Raddoppio e treno per Orio, via agli espropri

LE OPERE. Sono oltre 500 i proprietari di terreni ed edifici interessati dalla realizzazione delle due infrastrutture. Proprio in queste settimane Rfi sta inviando la prima comunicazione per avviare l’iter e formulare un’offerta

Qualcuno vedrà sparire un pezzo di giardino sotto casa, qualcun altro si vedrà passare i treni più vicino alle finestre del soggiorno o della camera da letto. A Boccaleone l’allargamento del sedime ferroviario per fare spazio ai binari del treno per Orio si «mangerà» un filare di piante e una porzione di parcheggio. S ono oltre 500 gli espropri che Rfi effettuerà presto in vista dell’avvio dei cantieri per la nuova linea ferroviaria che collegherà la stazione all’aeroporto e per il raddoppio Bergamo-Ponte San Pietro. Gli interessati stanno ricevendo in queste settimane la prima comunicazione da parte della società che fa capo alle Ferrovie dello Stato; le prime lettere sono arrivate già a fine maggio, altre stanno arrivando in questi giorni. In pochi sono stati presi di sorpresa: gli elenchi con i nominativi degli espropriati sono stati pubblicati infatti quasi un anno fa attraverso una comunicazione ufficiale da parte di Rfi, anche sul nostro giornale. Questo però è il primo contatto diretto in cui le ferrovie, oltre a informare gli interessati, offrono la possibilità di visionare il progetto definitivo, sollecitandoli a fornire la documentazione necessaria per determinare il valore dell’area di loro proprietà che sarà sottoposta a esproprio e per la quale sarà formulata un’offerta. La documentazione è ampia e articolata e comprende anche tutti i mappali di terreni ed eventuali immobili che rientrano nell’operazione.

Per coprire i 5,3 chilometri che separano la stazione ferroviaria del centro città a quella già in costruzione sul piazzale dell’aeroporto, serviranno oltre 320 espropri, che riguarderanno in prevalenza privati cittadini, ma anche attività commerciali, istituzioni come Comune, Provincia di Bergamo e Aler e alcune aree di proprietà demaniali.

La Bergamo-Ponte S. Pietro

Lo stesso vale per il raddoppio del tratto Bergamo-Ponte San Pietro, che tecnicamente si fermerà nel Comune di Curno. Per questa seconda opera gli interessati agli espropri sono circa 190, di cui 96 proprio a Curno. In paese la questione è già stata affrontata tra l’autunno e l’inverno scorso, dopo il varo del progetto definitivo e la dichiarazione di «pubblica utilità» dell’opera, che potrebbe far iniziare i lavori anche senza aver completato l’iter di esproprio di tutti i terreni. Nella lettera non si parla di tempistiche, né si danno scadenze perentorie, ma i tempi sono già abbastanza stretti per entrambe le opere che essendo rientrate sotto il cappello dei finanziamenti riconducibili al Pnrr, dovranno essere completate entro novembre 2026 (ad Olimpiadi finite, per buona pace di chi sperava in una messa in funzione almeno del treno per Orio per l’appuntamento di Milano e Cortina).

«Molti cittadini sanno da tempo che arriveranno gli espropri – conferma il sindaco di Curno Andrea Saccogna –. Detto questo, fino ad ora non c’è mai stata molta chiarezza in merito. Sarebbe stato più opportuno e tutelante se fossero stati avvisati con una comunicazione ad hoc fin dalla pubblicazione del progetto definitivo e invece stanno ricevendo le lettere solo adesso. Noi qualche mese fa ci siamo preoccupati di avvisare personalmente gli interessati, anche con una lettera a casa, e ne abbiamo convocati il più possibile in un’assemblea pubblica per spiegare loro il progetto».

I più organizzati sia a Curno che a Boccaleone, dove le voci di dissenso rispetto alle due opere si sono fatte sentire più che altrove, hanno presentato una corposa documentazione (anche a livello condominiale) nel tentativo di strappare un’indennità più congrua, rispetto al valore delle aree che saranno espropriate. Altri non lo faranno, ma riceveranno comunque una «proposta» di vendita. Appaltati i lavori nelle scorse settimane (entrambe le opere saranno realizzate dal Rti formato dall’irpina D’Agostino Angelo Antonio Costruzioni e dalla veneziana Segeco), dopo l’approvazione del progetto esecutivo i cantieri si apriranno a cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio del 2024.

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