Cronaca / Bergamo Città
Domenica 26 Ottobre 2025
Malanni di stagione: per ora prevale il Covid ma pochi si vaccinano
I DATI. Sindromi respiratorie, ottomila casi a settimana. Già somministrate 66.316 dosi di antinfluenzale mentre per l’anti-Covid sono poco meno di settemila.
L’influenza vera e propria non è ancora arrivata, o meglio è finora limitata a pochissimi casi. È soprattutto il Covid a farla da padrone tra le sindromi respiratorie di stagione, ma la campagna vaccinale ha esattamente l’andamento opposto: corre forte l’antinfluenzale, prosegue a rilento l’anti-Covid.
I casi in una settimana
Il mix tra i dati epidemiologici e quelli relativi alle immunizzazioni restituisce un quadro a due velocità. Stando alla sorveglianza sulle sindromi simil-influenzali, in Bergamasca attualmente si può stimare un totale di ottomila casi settimanali tra tutte le patologie stagionali, in linea con lo stesso periodo di un anno fa. In questa fase, l’impatto sui servizi sanitari è limitato e si concentra soprattutto negli ambulatori dei medici di medicina generale: «Al momento i casi di influenza sono solo sporadici – conferma Ivan Carrara, medico di famiglia a Sotto il Monte e segretario della Fimmg Bergamo, sindacato di categoria, oltre che “medico sentinella” della rete di sorveglianza regionale –. Ci sono invece parecchi casi di Covid: sono decisamente preponderanti anche sulle altre forme virali stagionali: quando prescriviamo il tampone di conferma, una buonissima parte di questi risulta poi positivo».
I sintomi classici
È una sintomatologia ormai classica, simile a quella dei malanni tipici: «Febbre, mal di testa, mal di ossa – spiega Marco Agazzi, medico di base a Ponte San Pietro e presidente del sindacato Snami Bergamo –. Dei pazienti che vedo con questi sintomi, all’incirca uno su due ha il Covid. Sono forme senza particolari complicanze, non hanno decorsi gravi: il virus è ormai addomesticato, ma comunque continua a serpeggiare. Per il resto in questa fase notiziamo anche diverse altre forme virali, in particolari intestinali, mentre il picco dell’influenza arriverà come al solito più avanti». Tra poco meno di un paio di mesi, guardando al recente passato.
Eppure, benché ormai influenza e Covid vadano di pari passo, la campagna vaccinale ha finora esiti ben diversi. Lo raccontano i nuovi dati di Regione Lombardia con la suddivisione provinciale. Al 21 ottobre 2025, in tutta la Bergamasca sono state somministrate 66.316 dosi di antinfluenzale: un anno fa alla stessa data se ne contavano solo 46.287; s’è così avuto un balzo di 20mila iniezioni in più (+43,3%), segno di una «macchina organizzativa» che è partita con gran tempismo, nonostante i recenti disguidi informatici. L’anti-Covid, invece, fatica parecchio: sempre al 21 ottobre le immunizzazioni di questo tipo erano 6.938. Vero, rispetto a un anno fa c’è un lieve incremento (allora ne erano state registrate 5.547, +15,4%) ma decisamente inferiore rispetto al boom dell’antinfluenzale. Soprattutto, è evidente la sproporzione: finora quest’anno è come se avesse aderito all’anti-Covid solo uno su dieci di chi ha detto «sì» all’antinfluenzale.
«Sul Covid rimane molto diffidenza, probabilmente dovuta a chi continua a fare controinformazione rispetto alla validità di questa vaccinazione – rileva Agazzi –: molte persone rimangono impressionate dalle fake news e non accettano volentieri la somministrazione. Invece per l’antinfluenzale e anche per l’anti-pneumococco la risposta è buona, c’è molta più sensibilità».
I rallentamenti alla piattaforma
Intanto, da ormai quasi due settimane si trascinano problemi con «Arvax», la piattaforma regionale su cui medici e farmacisti devono registrare l’avvenuta vaccinazione: «Facciamo ancora i conti con enormi rallentamenti – ribadisce Carrara –. A volte i colleghi devono sospendere le sedute vaccinali, oppure registrare i dati a carta e inserirli più tardi quando il sistema riparte». Tradotto in concreto: molto tempo perso. «Per chi fa 50-100 somministrazioni al giorno vuol dire dover dedicare poi dalle due alle quattro ore per rifare tutta la procedura di immissione dei dati, peraltro col rischio di fare errori».
Per i più piccoli si è aperta anche la fase dell’immunizzazione anti-Rsv (il virus responsabile delle bronchiliti) tramite anticorpo monoclonale: nelle prime tre settimane di campagna in Bergamasca sono stati immunizzati 1.798 neonati.
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