Maturità, salgono ancora i voti nella Bergamasca: sempre più i 100 e le lodi

I DATI. Punteggio massimo per l’1,3% dei candidati, il doppio del 2019. In calo i 60. Ghilardi (associazione presidi): «La nostra scuola ha qualità e valori».

Crescono i cento e le lodi, diminuiscono i sessanta. Nella Bergamasca i voti della maturità sono in costante miglioramento. Lo confermano i dati del ministero dell’Istruzione e del Merito, resi noti attraverso l’Ufficio scolastico regionale: i 9.056 studenti bergamaschi delle scuole superiori che hanno sostenuto l’esame al termine dell’anno scolastico 2024/2025 hanno fatto registrare voti migliori (seppur di poco) rispetto ai colleghi delle due tornate precedenti, confermando così il trend in crescita, con un consolidamento post Covid.

In particolare, i maturandi che si sono portati a casa la «menzione d’onore» della lode sono l’1,29%, mentre nel 2022/2023 erano lo 0,9% e sei anni fa, nel 2018/19, prima della pandemia, l’0,6%, praticamente la metà. Analogamente, in due anni gli studenti bergamaschi usciti con il cento sono passati dal 4,30% al 4,46%. Maggiore impegno, miglior qualità di insegnamento, docenti più morbidi nelle valutazioni o prove più semplici? Le combinazioni all’origine di questi risultati possono essere le più varie. Quel che resta, però, sono i voti in costante ascesa, che premiano il lavoro quotidiano e l’impegno costante e che sembrano raccontare di una generazione ancora più consapevole e preparata: quella dei classe 2006 che nel 2020 avevano sostenuto l’esame di terza media a distanza, da soli, davanti ad una webcam, a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia.

Trend in crescita

Detto dei cento e delle lodi, nella Bergamasca ha preso un voto alto, tra il 91 e il 99, l’8,71% degli studenti, in leggero calo rispetto al 9,89% del 2022/23 e all’8,84% del 2023/24, ma ciò è motivato dall’aumento dei voti nelle fasce superiori. Tre quarti dei maturandi - oltre il 75% - hanno ottenuto un punteggio tra il 61 e il 90 e ben più della metà - circa il 62% - tra il 61 e l’80. In particolare, valutazione tra il 61 e il 70 per il 33,68% degli studenti (contro il 32% di due anni fa), tra il 71 e l’80 per il 29,81% (in leggero calo rispetto ai 30,98 dell’anno precedente) e tra l’81 e il 90 per il 15,29% (anche qui in leggero calo rispetto agli ultimi due anni). Diminuiscono, ed è un buon segno, gli studenti promossi con il minimo sindacale: i 60 erano 7,10% due anni fa, sono scesi a 6,76% nell’ultima tornata. La Bergamasca non sfigura anche nel confronto con il resto della Lombardia. I dati sono pressoché in linea. Rispetto alla media regionale, la provincia orobica spicca per le lodi (1,29% contro 1,15%) e per i cento (4,46% contro 4,25%) e si distingue anche per il minor numero di 60 (6,76% contro 6,91%).

Al Sud «manica più larga»

A livello nazionale, invece, rispetto all’anno scolastico 2023/24 si osserva un lieve incremento per quanto riguarda la votazione più alta, il 100 e lode. Se nella maturità precedente la media italiana era del 2,6%, questa volta raggiunge il 2,8% per un totale di quasi 14mila studenti che hanno conseguito il punteggio massimo, soprattutto al Sud e in particolare tra Calabria, Puglia e Sicilia, a conferma di una «manica più larga» nel resto del Paese. «I criteri, pur oggettivi, non sono realmente efficaci per un valutazione paragonabile su scala nazionale – commenta Claudio Ghilardi, dirigente scolastico del liceo classico Sarpi di Città Alta e presidente provinciale dell’Associazione nazionale presidi –. Nelle prove Invalsi, maggiormente oggettive, la prospettiva è completamente ribaltata e gli studenti del Nord-Est hanno mostrato una maggiore preparazione». Guardando a questa maturità, e ai dati in costante crescita nella Bergamasca, Ghilardi spiega che «la qualità c’è ed è reale, non solo dal punto di vista organizzativo ma anche per quanto riguarda i valori del sistema scolastico bergamasco, basato su studio e impegno. La nostra è un’ottima provincia, anche nel contesto lombardo – aggiunge Ghilardi –. Gli studenti bergamaschi spesso si distinguono nelle gare nazionali, tanto nelle materie umanistiche quanto in quelle scientifiche».

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