Legalità in strada con «On the road», dal 2007 a oggi 850 giovani protagonisti

L’evento. Il progetto ha compiuto 15 anni. I ragazzi fianco a fianco con agenti e soccorritori in servizio. Il plauso del ministro dell’Interno, Piantedosi.

La celebrazione dei 15 anni dell’associazione «Ragazzi On the Road» inizia con i racconti e le testimonianze più belle, quelle dei giovani scesi in strada negli ultimi mesi per vivere un’esperienza unica. Dal 2007 sono 850 i ragazzi tra i 16 e i 20 anni che hanno partecipato al format, fianco a fianco con agenti e soccorritori. C’è chi, da grande, aspira ad indossare la divisa o a diventare un soccorritore, mentre altri iniziano il progetto per riscattarsi, magari dopo aver perso la patente per un bicchiere di troppo.

Educare «On the Road» è una sfida possibile, testimoniata da 15 anni di duro lavoro, riassunti durante l’evento celebrativo organizzato venerdì 11 novembre al Centro congressi Papa Giovanni XXIII. La platea ha accolto circa 400 persone tra giovani, autorità, rappresentanti istituzionali e forze di polizia, a moderare l’incontro i giornalisti Fulvio Giuliani e Davide Giacalone. Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha inviato un messaggio di plauso per il meritevole impegno e sulla missione dell’associazione, presieduta da Egidio Provenzi, e nata dopo l’ennesimo incidente, su spunto del giornalista Alessandro Invernici, vicepresidente di «Ragazzi On the Road», e dell’agente di Polizia Locale, Giuseppe Fuschino.

«Le iniziative di educazione alla legalità e alla sicurezza stradale – ha scritto Piantedosi – sono di fondamentale importanza per accrescere negli adolescenti una maggiore responsabilità e senso civico ed avvicinarli alle istituzioni». Anche il sottosegretario Nicola Molteni ha manifestato «la più ampia condivisione del progetto, che prevede anche la gestione delle emergenze senza filtri, per affiancare i giovani in cammino verso l’età adulta». All’incontro sono intervenuti il viceprefetto aggiunto, Domenico Marino; l’assessore regionale Claudia Terzi, il consigliere regionale della segreteria di presidenza, Giovanni Malanchini, i consiglieri regionali Paolo Franco, Jacopo Scandella e Alex Galizzi, insieme a Fiorella Daniele, dell’assessorato Sicurezza di Regione Lombardia. Per la Provincia di Bergamo ha preso la parola Giorgia Gandossi, per il Comune di Bergamo il vicesindaco Sergio Gandi e la comandante della Polizia locale, Gabriella Messina. All’evento sono intervenuti anche Camillo Andreana, prefetto emerito di Bergamo e Milano, Mirella Pontiggia, comandante della Polizia stradale di Bergamo e Valerio Bettoni, presidente di Aci Bergamo.

Più di cento studenti hanno partecipato alla mattinata toccando con mano gli obiettivi del progetto socio-educativo, visto come «incubatore di legalità». Sono stati anche donati cinque defibrillatori, grazie al sostegno della Fondazione Credito Bergamasco, ad altrettante istituzioni: Tribunale di Bergamo, Polizia stradale di Bergamo, Associazione Polizia locale della Provincia di Bergamo e della Provincia di Brescia, oltre al Comando provinciale dei Carabinieri di Bergamo. E anche Domitys Quarto Verde ha deciso di festeggiare l’anniversario, con la direttrice della struttura, Orietta Coppi, che ha regalato un defibrillatore all’associazione. L’Università degli studi di Bergamo e lo Iusve di Venezia, due realtà importanti per l’associazione, sono state rappresentate da due studenti, ex reporter e tirocinanti del progetto, che hanno presentato le loro tesi. Per Bergamo è intervenuto il prorettore Elisabetta Bani ed è stato ricordato il docente Marco Sirtori, mancato lo scorso luglio, al quale verrà dedicata una borsa di studio.

Nella seconda parte della mattinata è stata anche ricordata l’esperienza in eliambulanza, con l’intervento di Oliviero Valoti, Direttore di AAT di Bergamo, insieme a Gianluca Marconi, che ha portato i saluti del dg di Areu, Alberto Zoli, seguiti da Maria Beatrice Stasi, direttore generale della Asst Papa Giovanni XXIII. Per i 15 anni è stato presentato in anteprima il libro «Bulldriver. Conducenti che aggrediscono», scritto dal comandante della Polizia provinciale Flavio Lucio Rossio, con il case study del progetto, un nuovo logo e il brano a cura di Università Canta.

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