La Giunta approva il nuovo Pgt, dall’8 aprile in Consiglio comunale

BERGAMO. Il documento definirà lo sviluppo di Bergamo per i prossimi 10 anni, dalle infrastrutture al verde e ai servizi pubblici. Previste cinque sedute in una settimana.

La Giunta di Bergamo ha approvato giovedì 28 marzo il Piano di Governo del Territorio, il documento che definirà lo sviluppo di Bergamo da qui ai prossimi 10 anni. «La Bergamo di domani – si legge in una nota del Comune – sarà più sostenibile, più inclusiva e più attrattiva: su queste tre direttrici principali si è sviluppato il lavoro che ha portato alla stesura del nuovo Piano di Governo del Territorio, composto da ben 130 documenti diversi e che tornerà, nella sua versione definitiva – ovvero quella che ha tenuto conto di osservazioni da parte dei cittadini e controdeduzioni degli uffici – sui tavoli del Consiglio Comunale dopo Pasqua per la sua approvazione definitiva».

La maratona in Consiglio

Si parte in Commissione martedì 2 aprile, saranno poi ben 5 i Consigli previsti in vista dall’approvazione del nuovo Piano: si parte lunedì 8 aprile e si proseguirà martedì 9 con la presentazione del Piano. Mercoledì 10 e giovedì 11 discussione in aula, chiusura con le repliche venerdì 12 aprile. Si chiuderà, conseguentemente, un lavoro durato oltre tre anni e iniziato il 9 gennaio 2021 con il primo evento pubblico – allora online per via delle limitazioni Covid19 – per presentare alla città gli obiettivi e le strategie del nuovo Piano e il suo percorso di partecipazione (che ha previsto 2 eventi pubblici, 21 incontri di quartiere, 3 tavoli tematici, 5 eventi di restituzione e tutta la fase di raccolta di suggerimenti, proposte e suggerimenti da parte della cittadinanza e delle associazioni). Entro la fine dello scorso anno sono state depositate, per via telematica, circa 200 osservazioni, un numero non particolarmente elevato se si considera che si tratta di quasi un terzo delle circa 600 arrivate in occasione dell’iter di approvazione del precedente Piano, risalente a 2010, adottato dall’amministrazione Bruni e approvato da quella Tentorio.

Il commento dell’assessore Valesini

«Dopo tre anni di lavoro arriviamo a conclusione di uno dei più impegnativi progetti di questi 10 anni, che ci consente di restituire una visione chiara e completa dello sviluppo futuro della nostra città. - dichiara l’assessore all’Urbanistica Francesco Valesini -. Il nuovo Piano consente infatti finalmente all’Amministrazione comunale di dotarsi di uno strumento di governo del territorio cittadino all’altezza di tempi che stiamo vivendo, consolidando in modo più sistematico quanto già fatto in molte delle operazioni promosse in modo più puntuale in città sul tema della riqualificazione e rigenerazione urbana e superando finalmente la difficile gestione delle precedenti previsioni urbanistiche del vecchio piano urbanistico, approvato ormai più di dieci anni fa, che abbiamo dovuto in molti casi inevitabilmente gestire, condizionando le scelte della stessa Amministrazione. Ora siamo di fronte ad uno strumento urbanistico che sa leggere con sguardo nuovo e aggiornato le molte sfide che incidono profondamente sulla qualità di vita della nostra città e del suo territorio. Il numero tutto sommato contenuto di osservazioni rispetto al passato ci conferma la correttezza e la validità di quanto abbiamo promosso in questi anni e della lettura che si è data, con questo nuovo Piano urbanistico, dei cambiamenti e delle trasformazioni in corso».

Il nuovo piano

«Il piano Gori – prosegue la nota di Palazzo Frizzoni – non è una variante di quello precedente, adottato dall’Amministrazione Bruni e approvato da quella Tentorio, ma un Piano completamente nuovo, che cambia radicalmente, dopo 13 anni, i contenuti, gli strumenti e le finalità del documento strategico di sviluppo della città». La città «si trasforma su se stessa – evidenzia l’amministrazione spiegando gli obiettivi del Piano –: senza più espandere il territorio edificato e ripensando gli strumenti di gestione e governo della città costruita esistente. Infrastrutture e spazio pubblico al centro dello sviluppo: mobilità e accessibilità ragione e fondamento della trasformazione urbanistica della città. Valorizzare l’ambiente: si ripensa e si aggiorna il grande progetto della Cintura verde e si ampliano e rafforzano le forme di tutela e salvaguardia del territorio. I servizi pubblici esistenti al centro di un nuovo welfare urbano: un nuovo modello per migliorare la città pubblica. La cultura motore dello sviluppo: valorizzazione del patrimonio edilizio a fini culturali e Cultural trail».

Taglio al consumo di suolo

Con il nuovo Pgt si tagliano 1,15 milioni di metri cubi di edificabilità. «Gli ambiti di trasformazione vengono ridotti drasticamente a soli tre: Porta Sud, l’ex Gres e l’ex Reggiani, tutte grandi aree dismesse ancora da riconquistare per ricucire il tessuto urbano della città. Tutti gli altri ambiti – erano addirittura 41 nel piano vigente – vengono cancellati laddove previsti su suolo libero, mentre i restanti passano nel Piano delle Regole, sottoposti quindi a un sistema di norme più vincolate ma anche maggiormente semplificato che punta a densificare la città e a migliorarne la qualità urbana. La città quindi si trasforma migliorandosi, non espandendosi».

Nuovo Parco di 3,3 milioni di mq

Il Pgt prevede di rafforzare il livello di protezione del sistema ambientale esterno al tessuto urbano esistente, incrementando di altri 3,3 milioni di mq di territorio l’estensione attuale del Parco dei Colli. Nasce, quindi, una nuova vasta area verde denominata «Parco delle Piane Agricole», che si estende dalla Valle di Astino abbraccia la città a sud fino alla Martinella - attraverso una serie di stanze verdi che passano dal Parco Martin Lutero alla Trucca al Parco Ovest, al sistema dei Corpi Santi. Per poter rafforzare questo spazio, il Piano prevede il consolidamento di tutte quelle aree che compongono il sistema ambientale a sud della città, attraverso il progetto della “Cintura Verde”: per potervi riuscire il Comune punta «all’acquisizione di oltre 300 mila mq di territorio - che quindi diverranno patrimonio pubblico - attraverso lo strumento della compensazione urbanistica. Quest’ultimo è un progetto già presente nel Piano tutt’ora vigente, ma per potersi realizzare in tempi più brevi e certi aveva bisogno di essere ripensato nei suoi strumenti e nel suo percorso di attuazione».

Casa e scuola

«Una città più bella e attrattiva, ma non inaccessibile. Anzi, l’intenzione è quella di costruire una Bergamo più inclusiva nei prossimi anni». Il Piano di Governo del Territorio dell’Amministrazione Gori «sviluppa un’attenzione particolare sul tema della casa e su quello della scuola, individuati come volani di sviluppo sociale e dei quartieri». Per costruire questa proposta il Comune di Bergamo si è avvalso della consulenza anche di «uno dei massimi esperti sul tema dell’housing sociale oltre che ex assessore di Milano Gabriele Rabaiotti, a dimostrazione della centralità del tema dell’abitare nella visione della città di domani. L’obiettivo è quello di costruire attrattività innanzitutto per le più diverse fasce di popolazione, dagli studenti (universitari e non) a coloro che hanno fino ad ora guardato all’hinterland e al territorio provinciale con maggior interesse».

Tra le misure che il Piano individua per centrare questo obiettivo, c’è innanzitutto l’obbligo di riconoscere il doppio della percentuale di housing sociale rispetto a quella oggi prevista – la quota passa dal 10% al 20% -, laddove si preveda la realizzazione di nuove destinazioni residenziali. L’8% di questa quota potrà essere messo in vendita a valori convenzionati, mentre il restante 12% verrà messo sul mercato in affitto calmierato o, in alternativa, potrà essere «monetizzato» all’Amministrazione comunale, che si impegna a finanziare con il ricavato il nuovo Fondo per l’Abitare: «Questa – sottolinea Palazzo Frizzoni – sarà una misura che consentirà di compensare la riduzione sempre più significativa di finanziamenti regionali sul tema della casa, andando a sostenere i più diversi provvedimenti, come quello sulla morosità incolpevole e/o sull’incontro, nel mercato privato, tra domanda e offerta di immobili in locazione».

«La scuola, in parallelo, diviene punto strategico - di natura anche sperimentale - del nuovo disegno della città pubblica, grazie al lavoro svolto dal Politecnico di Milano coinvolto nell’elaborazione del Piano e a tre fondamentali presupposti: l’alto valore simbolico che le scuole incorporano (diritti sociali, presidio pubblico, luogo di riconoscimento per una comunità). La loro distribuzione capillare conferisce alle scuole un ruolo di baricentro e di prossimità nelle pratiche di vita quotidiana nei diversi quartieri della città. L’intrinseca capacità di fare rete sul territorio e di intessere percorsi di inclusione. La scuola diviene quindi, nella visione sviluppata dal Pgt, una leva straordinaria per quel che riguarda le scelte urbane e urbanistiche della città. Un nuovo modello di quartieri e di welfare si sviluppa infatti intorno ad esse, scelte come luoghi essenziali innanzitutto per via della capillarità della loro presenza nei quartieri cittadini, ma anche per via della necessità di individuare nuove funzioni all’interno dei propri spazi, che risentono della crisi demografica e della conseguente perdita di iscrizioni, tanto più significativa se spostiamo lo sguardo da qui a 10 anni».

Trasformazione urbanistica e commercio

Il nuovo Piano individua le cosiddette «dorsali della rigenerazione», luoghi privilegiati della trasformazione urbanistica dei prossimi anni. Ambiti caratterizzati da un’elevata accessibilità, garantita dalla presenza, nelle vicinanze, di infrastrutture di trasporto pubblico sia su gomma che su ferro. È lungo di esse che si concentrano gli Ambiti di trasformazione e tutte le aree ad elevato grado di trasformabilità, concentrando, di conseguenza, le risorse derivanti dalle stesse trasformazioni verso la riqualificazione urbana degli spazi pubblici. Il nuovo Pgt recepisce quindi le nuove opere che il Pnrr è destinato a realizzare a Bergamo (la ferrovia tra la stazione e l’aeroporto di Orio al Serio, la nuova tramvia verso Villa d’Almè, l’E-BRT che collegherà Bergamo alla sede dell’Università di Dalmine su tutte) e le pone al centro dello sviluppo della città dei prossimi anni. Lungo queste dorsali si orientano anche le più significative novità del piano sulle politiche del commercio. Il nuovo Piano concentra le possibilità di realizzazione di queste strutture nelle aree del Distretto Urbano del Commercio e lungo le dorsali di ingresso in città, soprattutto intorno ai nodi infrastrutturali (pensiamo ad esempio alle fermate del tram).

La cultura

Sviluppato nell’ambito di Bergamo Brescia Capitali della Cultura 2023, il progetto del «cultural trail» ha l’obiettivo di mettere a sistema il patrimonio artistico e culturale esteso all’intero territorio, oltre i principali circuiti-turistici della città. «Obiettivo di questa nuova infrastruttura – spiega il Comune – è quello di ri-bilanciare la pressione turistica tra centro città e territorio urbano, valorizzando paesaggi e manufatti geograficamente periferici ma non meno interessanti da un punto di vista storico, architettonico e culturale». Il cultural trail si appoggia su alcuni tracciati del sistema ciclopedonale esistente e si estende oltre ad esso, individuando nuove potenzialità di fruizione del paesaggio periurbano, lungo i margini tra città e campagna, nelle aree interstiziali e nei frammenti oggi senza una chiara vocazione d’uso.

«Ne nasce un percorso che porta a scoprire il grande patrimonio della città, che si sviluppa oltre l’asse che dalla stazione conduce in Città Alta, e che punta a creare un nuovo equilibrio non solo nei flussi di visitatori in città, ma anche nello sviluppo dei servizi a loro dedicati. Lungo il percorso si sviluppano nuovi interventi di micro forestazione urbana e vegetazione, non solo in grado di produrre ossigeno e assorbire le particelle inquinanti dalle principali fonti di inquinamento, ma anche contrastando il fenomeno del cambiamento climatico e i picchi di calore».

Il piano delle attrezzature religiose

In Celadina, in via Borgo Palazzo, Campagnola e San Tomaso. Qui il Comune, attraverso un avviso pubblico, ha individuato le aree, dove chi è interessato potrà realizzare edifici di culto, ciò che tecnicamente il Pgt definisce «attrezzature religiose». Nella mappa della città, il nuovo piano ritaglia spazi anche per queste destinazioni. «Può essere un luogo – spiega il Comune – per edificare una nuova chiesa cattolica, ma anche per una chiesa valdese o un centro islamico. Il Pgt dice che in quell’area può essere attivata la procedura, ma non specifica a quale confessione destinarla».

«Un tema delicato quello della realizzazione di nuovi luoghi di culto», sottolinea l’amministrazione, che circa un mese fa ha pubblicato una manifestazione di interesse, rivolta a tutti coloro che fossero disponibili a mettere a disposizione delle aree per ospitare questa funzione. «Sono state presentate cinque proposte. Una proposta è stata scartata perché su area libera. Nella manifestazione d’interesse pubblicata ad aprile, si parlava di qualsiasi confessione religiosa. Un obbligo di legge quando si deve stendere un nuovo Piano, tanto che, a Brescia, nel 2013, il Tar della Lombardia annullò il Pgt proprio per la mancata previsione del piano delle attrezzature religiose. Una disponibilità di aree, quella contenuta nel Pgt, che dovrà fare i conti con le regole stringenti imposte dalla Regione, come il reperimento dei parcheggi pubblici, in misura non inferiore al 200 per cento della superficie lorda di pavimento dell’edificio da destinare a luogo di culto».

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