Le valli in caduta libera: nel 2031 avranno perso 10mila abitanti

IL DOSSIER. I dati di «Polis»: nelle 5 Comunità montane previsto un calo del 3,4% rispetto al 2022. La maglia nera è brembana: -6,4%. In provincia 42 comuni ad alto rischio di spopolamento.

C’è una desertificazione che avanza sempre più nelle valli, pur a differenti velocità. Non è quella climatico-ambientale, ma quella demografica: borghi montani che invecchiano e si spopolano perché i giovani se ne vanno e perché di bimbi ne nascono sempre meno, erodendo un patrimonio storico, sociale e culturale prezioso. Succede ovunque, e anche in Bergamasca. Entro il 2031, la popolazione nelle cinque Comunità montane orobiche – cioè quelle che ricomprendono la Valle Seriana, la Valle Brembana, la Valle Imagna, la Valle di Scalve e i Laghi bergamaschi – rischiano di perdere oltre 10mila abitanti rispetto a quanti ce n’erano nel 2022, con una riduzione della popolazione del 3,4%. Il calcolo è impresso in un dossier di «Polis», l’Istituto regionale per il supporto alle politiche di Regione Lombardia, che ha tracciato le previsioni demografiche delle Comunità montane, incrociando i dati reali della popolazione residente nel 2022 con le stime demografiche sul medio periodo elaborate dall’Istat. Gli studi sullo spopolamento, analogamente a quelli sulla demografia, poggiano su più fattori: i tassi di natalità e di mortalità, le classi d’età dei residenti, i flussi di emigrazione e immigrazione.

Dove si concentra il calo

Il «segno meno» domina su tutti i territori, anche se le proporzioni saranno diverse a seconda delle vallate. Il calo percentuale più marcato è atteso in Valle Brembana, dove entro il 2031 si prevede una riduzione della popolazione pari al 6,4% (da 40.082 a 37.522 residenti: - 2.560 abitanti). Anche se poi in realtà bisognerà vedere come andranno i movimenti extraterritoriali: proprio nei giorni scorsi, infatti, scrivevamo che il saldo naturale brembano è ampiamente negativo, ma gli effetti sono limitati dall’attrazione da fuori valle e anche da fuori provincia di nuovi residenti, tanto che il 2023 si è chiuso con un calo di abitanti limitato a meno 50.

In sofferenza anche la Val di Scalve, con un calo potenziale del 6,3% dei residenti (da 4.041 a 3.788 residenti: - 253 abitanti). Dovrebbero reggere meglio le altre valli: in Val Seriana, la più popolosa, il calo sarebbe «limitato» al 4,1% (da 131.950 a 126.590 residenti: - 5.360 abitanti), nei Laghi bergamaschi la popolazione potrebbe calare «solo» del 2,1% (da 95.776 a 93.746 residenti: - 2.030 abitanti), e la Valle Imagna si fermerebbe al -0,7% (da 32.063 a 31.830 residenti: - 233 abitanti).

«Lo spopolamento – spiega il report di “Polis” dedicato alle Comunità montane – è un fenomeno che coinvolge parte del territorio lombardo e che tocca differenti ambiti tematici in interrelazione. Non si tratta infatti di una questione di carattere esclusivamente demografico, bensì di un processo che riguarda anche la vivacità economica di un territorio o la disponibilità di servizi per i cittadini. Quando si parla di spopolamento di un territorio, intuitivamente si fa riferimento, in primo luogo, a un fenomeno di carattere demografico; tuttavia, la contrazione della popolazione residente è spesso il risultato di una serie di trasformazioni in atto, come la riduzione dell’offerta di servizi (si pensi ad esempio a piccoli comuni senza scuole o senza servizi sanitari basilari), o le scarse possibilità lavorative, dovute alla carenza di attività economiche. Questo fenomeno circolare sta coinvolgendo parte del territorio lombardo, fra cui le aree montane della regione».

Un ulteriore studio di «Polis», diffuso nelle scorse settimane, riprende il tema dello spopolamento mettendo a confronto le diverse province lombarde e allargando lo sguardo anche alle aree di pianura: in Bergamasca si contano 42 comuni ad alto rischio di spopolamento (il 17% del totale, ma localizzati praticamente solo nelle valli), ed è – in valore assoluto – la seconda provincia lombarda dopo Pavia (79 comuni ad alto rischio); se si guarda invece al peso percentuale dei comuni ad alto rischio spopolamento rispetto al totale dei comuni, la Bergamasca è quinta. In tutta la Lombardia, dalle Alpi all’estrema pianura, «Polis» stima 265 comuni ad alto rischio di spopolamento: «Tra 50 anni saranno numerosi i comuni lombardi che rischieranno concretamente di non avere più popolazione – rimarca “Polis” –. Gli esiti delle dinamiche demografiche di lungo corso, per alcuni problemi, sono prevedibili con un certo grado di affidabilità. Cogliere i segnali di attenzione che emergono dagli indicatori statistici dovrebbe aiutare a orientare gli interventi correttivi da introdurre».

Settemila bambini in meno

Il focus sulle Comunità montane bergamasche dà conto di vari indicatori demografici, in particolare a quelli legati all’età dei residenti. L’indice di vecchiaia – cioè il rapporto percentuale tra residenti con oltre 65 anni e residenti fino ai 14 anni – passerà dal valore di 187 del 2022 al valore di 260 del 2031 (aumenterà di ben 74 punti percentuali), con l’aumento maggiore in Valle Seriana (+80 punti). Scandagliando la carta d’identità dei residenti di oggi e dei «futuri» abitanti, la fotografia è nitida e quasi perfettamente speculare. Nelle cinque Comunità montane si «perderanno» circa 7mila bambini e adolescenti, visto che i residenti con 0-14 anni passerebbero dai 38.724 del 2022 ai 31.640 del 2031: un calo del 18,3%, con la punta maggiore in Valle Seriana (-19,7%). Quanto agli over 65, se ne conteranno 10mila in più (dai 72.386 del 2022 ai potenziali 82.400 del 2031), con un incremento del 13,8%: a invecchiare in proporzione di più sarà la Valle Imagna (+20,4%).

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