
Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 03 Luglio 2025
Prof costretti a «consigliare» l’acquisto dei testi per non superare i tetti di spesa
AL LICEO MASCHERONI. Petizione firmata da 60 docenti per sensibilizzare le famiglie: «È paradossale dover inserire anche il manuale di Filosofia tra i consigliati invece che tra i libri da comprare».
Il manuale di filosofia o quello di letteratura italiana? Non serve acquistarli perché sono solo «consigliati». È questo l’ultimo escamotage a cui sono dovute ricorrere molte scuole secondarie, sia di primo sia di secondo grado, per trovare una soluzione che permettesse di non sforare il tetto di spesa per l’acquisto dei libri di testo.
Una soluzione paradossale che gli stessi docenti denunciano, come nel caso del liceo Mascheroni dove nel Collegio di fine anno è stata presentata una petizione da inviare al Consiglio di Istituto con l’obiettivo di condividere con le famiglie un problema che, di anno in anno, è diventato sempre più di difficile soluzione. Va detto che quest’anno i tetti di spesa sono stati rivisti in base all’inflazione in forza di una modifica fatta con decreto ministeriale il 19 marzo scorso. Modifica che si attendeva da tempo, dal momento che le «soglie » che le scuole dovevano rispettare e cercare di non superare erano ferme al 2012. Peccato che l’aggiornamento del tetto di spesa, pari a un 2%, è stato fatto su quello del 2012 e quindi si è tradotto in un aumento di una decina di euro. Cifra che copre a malapena l’aumento del costo dei libri. Come se non bastasse, si legge nella petizione firmata da 60 docenti del Mascheroni, «una nota ministeriale del 5 giugno 2025 ha poi comunicato un giro di vite dei controlli, in base al quale ogni delibera di adozione dei libri di testo che ecceda il margine autorizzato di sforamento del tetto di spesa (pari al 15% delle cifre citate: margine beninteso da giustificare in modo circostanziato) sarà oggetto di contestazione da parte dei Revisori dei conti».
«Si prende atto che la Scuola pubblica non è autorizzata a richiedere il possesso da parte degli alunni dei materiali ritenuti dai docenti fondamentali per i percorsi curricolari, dal momento che l’acquisto completo di tali materiali comporta sempre più spesso il superamento della soglia di spesa imponibile alle famiglie»
Questo però non fa che aumentare le difficoltà che i consigli di classe incontrano a rispettare i tetti di spesa, difficili da osservare anche se ci si limita a richiedere l’acquisto dei testi istituzionali delle singole discipline. «Questo paradosso – sottolinea Antonio Forte, docente di Lettere del Mascheroni firmatario della petizione - ha indotto le scuole, per rimanere nei parametri autorizzati, ad allargare il novero dei libri “consigliati”, in tutto o in parte, addirittura ai manuali disciplinari. La conseguenza è che nel nostro liceo per il prossimo anno scolastico i docenti potranno solo “consigliare”, nella quasi totalità delle classi, l’acquisto del manuale di Filosofia e, in alcune classi, dei singoli volumi del manuale di Letteratura italiana».
L’adozione di testi digitali
Sempre nella lettera scritta dai docenti del Mascheroni viene sottolineato come «questo orientamento imposto rappresenti un passo decisivo lungo una china, già imboccata da decenni, rovinosa sul piano formativo per i ragazzi e su quello didattico-professionale per i docenti. Si prende atto che la Scuola pubblica non è autorizzata a richiedere il possesso da parte degli alunni dei materiali ritenuti dai docenti fondamentali per i percorsi curricolari, dal momento che l’acquisto completo di tali materiali comporta sempre più spesso il superamento della soglia di spesa imponibile alle famiglie. La soluzione – fanno notare i docenti - non può venire dall’adozione di testi esclusivamente digitali, perché la digitalizzazione totale della manualistica fa risparmiare economicamente le famiglie ma innesca, come teorizzato dallo stesso Ministero, questioni cognitive rilevanti per i ragazzi».
Il mercato dell’usato
Molte le perplessità sulla possibilità di contenere la spesa indicando per l’acquisto il testo in formato digitale anche da parte degli stessi librai: «Al momento della prenotazione dei libri di testo chiediamo alle famiglie di verificare che non venga richiesto in seguito il libro cartaceo – commenta Antonio Terzi, presidente di Confesercenti Bergamo e presidente nazionale Sil (sindacato italiano librai e cartolibrai) -. Questo perché se si compra il cartaceo si ha anche l’accesso al testo digitale, ma non vale il contrario. Quindi se le famiglie comprano il digitale e poi la scuola chiede il cartaceo devono fare un doppio acquisto. Fatto sta – sottolinea Terzi – che ormai le famiglie sono tutte alla ricerca di un modo per risparmiare passandosi i libri da un ragazzo all’altro o rivolgendosi all’usato. E noi siamo diventati quasi solo consulenti. Senza parlare poi delle difficoltà delle case editrici che così non riescono a fare una giusta programmazione dei testi da stampare. E a settembre non ci sono libri cartacei a sufficienza per rispondere alle domande di acquisto».
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