Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 29 Dicembre 2025
Posti in Rsa, Valle Imagna e Grumello cenerentole
I DATI . Da Brumano a Villa d’Almè soltanto 263 letti ogni 10mila over 75 Brioschi: forte emergenza. Al top con un indice di 848 la Valle Seriana.
Difficoltà a far quadrare i conti, carenza di personale, lunghe liste di attesa. I problemi delle 69 Residenze sanitarie assistenziali bergamasche, così come per quelle della restante parte dell’Italia, sono diversi. Ma c’è un dato che restituisce la mappa di una Bergamasca divisa tra la storica dotazione di servizi residenziali e la crescente urgenza di risposte adeguate per una popolazione che invecchia velocemente. Si tratta dell’indice di copertura di posti in Rsa, il numero di «letti» disponibili ogni 10mila abitanti con età superiore ai 75 anni.
I dati della Cgil
Secondo i dati elaborati dalla Cgil, tra i quattordici Ambiti territoriali della provincia c’è un’oscillazione marcata: sul totale dei 6.353 posti letto accreditati si passa dai 848,20 posti ogni 10mila abitanti over 75 della Val Seriana ai 263,01 di Valle Imagna e Villa d’Almè. Meno di un terzo. Tra gli Ambiti con dotazioni di posti più esigue ci sono anche Grumello (277,22) e Treviglio (299,40).
Un deficit numerico – a fronte di una media provinciale di 504,55 – che non sempre è sinonimo di disservizio, ma che obbliga i territori a scelte radicali: cercare i posti altrove o, in alternativa, potenziare l’assistenza domiciliare. Il quadro, infatti, è estremamente eterogeneo.
Da un lato, l’amara constatazione di una richiesta che eccede l’offerta; dall’altro, la difesa di un modello assistenziale che privilegia, per scelta, la permanenza a casa.
Valle Imagna e Villa d’Almé
I dati dell’Ambito di Valle Imagna e Villa d’Almè non lasciano spazio a interpretazioni. Il presidente Gianbattista Brioschi non usa giri di parole per descrivere un quadro di «forte emergenza» e di «necessità» non soddisfatta. La scarsa presenza di strutture locali costringe i cittadini a un vero e proprio pellegrinaggio fuori dai confini dell’Ambito.
«Il nostro è l’Ambito più decadente per posti – conferma Brioschi –. Indirizziamo le richieste ad altre strutture della provincia, come a Bergamo o Treviolo. La cosa che lamentano i cittadini è dover fare tanti chilometri per raggiungere i propri cari». La situazione è complessa: «Le liste di attesa sono lunghissime; tante volte si fa “il giro delle quattro chiese” in una disperata ricerca di un posto dove inserire i nostri anziani».
A sopperire i centri diurni per anziani
A sopperire in parte, per ora, sono solo i Centri diurni anziani, ma l’Ambito sta correndo ai ripari, con l’Assemblea dei sindaci prevista a gennaio e «l’idea di nuove case di riposo, come quella che il Comune di Almè potrebbe sviluppare con un privato sull’ex area Ghisalberti». A questo si aggiunge la questione economica, «con le rette che toccano i 90-100 euro al giorno e che costringono le famiglie a chiedere aiuto ai Comuni per integrarle, in un contesto dove l’invecchiamento della popolazione è destinato ad acuire ogni criticità».
La situazione a Treviglio e Grumello
Diametralmente opposta, e non meno articolata, è la posizione degli Ambiti di Treviglio e Grumello, che pur posizionandosi sul fondo della classifica, ritengono il dato «fuorviante» rispetto alle reali esigenze del territorio. L’idea è quella di un modello che ha scommesso con decisione su una rete di servizi di prossimità robusta e capillare: «I numeri non ingannano, ma non esprimono le vere esigenze» spiega infatti il presidente dell’Ambito di Treviglio, Fabio Ferla. «Non esiste un obbligo normativo o di welfare che dica che a una data età tu debba andare alla Rsa. Noi abbiamo fatto una scelta precisa: far funzionare molto bene i servizi domiciliari, che in montagna ad esempio possono essere invece più difficili e costosi».
Ferla tiene a smontare un «messaggio sbagliato: l’Rsa non è come la scuola, non è un obbligo assistenziale per tutti. Rimane una struttura per fasce di reddito benestanti, perché non esistono Rsa statali e non tutti possono permetterselo. La necessità di ricovero scatta solo quando la persona non ha una rete familiare in grado di assistere o non ci sono servizi domiciliari adeguati».
Una visione pienamente condivisa anche dal presidente dell’Ambito di Grumello, Luciano Redolfi: «È esattamente come Treviglio. Il nostro obiettivo è favorire il più possibile la permanenza nelle proprie abitazioni delle persone anziane, anche con disabilità, tramite interventi di assistenza domiciliare che da noi è molto diffusa». Anche per Grumello, il dato basso dei posti letto in Rsa «non è preoccupante perché non c’è una richiesta significativa. Compensiamo con l’assistenza domiciliare».
Il confronto tra i tre Ambiti a più bassa dotazione svela due Bergamasche che invecchiano in modo diverso e chiedono risposte diverse. Da una parte, l’urgenza di creare posti letto lì dove la domanda non può più essere differita e dove le distanze pesano sulle famiglie; dall’altra, la scelta, consapevole e rivendicata, di un sistema di welfare che sposta il baricentro dell’assistenza dall’istituto alla casa. Il futuro, in entrambi i casi, è legato alla capacità di sostenere economicamente i costi di questo invecchiamento e di rispondere a una richiesta che le lunghe liste di attesa, pur con le dovute cautele, confermano come ineludibile e crescente.
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