
Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 18 Aprile 2025
Morla, bolletta più cara per gli alluvionati bergamaschi
IL CASO. Dal Consorzio di bonifica rincari del 3%, ma più alti nei quartieri colpiti a settembre dall’esondazione. «L’aumento è dovuto al milione di euro per l’intervento di ripristino». Chiamata in causa la Regione: «Ci ristori».
Doppia beffa per gli alluvionati del Morla e del Tremana. Oltre ai danni (a case e beni) provocati dall’esondazione del 9 settembre scorso, ora i cittadini dei quartieri «allagati» si trovano a dover far fronte anche ai rincari in «bolletta» del Consorzio di bonifica. In generale l’aumento della cartella è a macchia di leopardo.
«In alcune zone c’è, in altre no, dipende dagli interventi fatti sui diversi bacini idrografici. In media è del 3-4%, ma ci sono anche punte fino al 7-8%», precisa Mario Reduzzi, direttore dell’ente consortile della media pianura bergamasca.
Il territorio che gravita sul canale della Gronda Sud e del Morla (le aree appunto colpite dall’esondazione dell’anno scorso) è il più toccato dagli aumenti
Le situazioni sono quindi variegate, ma approfondendo la «geografia» dei rincari si scopre che se, ad esempio, il territorio afferente alla Roggia Serio (per intenderci Longuelo e dintorni) è immune dai rialzi, al contrario quello che gravita sul canale della Gronda Sud e del Morla (le aree appunto colpite dall’esondazione dell’anno scorso) è invece il più toccato dagli aumenti. I bollettini stanno arrivando a casa in questi giorni e, accortisi delle cifre più alte, i cittadini hanno iniziato a far sentire la loro voce. Anche una decina di euro di differenza è un duro colpo.
Proteste dalla zona del Morla
«La maggior parte delle proteste arriva dai quartieri attraversati dal Morla – conferma Reduzzi – ed è comprensibile, dato che prima si sono visti allagare la casa e ora si ritrovano la cartella del Consorzio aumentata». Ma il direttore non ci sta che sia il Consorzio a fare la parte del «cattivo» due volte, prima perché «incolpato» di non aver pulito il fosso e poi per aver applicato la «gabella» maggiorata.
«I danni provocati dal Morla – ci tiene a ribadire ancora una volta Reduzzi, che già nei giorni dell’”emergenza” aveva chiarito i ruoli – non sono stati responsabilità del Consorzio, che invece è intervenuto come braccio operativo della Regione per pulire gli alvei e smaltire il materiale recuperato, avendo i mezzi e la qualifica per farlo».
Intervento da un milione
Un intervento, già rendicontato a Regione e Comune, che si aggira attorno al milione di euro, per ripristinare la situazione di Morla e Tremana. «È inevitabile che questi costi si riflettano sulla cartella per i contribuenti», spiega Reduzzi. Il direttore però, senza neanche tanti giri di parole, chiama in causa la Regione: «I torrenti sono di competenza della Regione, che dovrebbe mettere risorse per azioni di prevenzione costanti, non solo per ristorare i cittadini a danni avvenuti». E nello specifico: «Se la Regione ci rimborsasse i costi sostenuti per il Morla e il Tremana, potremmo mettere a bilancio queste risorse e “scontare” le prossime contribuzioni –sostiene Reduzzi –. Dalla Regione, però, non ci è arrivata nessuna garanzia che questa disponibilità ci sia, e quindi non possiamo metterle come ipotesi di entrata».
L’intervento d’urgenza a suo tempo era stato chiesto dal Comune all’Utr (Ufficio territoriale regionale), che a sua volta si era rivolto al Consorzio come «braccio armato» per un’operazione tempestiva che evitasse problemi ben peggiori.
Nel rimpallo di competenze (sulle manutenzioni dei tratti dei torrenti) non è però «scritto» da nessuna parte che tocchi alla Regione rifondare il milione speso. E ad andarci di mezzo, ancora una volta, sono i cittadini.
L’aumento dei costi
Tra le ragioni dei rincari il direttore del Consorzio cita anche «il costo dello smaltimento dei materiali recuperati, in costante aumento per la cattiva abitudine, sempre più diffusa, di buttare immondizia o altro nei corsi d’acqua; l’aumento dei costi dell’energia elettrica per l’irrigazione; i grandi interventi in corso (come nella zona Nembro-Pradalunga) e le manutenzioni, ad esempio delle vasche di laminazione che sono sempre più numerose».
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