Luci e ombre dei trasporti. «Tanti treni, ma troppe auto»

IL REPORT. Legambiente con «Pendolaria» mette in luce le contraddizioni della Lombardia: bene gli investimenti ferroviari, ma lontana la sostenibilità.

La Lombardia «è la regione italiana con la maggiore offerta di treni regionali», ma «non mette alcun freno alla motorizzazione individuale». A livello locale, è su questa contraddizione che si concentra l’analisi di Legambiente, che ieri ha presentato la nuova edizione di «Pendolaria», il tradizionale report nazionale dedicato al Trasporto pubblico locale (Tpl).

Nel confronto tra le diverse aree del Paese, la Lombardia segnala alcuni primati positivi: nel 2024 è la regione che ha speso di più per il servizio ferroviario regionale (183,8 milioni) e per il materiale rotabile (193 milioni), ed è anche quella dove si contano più viaggiatori sui treni (circa 750mila al giorno)

Nel confronto tra le diverse aree del Paese, la Lombardia segnala alcuni primati positivi: nel 2024 è la regione che ha speso di più per il servizio ferroviario regionale (183,8 milioni) e per il materiale rotabile (193 milioni), ed è anche quella dove si contano più viaggiatori sui treni (circa 750mila al giorno). E ci si muove su mezzi ora più «giovani»: solo il 24% dei convogli ha più di 15 anni (la media nazionale tocca il 39,4%), l’età media è di 13 anni (contro i 14,7 di media nazionale). Però, rileva l’associazione, «nonostante gli sforzi anche a livello nazionale del governo lombardo per aumentare gli investimenti, Pendolaria sottolinea il carattere di una regione con luci e ombre, dove in sintesi non si percepisce un reale cambio di passo per allontanarsi dalla mobilità insostenibile – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Responsabilità tanto più significativa quanto più si pensi al ruolo politico ed economico della Lombardia in Italia. Serve una maggiore empatia con i bisogni dei cittadini e delle amministrazioni locali, trasformando le rendite di posizione in investimenti nel futuro di tutti. E ovviamente un trasporto collettivo che risponda ai bisogni dei cittadini». «Pendolaria», giunto alla ventesima edizione, traccia poi una panoramica su diversi progetti legati al Tpl. A proposito di tranvie, vengono messi a confronto i costi dei potenziamenti previsti in Italia.

La T2 Bergamo-Villa d’Almè «vale» 225 milioni di euro per 11,5 km: a Brescia è stato varato un progetto analogo (il tram T2 Fiera-Pendolina, inaugurazione prevista nel 2030), dalla lunghezza di 11,7 km ma dal costo di 423 milioni; a Firenze la linea T3 da 13,3 km ha un costo di 708 milioni, la T4 fiorentina da 11,7 km è stimata in 570 milioni di euro; a Roma, invece, la linea Termini-Tor Vergata ha un importo da 214 milioni per 13,3 km. Ovviamente i «prezzi» variano in funzione dei diversi contesti, delle opere necessarie e dei periodi di progettazione e realizzazione.

Cosa manca ancora

Altre idee restano invece sulla carta: tra le infrastrutture che «ancora necessitano della gran parte dei finanziamenti necessari alla loro realizzazione e che sono attese da troppo tempo», Legambiente menziona il raddoppio della linea Bergamo-Montello (Legambiente cita 417 milioni di euro mancanti). Viceversa, gli «investimenti anche in Lombardia sono soprattutto nelle infrastrutture meno sostenibili, come strade e autostrade. La Brebemi, la Pedemontana lombarda, la Bergamo-Treviglio e altre ancora sono tutte opere dalla dubbia utilità, che continuano a drenare preziose risorse, non solo economiche, per lo sviluppo del trasporto collettivo».

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