
Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 18 Luglio 2025
Presidente del Tribunale: c’è un solo nome: Vito Di Vita
CSM. La V Commissione ha indicato il giudice, 64 anni, dal 1992 a Bergamo e attualmente reggente. Nessuna corsa a due con il bresciano Roberto Spanò.
La V Commissione del Csm ha indicato il nome del presidente del Tribunale di Bergamo da sottoporre al plenum: è Vito Di Vita, 64 anni, presidente della sezione Gip-gup e presidente reggente da quando, a marzo, è andato in pensione Cesare de Sapia.
Niente corsa a due, quindi, con il giudice Roberto Spanò, presidente della prima sezione penale a Brescia, che nei giorni scorsi ha deciso di passare al settore civile dello stesso Tribunale. Una scelta maturata dopo che il Csm aveva avviato la pratica di trasferimento della moglie, Roberta Panico, che è sostituto procuratore a Brescia, per incompatibilità. Il caso ha provocato polemiche, perché tra i processi che Spanò deve concludere c’è anche quella sulla strage di Piazza della Loggia (il Tribunale di Brescia ha comunque assicurato che il processo «non risentirà alcun danno» e andrà avanti). Il nome di Spanò come possibile candidato per la presidenza del Tribunale di Bergamo era circolato a inizio mese, insieme anche ad altri.
Chi è Vito de Vita
Tornando a Bergamo, manca quindi il sì del plenum ma la corsa è tutta in discesa per Di Vita. Dopo il diploma al Liceo Scientifico Amaldi di Alzano, nel 1984 si è laureato in Giurisprudenza alla Statale di Milano, nel 1991 ha vinto il concorso in magistratura e ha iniziato la sua carriera proprio a Bergamo il 16 ottobre 1992. Fino al 1995 è stato giudice del dibattimento penale, componente del tribunale del Riesame e giudice a latere della Corte d’Assise. Dal 1995 al 1999 è stato coordinatore della sezione Gip-gup e fino al 2007 ha lavorato come gup. Si è occupato tra l’altro dell’omicidio di Laura Bigoni, uccisa nel 1993 a Clusone e nel solo anno 2006 di ben sei casi di omicidio. Nel 2007 Di Vita è tornato al dibattimento penale come giudice e presidente prima di Collegio (dal 2009) e poi, dal 2011, presidente del collegio del Riesame delle misure cautelari reali e delle Misure di prevenzione. Tra i casi di cui si è occupato, la vicenda per inquinamento ambientale legata a Brebemi, la frode in pubbliche forniture sul parcheggio della Fara, il caso di Benvenuto Morandi. Nell’ottobre 2017 è stato nominato presidente della sezione Gip–gup. Più di recente, come gip è stato impegnato sul duplice omicidio di Luca Carissimi e Matteo Ferrari, speronati sullo scooter dopo una lite in discoteca, e sull’indagine Covid. Dal 2020 è presidente vicario del Tribunale.
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