
Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 09 Maggio 2025
La gioia dei bergamaschi in missione in America Latina: «Il nuovo Papa ha respirato la nostra stessa aria» - Foto
L’ELEZIONE DI PREVOST. Dalla Bolivia don Giavarini ha saputo del nuovo Papa durante la Messa in ricordo di Bergoglio. «Un grande legame con tutta l’America Latina».
Si trovava a prendere il caffè insieme al suo Vescovo e a una quindicina di altri preti, dopo la Messa celebrata in ricordo di Papa Francesco, quando i cellulari hanno dato subito la notizia della fumata bianca ed è arrivato, nei minuti successivi, il nome del Pontefice: don Riccardo Giavarini, originario di Telgate, da una vita in missione in Bolivia (prima come laico, poi come sacerdote), è attualmente parroco di Villa Dolores, nel centro della città di El Alto, in Bolivia. «Il nostro Vescovo Giovanni Edgar Arana ha scelto di celebrare qui, nella mia parrocchia, una Messa in ricordo di Bergoglio, per custodire la ricchezza del messaggio che ci ha lasciato», racconta al telefono, quando in Bolivia è primo pomeriggio (il fuso orario è di sei ore indietro rispetto all’Italia) dell’8 maggio.
Il ricordo di Bergoglio
«Abbiamo concelebrato in quindici preti insieme al nostro Vescovo – riferisce ancora don Giavarini –. C’erano diversi religiosi e religiose, ma anche ragazzi con disabilità, migranti, persone abbandonate e ragazzi di strada, quelli che Papa Francesco definiva le persone scartate dalla società». Dopo la Messa, «mentre stavamo prendendo il caffè insieme, qualcuno ha visto la notizia della fumata bianca e abbiamo poi aspettato tutti insieme di sapere chi fosse il nuovo pontefice».
Missionario in Perù
Tra i presbiteri boliviani l’atteggiamento è stato, come ad ogni latitudine, di «grande curiosità»: «Abbiamo avuto poi tutti una buona impressione quando abbiamo saputo il nome - riferisce ancora il sacerdote, oggi settantenne -. Innanzitutto perché Robert Francis Prevost ha lavorato per vent’anni qui in Perù, vicino a noi , dunque è sicuramente dentro la problematica latinoamericana: ha respirato i grossi venti rinnovatori degli eventi ecclesiali importanti che si sono vissuti nel nostro continente negli ultimi anni, da Santo Domingo ad Aparecida». Occasioni che - secondo Giavarini – hanno rimesso al centro «temi come la centralità dei poveri, la giustizia, l’attenzione all’ambiente, l’inclusione dei settori emarginati, l’attenzione alle grandi problematiche della gente: sicuramente lui è imbevuto di questa mentalità».
«Abbiamo la speranza che raccolga le redini lasciate dal suo predecessore, cominciando a guidare la Chiesa sulle orme tracciate con lo stile di vicinanza alla gente, dell’essere Chiesa in uscita, che va alle periferie esistenziali, che “ha addosso l’odore di pecora”, che lavora come “ospedale da campo”»
Giavarini, che, oltre alla cura pastorale della sua parrocchia, si occupa nel suo ministero anche dei migranti, delle donne che sono vittime di tratta (è presidente di una fondazione che opera su questo terreno) e di carcerati (è coordinatore nazionale della pastorale carceraria), vede inoltre come «segno di speranza», nella scelta del Pontefice, «il fatto che nel suo primo discorso abbia citato più volte Papa Francesco».
«Speriamo sia attento a tutte le persone»
Si tratta, infatti, di un ulteriore elemento che va a rinsaldare il legame tra il successore di Pietro e la Chiesa dell’America latina: «Abbiamo la speranza che raccolga le redini lasciate dal suo predecessore, cominciando a guidare la Chiesa sulle orme tracciate con lo stile di vicinanza alla gente, dell’essere Chiesa in uscita, che va alle periferie esistenziali, che “ha addosso l’odore di pecora”, che lavora come “ospedale da campo”. Papa Francesco ci ha insegnato ad essere attenti alla presenza di Dio nei segni dei tempi, nelle persone che incontriamo che hanno la vita in pericolo o sono private di diritti fondamentali».
Dunque don Riccardo Giavarini, che pure non ha mai conosciuto direttamente il nuovo pontefice, nemmeno negli anni che quest’ultimo ha trascorso in Perù, non nasconde che «la prima impressione che abbiamo avuto qui in Bolivia è molto positiva».
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