Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 27 Ottobre 2025
Non solo cinghiali e nutrie, in Bergamasca abbattuti 27mila piccioni
NEL 2024/2025. Numeri stabiliti nei Piani di prelievo e approvati dalla Regione. Interessati anche cinghiali e nutrie. In cinque anni 4.850 recuperi di fauna.
Scorrendo i dati forniti dalla Polizia provinciale di Bergamo riguardanti un’attività che la normativa impone per la tutela del patrimonio agricolo e zootecnico, ovvero la gestione della fauna selvatica, c’è una voce che spicca tra le altre. È quella del numero dei piccioni che, nel biennio 2024-2025, sono stati prelevati, abbattuti e smaltiti presso ditte convenzionate: sono in tutto 27.091.
«La norma – spiega il sovrintendente Daniele Carrara – ci affida anche l’attività di controllo della fauna selvatica che cagiona danni ad agricoltura e zootecnia. Per questi animali, ci sono dei Piani di prelievo approvati da Regione Lombardia e, oltre al personale della Polizia provinciale, cui spetta il coordinamento, collaborano nell’attività di controllo anche le Guardie venatorie volontarie e operatori faunistici con specifica abilitazione di Regione Lombardia». I piccioni, in particolare, possono causare danni alle colture e vengono prelevati in ambito agricolo, in prossimità di aziende e allevamenti. «Ovviamente la nostra attività non riguarda invece l’ambito urbano – specifica Carrara –. In quei contesti, purtroppo, non ci sono molte soluzioni e la criticità è oggettiva».
Il controllo della fauna riguarda anche i cinghiali (ne sono stati prelevati in tutto 373), i daini (6), le nutrie (764) e i corvidi (491, in cui rientrano le conracchie grigie, le gazze e le ghiandaie). «I cinghiali – afferma Carrara – rientrano in questi piani soprattutto per l’epidemia di peste suina africana, mentre le nutrie creano disagi in termini di erosione dei fossi». I topi, invece, non sono oggetto di controllo, non essendo considerati fauna selvatica e non rientrando neppure in un regime di protezione. Alcuni interventi nascono dal dialogo con i Comuni: «Ci comunicano le criticità e, dove possibile, interveniamo».
L’attività di recupero animali
Gli operatori di Polizia provinciale si occupano anche del recupero della fauna selvatica. «In questo caso – continua il sovrintendente – si tratta di recuperare animali selvatici che per diversi motivi si trovano in difficoltà o sono debilitati. Possono essere feriti, magari da un colpo d’arma da fuoco, ma anche rimasti imprigionati».
Le segnalazioni dei cittadini
Le segnalazioni possono arrivare alla sala operativa dai singoli cittadini che trovano l’animale sulla loro strada, ma anche dalle forze dell’ordine. «Capita che il cittadino non sappia che cosa fare, quindi chiama il 112 (Numero unico per le emergenze, ndr) e la chiamata viene smistata a noi». Una volta arrivata la segnalazione, comunque, le strade possibili sono tre: «Se l’animale è in condizioni di essere liberato, viene liberato direttamente. Questa – sottolinea – è l’opzione preferibile. Altrimenti, se è ferito e non è in grado di essere liberato, viene mandato al Centro recupero animali selvatici (Cras) con la finalità di essere curato e poi rilasciato in natura. Nei casi peggiori, il Cras o il veterinario stabiliscono che l’animale è da sopprimere».
I numeri
Anche qui, i dati parlano da soli: dal 2019 ad oggi (negli ultimi 5 anni) in Bergamasca sono stati 4.850 i recuperi di fauna selvatica, di cui 3.639 mammiferi (soprattutto ungulati come cervi, caprioli, camosci e stambecchi e mufloni come volpi, tassi e ricci), 1.201 uccelli (merli, rondini, balestrucci, tortore, aironi, civette, allocchi, gheppi, sparvieri, poiane e germani reali) e 10 di altra fattispecie (fauna ittica). Nel 2025, dal 1° gennaio ad oggi, i recuperi sono stati invece 840.
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