Pane e sorrisi sfornati per quasi mezzo secolo: ora i Pezzotta lasciano

VIA MORONI. Lo storico panificio chiuderà il 30 dicembre. «Ringraziamo i clienti, ma è difficile andare avanti: il lavoro cala, i costi aumentano e la stanchezza si sente».

Lì sulla soglia del bancone, il racconto è scandito dal viavai di clienti. Ogni volto sforna un ricordo e un sorriso, anche un sospiro: «Mancherà soprattutto questo: loro, i clienti, il buongiorno, le due parole». S’incrina leggermente, a un tratto, la voce di Roberta Pezzotta.

Dal 30 dicembre, il «Panificio Pezzotta» di via Moroni abbasserà la saracinesca. Il forno si fermerà e così anche una storia lunga quasi mezzo secolo, trascorso impastando farina e passione. Si chiude, dopo 47 anni in cui la famiglia Pezzotta – papà Angelo e mamma Tiziana, gli zii Benny e Marcella, quindi la seconda generazione rappresentata dai fratelli Roberta e Matteo – ha rappresentato un piccolo grande riferimento per le spese quotidiane di questa fetta di città distesa lungo via Moroni. Sulla vetrina c’è un cartello che racconta l’imminente chiusura, condensando pensieri e ricordi, ma anche le motivazioni, e invitando a un «rinfresco di ringraziamento» (giovedì 21 dicembre, dalle 16,30 alle 18,30) per salutare i clienti. «Quest’attività l’hanno iniziata i miei genitori, poi la zia e lo zio – racconta Roberta Pezzotta –: proprio mio papà aveva iniziato a lavorare qui come panettiere a 15 anni, perché c’era già un panificio nato nel 1956, e poi nel 1976 ha ritirato l’attività. Trent’anni fa è subentrato anche mio fratello, venticinque anni fa anche io. Oggi però per questi negozi è difficile andare avanti, lo raccontano anche altre chiusure. Ci pensavamo da un po’, ora è arrivata la decisione: il lavoro diminuisce, i costi sono sempre alti e magari aumentano, e c’è anche un po’ di stanchezza. Questo è un lavoro pesante, alle 3 del mattino siamo qui a impastare».

«Mancherà la routine del lavoro»

Entra un cliente, ne entra un altro. Sono residenti storici della via, clienti di una vita; passa a salutare il barista per il solito caffè, arriva un altro cliente e lancia una battuta sull’Atalanta. «Siamo rimasti un negozio di un certo tipo, legato alle persone e alle abitudini, anche negli orari – prosegue Roberta Pezzotta –: chiudiamo per la pausa pranzo e la domenica. Il mondo però è cambiato: nessuno fa più le grandi spese nel negozio sotto casa, per quelle si va al centro commerciale». Così, a un certo punto si prova a tirare un bilancio: «I miei genitori e gli zii potranno godersi la pensione, io mi guarderò attorno – sorride la donna –. Sicuramente proverò a godermi di più la famiglia. Ho tre figli, mi hanno detto: non hai mai fatto la mamma al mattino, viviamo anche questo tempo. Certo mancherà la routine del lavoro, vedremo».

«Qui sono nati figli e nipoti»

Sta scritto anche nel foglio in vetrina, che da ormai una settimana ha incuriosito i passanti, ma pure sulla pagina Facebook – perché tradizione e tecnologia alla fine s’abbracciano – grondano emozioni: «Siamo arrivati in via Moroni poco più che ventenni, qui sono nati i nostri figli e i nostri nipoti – è il pensiero condiviso dalla famiglia Pezzotta –. Abbiamo tanti bei ricordi: i bambini nel passeggino che si fermano per prendere il panino, gli anziani che per spezzare il rientro a casa passano di qui e si fermano a fare due chiacchiere sulla nostra panchina, i negozianti che vengono a fare un saluto e a prendere una brioches prima di aprire la propria bottega». «Nel periodo del Covid sembrava di essere tornati ai vecchi tempi: si sceglieva il negozio sotto casa e noi andavamo a portare la spesa a casa di chi non poteva uscire. Qualcuno, ancora oggi, continua a ringraziarci per quel periodo difficile – sospira Roberta Pezzotta -. Poi però quello spirito è andato scemando, il commercio è tornato a soffrire». Fino alla scelta più dura: abbassare la saracinesca, 47 anni dopo averla alzata per la prima volta. Ma fino al 30 dicembre, intanto, c’è un sorriso ad accogliere ogni cliente.

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