Minacce, botte e incendi. Intimidazioni tra gestori di locali della movida, 6 arresti

BERGAMO. Un pakistano, insieme ad alcuni complici, avrebbe ordito una serie di atti intimidatori, tra cui due incendi, per mettere in difficoltà il locale concorrente e realizzare così più profitti.

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Alle prime luci dell’alba di domenica 30 aprile, i militari del Comando Provinciale Carabinieri orobico hanno dato esecuzione ad un’ordinanza, emessa dal Tribunale di Bergamo su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di 6 persone accusate a vario titolo dei reati di incendio, danneggiamento, rapina, estorsione, sequestro di persona, minacce e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi.

Nello stesso contesto sono state eseguite numerose perquisizioni in tre province: non solo Bergamo ma anche Brescia e Lecco. Le indagini eseguite dai Carabineri hanno preso avvio da due incendi che hanno coinvolto un locale della movida dell’hinterland bergamasco. Il movente sarebbe riconducibile a motivi di concorrenza illecita che un uomo di origine pakistana, titolare di un locale «antagonista», aiutato da altri soggetti albanesi e brasiliani, avrebbe ordito ai danni del «rivale» per assicurarsi più clientela e quindi un maggior profitto.

«Movida violenta» gli atti intimidatori volti a danneggiare il locale concorrente. Video di Roberto Vitali

Altri reati commessi

Gli inquirenti hanno accertato anche numerosi atti di violenza nei confronti degli avventori della discoteca del pakistano che, aggrediti dal personale della sicurezza, minacciavo azioni legali e/o filmavano con i propri telefoni le scene di pestaggio. Al fine di assicurarsi l’impunità, i testimoni venivano rapinati dei telefoni cellulari ed obbligati a cancellare le foto/video e, nel caso più grave, si sono visti incendiare l’autovettura.

Il monitoraggio sistematico dei diversi soggetti, immortalati a più riprese nella conduzione dei loro affari illeciti, ha permesso non solo di individuarli, ma anche di accusarli di un tentativo di rapina in villa e di una rapina aggravata commessa nel 2019 ai danni di un esercizio pubblico.

Durante le perquisizioni nei confronti degli indagati, le Forze dell’Ordine hanno ritrovato e sequestrato uno scooter, verosimilmente utilizzato per dare alle fiamme il locale «concorrente», nonché tirapugni, spray urticante, pistole a salve private del tappo rosso, passamontagna e ricetrasmittenti. Nella disponibilità di uno dei soggetti sono stati anche rinvenuti dei documenti falsi, validi per l’espatrio, con i quali avrebbe potuto circolare indisturbato nei paesi dell’Unione Europea.

Il Tribunale di Bergamo ha perciò disposto il carcere per 2 degli indagati, gli arresti domiciliari per 1 e l’obbligo di dimora per altri 3.

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