
Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 01 Ottobre 2025
«Piazza Dante, torni ad accendersi
la luce per ogni nuovo nato all’ospedale»
L’APPELLO. L’opera di Garutti rimossa durante i lavori. La lettera di una mamma: «Si ripristini». Il Comune: «La scomparsa dell’artista ha rallentato l’iter, ma il progetto è da promuovere».
C’erano una volta le luci che si accendevano in piazza Dante per annunciare la nascita di un bambino. Nessuna magia, ma un meccanismo progettato dall’artista lecchese Alberto Garutti che, tramite un pulsante premuto dai neogenitori, collegava dal 2000 la sala parto degli ex Ospedali Riuniti di Bergamo ai lampioni della piazza del centro cittadino facendoli accendere in un particolare gioco di luci in media 10 volte al giorno (tanti sono i bimbi che quotidianamente nascono all’ospedale di Bergamo). L’obiettivo era di annunciare le nascite, trasformando la luce in una metafora di una nuova vita che apre per la prima volta gli occhi sul mondo.
Funzionava così: un pulsante era premuto dai neogenitori, collegava dal 2000 la sala parto degli ex Ospedali Riuniti di Bergamo ai lampioni della piazza del centro cittadino facendoli accendere in un particolare gioco di luci in media 10 volte al giorno
«C’è tutto l’interesse da parte dell’Amministrazione a promuovere questo progetto, riconoscendone il valore e il significato, e intende valutarne attentamente i prossimi passi in un’ottica di fattibilità complessiva»
Il meccanismo non è più attivo dal 2020 a causa dei lavori di riqualificazione di piazza Dante, ma i genitori ne chiedono il riavvio, così come lo stesso ospedale, oggi «Papa Giovanni». E l’amministrazione comunale conferma che c’è l’intenzione di riattivarlo, anche se sui tempi e i modi non ci sono ancora certezze . «L’Amministrazione comunale, in occasione dell’intervento di riqualificazione di piazza Dante, aveva già valutato insieme all’artista Alberto Garutti la possibilità di riposizionare la sua opera anche diversamente da come era stata originariamente realizzata – scrive Palazzo Frizzoni in una nota -. La morte dell’artista nel 2023 aveva però purtroppo interrotto tutte le eventuali decisioni del caso, che dovrebbero essere ora riprese con gli eredi e i suoi familiari. C’è tutto l’interesse da parte dell’Amministrazione a promuovere questo progetto, riconoscendone il valore e il significato, e intende valutarne attentamente i prossimi passi in un’ottica di fattibilità complessiva».
La storia
Ma torniamo un poco indietro nel tempo. Il progetto artistico di «urbanistica narrativa» di Garutti si chiamava «Ai nati oggi» ed era risultato vincitore, nel 1998, del concorso organizzato da Ance (Associazione costruttori edili) in occasione del 50° anniversario della fondazione. Nel 2000 otto lampioni di piazza Dante vennero così collegati alla nursery degli Ospedali Riuniti e, nel 2013, a quella del Papa Giovanni. Ad ogni nuova nascita, la targa che era presente nel blocco parto dell’ospedale invitava i novelli genitori a premere un pulsante che permetteva di aumentare l’intensità della luminescenza dei lampioni in piazza. «In questo momento - era l’iscrizione in corsia - in piazza Dante qualcuno guardando una luce saprà che è nato un bambino». L’opera è rimasta attiva fino a quando sono iniziati i lavori di riqualificazione di piazza Dante, nel corso dei quali è stata rimossa anche la targa che si trovava dove oggi la scalinata «buca» la piazza per accedere ai locali sotterranei dell’ex Diurno e che per 20 anni ha recitato: «I lampioni di questa piazza sono collegati al reparto maternità degli Ospedali Riuniti. Ogni volta che la luce lentamente pulserà, vorrà dire che è nato un bambino».
L’ospedale: «Noi disponibili»
Nonostante il tempo che passa, il ricordo di quella speciale installazione e di quella che era diventata ormai una tradizione, resta vivo nel cuore di tanti genitori, dispiaciuti, come scrive una mamma in una lettera indirizzata alla nostra redazione, di non poter «replicare quella bellissima emozione come accaduto con il nostro primo figlio, nel 2019».
«Questo gesto simbolico annunciava all’intera città la venuta al mondo di una nuova vita, regalando un senso di orgoglio e gioia a tutti i genitori», ricorda Bruna Pasini, oggi coordinatrice della sala parto del «Papa Giovanni» e storica ostetrica dell’ospedale sin dai «Riuniti», che tante volte ha visto premere quel pulsante da genitori commossi. «Era un emozionante momento collettivo, capace di toccare il cuore delle persone, che purtroppo è stato dismesso. In tanti ricordano quanto fosse speciale condividere in quel modo la notizia di una nascita. Speriamo che venga ripristinato perché annunciare la nascita di un bambino, allora come ora, è sempre motivo di grande gioia», sottolinea. «L’Asst Papa Giovanni XXIII si rende totalmente disponibile a collaborare per ripristinare il collegamento tra le sale parto e il centro cittadino e far rivivere l’opera di Alberto Garutti, che aveva scelto proprio la nostra città per realizzarla per la prima volta e poi replicarla in diverse parti del mondo», si legge in una nota aziendale dell’ospedale.
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