunce per infortuni avvenuti nel corso di quest’anno, sempre sino a fine agosto. Delle 8.740 pratiche avviate, 6.006 riguardano lavoratori uomini (il 69%) e 2.734 lavoratrici donne (il 31%); l’età media è attorno ai 35 anni e mezzo. Sono 7.601 le denunce per infortuni «in occasione di lavoro», cioè il lavoratore mentre si trovava in azienda o stava comunque svolgendo – al di fuori della sede – delle attività connesse alla sua mansione, a cui si aggiungono le altre 1.139 denunce che riguardano infortuni «in itinere» (appunto nel tragitto casa-lavoro).

Quanto ai settori di attività economica (non per tutti gli infortuni è specificato questo dato), 2.049 denunce sono legate al manifatturiero, 542 al commercio, 518 alle costruzioni, 456 all’ambito dei trasporti e magazzinaggio delle merci, 320 alla sanità e all’assistenza sociale.

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