Infortuni sul lavoro, triste primato per la Lombardia. I dati di Bergamo

L’analisi.Nel periodo compreso tra gennaio e ottobre crescono del 40 % le denunce d’infortunio rispetto al 2021: alla Lombardia il triste primato per morti e infortuni sul lavoro.

I dati Inail pubblicati, riguardanti il periodo gennaio/ottobre 2022, rilevano 111.819 denunce d’infortunio in Lombardia, con una crescita del 40% rispetto allo stesso periodo del 2021 (82.225). Le denunce di infortunio in regione fino a ottobre state poco più di un quinto di quelle su base nazionale. Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono ad ottobre 148, più di 3 ogni settimana, 8 decessi in più rispetto al 2021.

Cisl Lombardia ritiene indispensabile, quindi, un rafforzamento dei controlli e la formazione in materia di sicurezza e prevenzione nei luoghi di lavoro. L’87% delle denunce in Lombardia (97.054) sono infortuni che hanno luogo in occasione di lavoro, il resto si riferisce ad accadimenti infortunistici nel percorso casa-lavoro. «Sanità e assistenza sociale» è il settore di attività che rileva il picco maggiore di denunce d’infortunio (13mila quest’anno, a fronte di un dato di 4.389 denunce nello stesso periodo del 2021).

La provincia di Milano, con 40.140 denunce d’infortunio e il 36% degli infortuni totali su base regionale, in crescita del 49% rispetto al 2021, registra il triste primato di denunce d’infortunio nel periodo gennaio/ottobre 2022, a confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente

La provincia di Milano, con 40.140 denunce d’infortunio e il 36% degli infortuni totali su base regionale, in crescita del 49% rispetto al 2021, registra il triste primato di denunce d’infortunio nel periodo gennaio/ottobre 2022, a confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente. Seguono Brescia (17.148, +51,5%), Bergamo (11.200, +17,8%), Monza e Brianza (8.461, 46%), Varese (8.318, + 21%). In aumento sono anche le denunce di malattia professionale, che, pur essendo un dato condizionato da perduranti difficoltà di emersione, rilevano sul periodo gennaio-ottobre 2.662 denunce (2.346 nel 2021).

Questa è solo la punta dell’iceberg che non rileva le migliaia di quasi-infortunio né può dare conto della mancata emersione delle malattie professionali per omessa denuncia, ma che nell’insieme denota un chiaro peggioramento della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro.

«C’è stata una inadeguata attività di prevenzione sia sotto il profilo organizzativo e di gestione dei rischi specifici nelle aziende, sia rispetto a insufficienti controlli, in carenza di personale, da parte degli organi preposti - sostiene Ugo Duci, segretario generale della Cisl lombarda -. Le varie parti coinvolte, quali Regione Lombardia, istituzioni pubbliche preposte alle attività di vigilanza, datori di lavoro e tutte le figure aziendali della prevenzione, devono cooperare per rendere efficace la conformità alle norme antinfortunistiche in azienda o in cantiere e le buone prassi per garantire prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro».

«È necessario - conclude Duci - che vengano investite le risorse destinate obbligatoriamente alla prevenzione, aumentando gli organici dei servizi preposti alla vigilanza e si rafforzino le attività di controllo; si sviluppino percorsi formativi in materia di sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro, in modalità congiunta, coinvolgendo altresì il datore di lavoro, e con l’utilizzo diffuso in azienda anche dei break formativi; si intervenga già a partire dalla scuola, per attrarre i giovani ai corsi universitari per le professionalità della prevenzione di cui in Lombardia c’è estremo bisogno».

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