Maturità, per novemila studenti bergamaschi arrivano gli esami orali

Da lunedì 27 giugno Al colloquio è stato dato un punteggio massimo di 25 punti, l’obiettivo è dare modo allo studente di valorizzare le competenze.

In dirittura d’arrivo gli esami di maturità. Iniziano infatti lunedì 27 giugno le prove orali che impegneranno i circa novemila studenti che stanno sostenendo i test conclusivi del secondo ciclo d’istruzione. Una maturità, quella del 2022, caratterizzata dal ritorno alla quasi normalità, vista la reintroduzione di due prove scritte dopo due anni in cui erano state sostituite dal solo colloquio e, non ultimo, dalla possibilità di sostenere gli esami senza l’obbligo della mascherina. Particolare attenzione a mettere gli studenti nella condizione migliore per sostenere la prova: i criteri di valutazione sono pensati per valorizzare il percorso scolastico del triennio, viste le difficoltà che hanno caratterizzato non tanto quest’anno, trascorso in presenza, quanto i due precedenti.

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Criteri per premiare il curriculum

«Al colloquio è stato attribuito un punteggio massimo di 25 punti, mentre alla prima prova 15 e alla seconda 10 – ricorda Gloria Farisè, dirigente del Falcone e presidente provinciale dell’Anp, l’associazione nazionale presidi -. Su un massimo di 100 poi sono stati attribuiti ben 50 punti di credito alla valutazione del percorso triennale. Metà del punteggio premia dunque il curriculum dello studente».

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Niente tesina, «Nodo concettuale»

Altra novità l’abolizione della “tesina”, elaborato preparato dai ragazzi e presentato all’orale: in sostituzione, allo studente viene proposto dalla commissione un “nodo concettuale”, spunto su cui deve costruire un percorso di riflessione trasversale a diverse discipline. Al punteggio finale contribuiranno anche le competenze raggiunte in Educazione civica e l’esperienza maturata durante le ore di Pcto, i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, meglio conosciuti come alternanza scuola-lavoro.

Gloria Farisè: «Il colloquio deve far emergere non tanto la conoscenza dei contenuti, ma le competenze e la maturità»

«La logica del colloquio – sottolinea Farisè – non è tanto quella di verificare la conoscenza dei contenuti, cosa che i docenti hanno già fatto durante l’anno con le verifiche, quanto dare modo allo studente di valorizzare le competenze e la maturità».

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