La recensione contestata, trovata morta la ristoratrice di Lodi: originaria della Bergamasca

IL CASO. È di Giovanna Pedretti il cadavere ritrovato nelle acque del Lambro a Sant’Angelo Lodigiano, in provincia di Lodi. La donna ha origini bergamasche: aveva contestato una recensione riguardante gay e disabili che poi, sui Social, era stata considerata un fake.

La Procura della Repubblica di Lodi ha aperto un’inchiesta, senza per ora ipotesi di reato, in relazione alla morte di Giovanna Pedretti, 59 anni, la ristoratrice divenuta nota nei giorni scorsi per una recensione sul suo ristorante, di Sant’Angelo Lodigiano, riguardante gay e disabili. Contestualmente, è stata disposta l’autopsia sul cadavere della donna, originaria dell’alta Val Brembana. Il marito si era accorto della sua assenza da domenica mattina 14 gennaio e, poi, si è allarmato, allertando quindi i carabinieri, dopo aver visionato i filmati delle telecamere di casa che mostravano che la donna era uscita dalla sua abitazione, sopra il ristorante, alle 4 del mattino non dando, poi, più notizie di sé.

I carabinieri lodigiani avevano iniziato le ricerche dopo le 14 e sono stati proprio gli stessi militari a ritrovare prima la sua automobile, una Panda beige, e poi il cadavere. La donna ha lasciato il marito e una figlia. C’è l’ipotesi di un gesto estremo: il corpo senza vita è stato rinvenuto nei pressi del ponte del paese, sulle rive del Lambro.

La ristoratrice, titolare della pizzeria Le Vignole di Sant’Angelo Lodigiano, nei giorni scorsi aveva risposto ad una recensione sul suo locale ad un cliente che si lamentava della presenza di gay e disabili.

«Guardi - aveva commentato il fatto all’Ansa nei giorni scorsi - di solito non replico alle recensioni ma quando ho visto queste parole, ho pensato che la mamma di un ragazzo disabile poteva leggerle e la val Brembana che c’è in me ha esondato...». Una presa di posizione netta apprezzata anche dalla ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli. «Grazie di cuore - scriveva su Facebook rivolgendosi anche all’altro titolare del locale, Nello - perché non siete rimasti in silenzio davanti ad un atteggiamento spregevole e vile. Grazie perché siete due persone serie e attente al prossimo».
La veridicità della recensione era stata contestata sui Social, scatenando polemiche e ulteriori messaggi on line.

La recensione al centro della polemica

«Mi hanno messo a mangiare di fianco a dei gay. Non mi sono accorto subito perché sono stati composti, e un ragazzo in carrozzina che mangiava con difficoltà» era la lamentela dell’utente che avrebbe scatenato la reazione di Giovanna. «Mi spiaceva ma non mi sono sentito a mio agio. Peccato perché la pizza era eccellente e il dolce ottimo, ma non andrò più». La recensione, risalente a questa estate, era stata cancellata ma la donna aveva tenuto lo screenshot con la critica e la sua risposta e l’ha pubblicata sulla pagina Facebook della pizzeria nei giorni scorsi.

Subito la notizia ha fatto il giro della Rete. «Ci tenevo a farle presente che il nostro locale è aperto a tutti e i requisiti che chiediamo ai nostri ospiti sono l’educazione e il rispetto verso ognuno. Le sue parole di disprezzo verso ospiti che non mi sembra vi abbiano importunato - ha scritto la titolare della pizzeria Le Vignole - mi sembrano una cattiveria gratuita e alquanto sgradevole. Ci tengo inoltre a sottolineare che non è passato inosservato il suo sguardo infastidito anche verso un ragazzo in carrozzina... Detto ciò, a fronte di queste bassezze umane e di pessimo gusto... credo che il nostro locale non faccia per lei - aveva aggiunto la donna -. Non selezioniamo i nostri clienti in base all’orientamento sessuale e men che meno la disabilità. Le chiedo gentilmente di non tornare da noi a meno che non ritrovi in sé i requisiti umani che nel suo atteggiamento sono mancati».

Nei giorni successivi alla pubblicazione della risposta in Rete si erano scatenate però anche le contestazioni con chi insinuava la veridicità della recensione: sul web dunque era iniziata a circolare l’idea del falso, ipotesi finita anche sui giornali. «Non vorrei essere caduta in una trappola» aveva poi detto Giovanna. E così, se prima sui social Giovanna era un’eroina, nei giorni a seguire sono iniziate le critiche, le insinuazioni. Domenica il tragico epilogo: c’è l’ipotesi che non abbia retto agli insulti social e ai pesanti dubbi sul post che aveva reso noto.

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