Scalo merci verso la chiusura a fine anno: «Rfi conceda ancora 12 mesi di proroga»

Infrastrutture. Rfi non è intenzionata ad affidare la gestione agli operatori. L’appello: «Intervenga la politica». Gandolfi: «Al lavoro per una soluzione». Valesini: «Vanno rispettate le scadenze del Pnrr». Terzi: «Ora un tavolo».

Da una parte la nuova stazione e il polo intermodale con le loro scadenze stringenti - via ai lavori nel 2024, conclusione del cantiere entro il 2026 – per non perdere i finanziamenti del Pnrr. Dall’altra il nuovo scalo merci ipotizzato nelle ex Acciaierie di Cortenuova ma ancora nella sua fase embrionale. In mezzo quello attuale che, stretto tra queste tempistiche difficilmente conciliabili, rischia di uscirne con le ossa rotte. O meglio di non uscirne proprio. La notizia di questi giorni è infatti che, dopo cinque proroghe filate per la gestione dello stesso scalo, quest’anno Rfi non sembra intenzionata a concederne un’ulteriore. Risultato: dal 31 dicembre, data in cui il contratto scadrà, le aziende che vi operano, Cisaf e Lotrafer, rischiano di dover fare armi e bagagli per trasferirsi altrove con tutte le complicazioni e i riflessi economici che un trasloco di questo genere comporterebbe.

Non a caso, dopo aver atteso invano da Rfi la proroga che gli scorsi anni puntualmente arrivava in autunno, Andrea Callioni, ad di Cisaf, ha preso carta e penna e si è rivolto alle istituzioni locali: «Nei mesi scorsi – scrive in una lettera indirizzata a Comune e Provincia - come già avvenuto in passato, Rfi ha comunicato la propria intenzione di interrompere al 31 dicembre tutte le attività di movimentazione di carri ferroviari e merci e di chiudere definitivamente lo scalo. Il fatto è che quest’anno, diversamente dal passato, l’azienda si è mostrata irremovibile rispetto alla propria decisione di non concedere ulteriori proroghe alla prosecuzione del servizio». «Sono perfettamente a conoscenza dei diversi progetti che si stanno preparando per l’imminente futuro dell’area dello scalo – aggiunge - e proprio per questo, come certamente sapete, negli ultimi anni ho lavorato affinché il servizio venisse trasferito in altra sede, coltivando attivamente il progetto di Verdello/Dalmine prima e da ultimo quello relativo all’area delle ex Acciaierie di Cortenuova. Tuttavia, affinché l’interesse economico e commerciale delle imprese del nostro territorio nell’utilizzo delle aree di Cortenuova resti vivo, ritengo essenziale che venga mantenuta la continuità del servizio di trasporto ferroviario di merci attualmente esistente». Un appello a cui si è immediatamente unito anche Roberto Todisco di Lotrafer: «Il tessuto industriale della provincia di Bergamo – dice – ha potenzialità enormi, invece già oggi i grossi gruppi industriali utilizzano altri scali ferroviari. E questo è quantomeno un’opportunità sprecata. La politica deve dare risposte».

Le reazioni

Quali? Il primo a raccogliere l’appello è stato il deputato di Fdi Andrea Tremaglia: «Lo scalo merci - ha sottolineato giovedì 24 novembre in una nota - ha per Bergamo un’importanza strategica, la sua chiusura senza aver ancora un’alternativa attiva comporterebbe disagi per gli operatori e un aggravio per aziende e infrastrutture provinciali. Sono in contatto con le associazioni del comparto e monitorerò assieme ai colleghi della commissione trasporti la situazione cercando di comprendere se possano esistere soluzioni alternative alla chiusura». Sul fronte locale le reazioni hanno sfumature diverse. Sul freddino andante quelle di Palazzo Frizzoni che, sul piatto, si trova a valutare non solo le istanze economiche del territorio, ma anche e soprattutto quelle della nuova stazione: «Il tema - spiega l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini - è sul tavolo da anni e adesso ci sono anche progetti vincolati ai finanziamenti del Pnrr e alle sue scadenze: l’interesse del Comune è che gli stessi progetti vadano avanti, auspicando al contempo che si trovi una soluzione definitiva anche per lo scalo merci». Un po’ più allarmate quelle di via Tasso: «Siamo venuti a sapere della lettera di Rfi solo 15 giorni fa - commenta il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi -, stiamo facendo dei ragionamenti e il nostro obiettivo è trovare una soluzione che possa tutelare le aziende». Sulla stessa lunghezza d’onda il Pirellone: «Da diversi anni - sottolinea in una nota l’assessore regionale alle Infrastrutture e trasporti Claudia Terzi -, Regione ha richiamato l’attenzione di Comune, Provincia e Rfi sulla questione scalo merci di Bergamo, con la necessità sempre più impellente di trovare un’alternativa. Necessità ancora più evidente se si pensa che l’intervento in questione è fondamentale anche per il progetto del Comune di Bergamo di Porta Sud». «Adesso però i nodi vengono al pettine - conclude - e per questo abbiamo convocato Rfi, Provincia e Comune per un incontro il 29 novembre. Come Regione chiederemo a Rfi, come del resto già fatto in questi anni, di valutare un’eventuale e ulteriore proroga e soprattutto di trovare un’alternativa allo scalo merci, rimanendo sul territorio bergamasco». La palla è ora nelle mani di Rfi. Che ieri però non è intervenuta sulla questione. In programma ci sarebbe una conferenza stampa la prossima settimana. E qualcuno vocifera che le decisioni sarebbero già state prese. Salvo ulteriori proroghe, naturalmente.

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