Offre una vacanza alla signora malata truffata dall’hotel fantasma a Rimini

Il gesto. Tra i tanti rimasti senza camera, un giovane bergamasco e la mamma in carrozzina. Il proprietario di una casa a Riccione: «Metto a loro disposizione l’appartamento, gratis».

C’è un risvolto orobico particolarmente amaro, nella vicenda dell’hotel con «camere fantasma», chiuso venerdì scorso dopo un’ordinanza emessa dal Comune di Rimini. Tra le (tante) persone che, arrivate nella cittadina di mare, si sono ritrovate davanti ai sigilli e all’albergo chiuso, ci sarebbero infatti un giovane bergamasco e la madre gravemente malata. È il «Corriere Romagna» a riportare la loro storia, riferita da un lavoratore di un altro hotel della zona. «L’altro giorno ho incontrato madre e figlio arrivati da Bergamo – è il racconto riportato sul giornale locale –; erano disperati. Lei era sulla carrozzina e il figlio aveva fatto di tutto per portarla a Rimini perché quella, mi ha raccontato, sarebbe stata l’ultima volta in cui lei avrebbe potuto vedere il mare. “I medici le hanno dato al massimo un anno di vita”, mi ha detto». Il ragazzo avrebbe anche spiegato di aver «faticato tantissimo per mettere da parte i mille euro per la vacanza, erano i suoi risparmi, non ne aveva altri per pagare un’altra vacanza», oltretutto proprio a cavallo di Ferragosto. Per i due bergamaschi non sarebbe quindi rimasto altro da fare che risalire in auto per tornare a casa, rinunciando alla vacanza.

«Ho un appartamento a Riccione, dal 28 agosto è libero – racconta il vicentino Dario Cerbaro –. Se queste persone lo vogliono, sarò ben contento di metterlo a loro disposizione per una settimana. Naturalmente non chiedo un centesimo. In questi giorni abbiamo visto tante storie di persone coinvolte nella vicenda dell’hotel... questa mi ha colpito particolarmente, nel mio piccolo provo a fare la mia parte».

La storia, tuttavia, potrebbe non chiudersi qui: letto l’accaduto sul «Corriere Romagna», infatti, ben due persone, rimaste molto colpite dalla disavventura, già nella giornata di martedì 16 agosto si sono fatte avanti offrendo appartamenti, gratuitamente, per far trascorrere ugualmente a mamma e figlio quella vacanza al mare dal significato così particolare. «Ho un appartamento a Riccione, dal 28 agosto è libero – racconta il vicentino Dario Cerbaro –. Se queste persone lo vogliono, sarò ben contento di metterlo a loro disposizione per una settimana. Naturalmente non chiedo un centesimo. In questi giorni abbiamo visto tante storie di persone coinvolte nella vicenda dell’hotel... questa mi ha colpito particolarmente, nel mio piccolo provo a fare la mia parte». Proposta simile è arrivata anche da un altro proprietario di appartamento al mare. Il punto, ora, è risalire a mamma e figlio : l’auspicio è che i due sfortunati viaggiatori si riconoscano nel racconto e, se lo desiderano, si facciano avanti. Per un finale che scacci almeno un po’ l’amarezza con la forza della solidarietà.

Le disavventure in vacanza

Non si tratta, peraltro, degli unici bergamaschi per i quali la settimana di mare si è rivelata un miraggio. Qualche giorno fa era emersa anche la notizia di due famiglie di San Giovanni Bianco che, già versata la caparra per un totale di 400 euro per quello stesso albergo, avevano poi sporto denuncia ai carabinieri e rinunciato alla partenza avendo appreso che il due stelle di viale Siracusa, a fronte di una quarantina di posti disponibili, avrebbe raccolto oltre 500 prenotazioni. I truffati hanno anche formato un gruppo Facebook in cui si accumulano le testimonianze. Sulla vicenda indaga la Procura di Rimini. L’hotel è stato nel frattempo chiuso venerdì scorso, a seguito di un’ordinanza emessa dal Comune, per questioni amministrative e di norme antincendio.

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