Ostello di Bergamo, ok al progetto di «risanamento» da 900mila euro

MONTEROSSO. Via libera della Provincia allo studio di fattibilità realizzato dai tecnici incaricati da Central Hostel. Si cerca la quadra sul finanziamento.

«Si rendono necessari ingenti e urgenti lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, al fine di poter riaprire al pubblico». Si parla dell’ostello della gioventù di Monterosso: la Provincia, con un decreto firmato nei giorni scorsi dal presidente Pasquale Gandolfi, ha approvato uno studio di fattibilità da 900mila euro per il «risanamento conservativo» della struttura. Che sarebbe stata lasciata dalla precedente gestione, si legge nel documento, «in pessimo stato di manutenzione e totale abbandono».

Attualmente l’ostello è chiuso. Il nuovo gestore, Central Hostel, ha ricevuto le chiavi a ottobre dello scorso anno e ha avviato una serie di interventi di sistemazione, dai servizi igienici alle piastrelle, dalla rubinetteria al taglio delle piante infestanti.

Dagli arredi ai bagni

«Abbiamo due persone impegnate da mattina a sera su questo», dice Emilio Scandella, amministratore di Central Hostel. Per la ripartenza, tuttavia, servono opere più impegnative e ad ampio raggio: proprio Central Hostel si è fatta carico di far redigere lo studio a due professionisti, Alberto Ferrari e Flavio Oreda, autorizzandone poi l’utilizzo da parte della Provincia. Che ha dato un primo ok: l’intervento sarà inserito già per quest’anno nel piano delle opere pubbliche dell’ente. Le lavorazioni previste riguardano tra le altre cose la riparazione di tutti i serramenti, l’installazione di una nuova pompa di calore, il rifacimento dell’intero impianto elettrico, dei balconi, dei servizi igienici, la tinteggiatura interna ed esterna, l’acquisto di nuovi arredi per 27 camere. Insomma, una riqualificazione ad amplissimo raggio.

Sulla modalità per la copertura economica dell’intervento si sta cercando la quadra tra la Provincia, proprietaria dell’immobile, e il gestore. Via Tasso ha messo sul piatto l’ipotesi di uno sconto sull’affitto nei prossimi anni (il contratto ha una durata di nove anni, con opzione di proroga per altri 9), per cui il privato realizzerebbe i lavori con proprio investimento per poi rientrare nei costi. Resta però da capire se, e su quali cifre, questa strada sia sostenibile per l’operatore. «Sulla struttura sarà anche collocata un’antenna per ripetitori telefonici, che procurerà un incasso annuale che rimarrà al gestore», aggiunge il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi.

«Collaborazione massima»

«Il primo, decisivo passaggio era capire nel dettaglio i costi dell’intervento – dice dal canto suo Scandella –. Ora potremo ragionare su tutto il resto. La collaborazione è massima, stiamo già facendo dei lavori, e credo sia stata una dimostrazione di serietà da parte nostra offrire dei tecnici che in collaborazione con gli uffici della Provincia hanno realizzato questo studio. Ci stiamo muovendo con velocità, purtroppo è un bel danno per noi non avere la struttura in funzione proprio nel 2023, anno della Capitale della cultura».

Per quanto infatti da entrambe le parti si stia cercando di correre, Scandella non si sbilancia sulle tempistiche: «L’iter per approvare le successive fasi di progettazione e poi realizzare i lavori non è immediato, escludiamo purtroppo una riapertura nel breve periodo».

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