
(Foto di Lorenzo Catania)
LA SPACCATA. Nella notte tra giovedì 29 e venerdì 30 maggio ignoti sono entrati nello storico ritrovo dei tifosi nerazzurri proprio di fronte al Gewiss Stadium. Più ingente il danno del bottino.
Bergamo
Due vetri rotti, su due diversi lati del locale: quello nella parte inferiore della porta d’ingresso principale, e poi un buco, della grandezza di poco più di un pugno, in una finestra nella zona della veranda.
È stata una notte movimentata al Baretto, lo storico punto di ritrovo dei tifosi atalantini proprio di fronte al Gewiss Stadium, dove nella notte tra giovedì 29 e venerdì 30 maggio si è verificata una spaccata da parte di ignoti. Un atto vandalico più che un tentativo finalizzato alla rapina vista l’entità del bottino: un salvadanaio per le mance. È successo intorno alle 2, l’orario in cui la titolare Sara Mazzoleni è stata svegliata dalla telefonata sul cellulare dell’antifurto.
Gli agenti della Questura sono intervenuti e stanno visionando i filmati delle telecamere - numerose nella zona dello stadio - per risalire ai responsabili. È amareggiata Sara Mazzoleni, la proprietaria del Baretto, ma più per il danno subito alle vetrate che per il furto.
«La cosa che mi fa più arrabbiare, la scocciatura più grande, è il danno ai vetri. Mi dispiace per loro, ma le mance a Bergamo non sono così redditizie» afferma Sara, che preferisce prendere l’episodio con ironia.
I vandali, racconta, hanno peraltro tentato di rubare anche un secondo barattolo di latta, pensando fosse pieno di monete. «Hanno visto che non c’era nulla e lo hanno lasciato sui tavolini esterni del bar» dice. La titolare la prende di nuovo con filosofia: «Non metteremo più salvadanai, tanto non sono una grande fonte di ricchezza». Poi però si fa più seria. «La vita in generale non è più sicura. Le sensazioni mentre si lavora sono cambiate. Pur non avendo paura e non volevo vivere con l’angoscia, si vede come l’atteggiamento delle persone è cambiato - conclude -, di quanto la gente è diventata ancora più fragile».
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