Rischio riciclaggio, boom di segnalazioni. La Bergamasca supera i livelli pre Covid

Secondo i dati della Banca d’Italia, nel 2021 la nostra provincia ha registrato 1.952 segnalazioni per operazioni sospette contro le 1.823 del 2019. La Lombardia è la regione il maggior incremento di alert: +23,3%.

Anche l’economia «grigia» ha ripreso a correre. Perché la pandemia aveva frenato pure gli affari sporchi, ma ora il rimbalzo è addirittura superiore ai livelli pre-Covid. È l’allarme che scorre tra i numeri di un recente report dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia, l’«intelligence» di Palazzo Koch che si dedica all’analisi dei flussi di denaro: lo scorso anno le segnalazioni di operazioni sospette per possibile riciclaggio sono schizzate alle stelle, anche in Bergamasca. Nel 2021 in provincia di Bergamo si sono contati 1.952 «alert» (di cui 1.042 tra gennaio e giugno e 910 tra luglio e dicembre), in crescita del 27% rispetto ai 1.537 del 2020. Non solo: il dato del 2021 è il più alto dal 2009 a oggi, cioè da quando sono disponibili le statistiche dell’Uif.

Per fare un confronto: nell’ultimo anno pre-pandemico, il 2019, le segnalazioni – che sono tenuti a inviare banche, assicurazioni, professionisti, poste, money transfer e altri intermediari finanziari quando hanno per le mani transazioni che potrebbero celare un tentativo di ripulire denaro di origine illecita – erano state 1.823, nel 2018 1.571, nel 2017 1.562, nel 2016 1.895. Una tendenza al rialzo che si osserva in realtà ovunque: le segnalazioni registrate in Lombardia nel 2021 sono state 25.447, con un incremento del 30% rispetto alle 19.632 del 2020, e anche in questo caso sui massimi livelli di sempre; finora, infatti, l’anno record era stato il 2016, con 25.373 «alert», mentre nel 2019 si era a quota 20.934. La mappa lombarda evidenzia un andamento diversificato: nel 2021 le segnalazioni sono cresciute del 63% in provincia di Lecco (da 286 a 465), del 50% a Como (da 650 a 976), del 46% a Cremona (da 307 a 448), del 42% a Monza (da 1.032 a 1.446), del 37% a Brescia (da 2.429 a 3.332), del 36% a Varese (da 970 a 1.319), del 26% a Sondrio (da 186 a 234), del 25% a Milano (da 10.817 a 13.566), del 23% a Mantova (da 543 a 669), del 21% a Lodi (da 228 a 275) e del 17% a Pavia (da 647 a 775).

Il primato lombardo

La Lombardia (così come la Bergamasca) cresca di più rispetto alla media nazionale, perché il report di Bankitalia rendiconta per il 2021 un totale di 139.524 segnalazioni sospette in tutta Italia, con un incremento del 23,3% rispetto al 2019. Il secondo semestre del 2021 in particolare, si legge nel documento, «completa un anno di crescita vigorosa delle segnalazioni di operazioni sospette: dopo l’eccezionale andamento registrato nel primo semestre (32,4% in più) le 69.401 Sos ricevute nei mesi da luglio a dicembre confermano il perdurare di una dinamica importante, con un aumento del 15,2% nel confronto con i corrispondenti mesi del precedente anno».

La Lombardia è la regione con la crescita più marcata, e si conferma l’area col maggior numero di segnalazioni (raccoglie il 18,23% di tutte le segnalazioni nazionali); al secondo posto c’è il Lazio (17.236), poi la Campania (15.728). Milano è la prima provincia d’Italia sia per valori assoluti sia in proporzione alla popolazione; con 1.952 segnalazioni, Bergamo è invece al 14° posto nazionale.

I perché del boom

Ma perché il 2021 evidenzia questa crescita? Negli ambienti investigativi, sono fondamentalmente due le chiavi interpretative utilizzate per spiegare l’andamento delle «Sos» (l’acronimo, piuttosto eloquente, che sintetizza le segnalazioni di operazioni sospette). Da un lato, c’è la normativa che si è fatta sempre più stringente: sempre più soggetti – intermediari finanziari, professionisti – sono tenuti a inviare gli «alert» non appena si trovano di fronte a transazioni opache, che potrebbero celare l’innesco di una «lavanderia» per il denaro, e per questo le Sos aumentano.

Poi c’è l’aumento concreto dei volumi dell’economia sporca, dopo l’anno del Covid e ora in uno scenario che irrora parecchia liquidità: anche la criminalità economica è ripartita, esattamente come l’economia pulita. Dietro le «Sos», tra l’altro, si cela di tutto: dall’evasione fiscale più spicciola alle trame articolate della criminalità organizzata, dai colletti bianchi ai clan della criminalità organizzata, senza dimenticare il possibile finanziamento al terrorismo (in tutta Italia nel 2021 si sono contate 580 «Sos» di quest’ultimo tipo).

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