Scoppia un frigorifero, palazzo evacuato: «Sembrava una bomba». Due feriti lievi

Malpensata, domenica sera, 6 febbraio, in via Luzzatti: l’incendio ha interessato la cucina di un appartamento, che ora è inagibile. L’inquilina soccorsa da un vicino, lievemente ustionato.

«Ero in casa con mio marito e all’improvviso abbiamo sentito uno scoppio molto forte: come una bomba. Anzi, ci siamo guardati e detti: è scoppiata una bomba». Cristina Finazzi vive da quarantacinque anni al terzo piano del palazzo Aler di via Luzzatti, alla Malpensata, dove ieri sera attorno alle 20 l’esplosione del frigorifero nella cucina dell’abitazione sopra la sua ha causato un incendio che ha interessato il locale. Nell’appartamento del quarto e ultimo piano c’erano una donna di 34 anni con il figlio di cinque e il loro cagnolino: per fortuna non sono rimasti feriti.

In loro soccorso è subito salito proprio il marito della signora Finazzi, Silvano Triboli, 69 anni, nato e sempre vissuto nello stesso complesso residenziale dell’Aler che sorge nel quadrilatero tra le vie San Giovanni Bosco, Furietti, Luzzatti e la scuola elementare Don Bosco. Proprio mentre accompagnava fuori dall’appartamento l’inquilina del piano sopra al suo, il sessantanovenne è rimasto leggermente ustionato alle braccia e alla testa. Nulla comunque di grave: lui e la donna di 34 anni sono stati soccorsi dal personale del 118 e trasferiti alle cliniche Gavazzeni soprattutto per una verifica alle vie respiratorie. Il timore era che avessero respirato i fumi dell’incendio: il rogo partito dal frigorifero ha infatti rapidamente raggiunto alcune suppellettili della cucina e il resto del mobilio, causando parecchio fumo.

In realtà nel giro di pochi minuti l’incendio si è ritirato da solo (anche perché la stanza era chiusa e non è stato dunque alimentato dall’esterno) e al loro arrivo i vigili del fuoco hanno dovuto soltanto utilizzare alcuni estintori per spegnere i focolai residui. Nel frattempo tutti gli inquilini presenti nel palazzo – circa una trentina – hanno spontaneamente lasciato le loro case, anche perché lo scoppio ha causato un blackout all’interno dello stabile.

«Già da alcuni giorni la corrente ogni tanto saltava – spiega ancora la signora Finazzi – e avevamo pensato a qualche problema dell’impianto elettrico, per esempio un sovraccarico». Il guasto era probabilmente riconducibile proprio al frigorifero dell’appartamento del quarto piano: «All’improvviso, attorno alle 20, abbiamo sentito questo scoppio fortissimo, seguito da diversi altri – prosegue la residente –: abbiamo anche pensato a una fuga di gas. Mio marito non ci ha pensato due volte ed è salito ad aiutare i nostri vicini».

Sono seguite le grida e le richieste d’aiuto della donna di 34 anni, di origine dominicana, che si trovava in un’altra stanza dell’appartamento con il figlio di 5 anni e il cane: ha subito mandato fuori casa il bambino e ha controllato in cucina, dove si stavano sprigionando le fiamme. A quel punto è salito Silvano Triboli e l’ha portata fuori. I due sono stati soccorsi dagli altri inquilini, rapidamente usciti dalle loro case con quello che indossavano: alcuni già il pigiama, altri le ciabatte, qualcuno ha fatto in tempo a recuperare dei giubbotti.

La dominicana e il vicino sono stati fatti salire sull’ambulanza del 118 e visitati: stavano bene e solo per precauzione sono stati portati – in codice verde – alle Gavazzeni. Nel frattempo i vigili del fuoco, giunti con una autobotte e un’autoscala, hanno raggiunto l’appartamento e rimosso il frigorifero completamente carbonizzato per il rogo (è stato portato giù dalle scale nel giardino antistante il palazzo) e poi alcuni mobili anch’essi danneggiati, così come stoviglie e suppellettili. Andata distrutta anche la porta d’ingresso della cucina.

Nell’appartamento teatro dello scoppio e dell’incendio vivono, oltre alla dominicana di 34 anni e al figlio di cinque, anche altri due suoi figli più grandi e che, al momento del rogo, non erano in casa. La loro abitazione è stata dichiarata inagibile e si sono dovuti recare da alcuni conoscenti per trascorrere la notte. Le verifiche dei vigili del fuoco hanno scongiurato ulteriori pericoli, ma l’impianto elettrico dell’appartamento all’ultimo piano è fuori uso e questo, oltre ai danni – in corso di quantificazione –, ne pregiudica la fruizione da parte dei residenti. Il palazzo, così come il resto del complesso residenziale, era stato ristrutturato 40 anni fa. «Mio marito è nato qui, al civico 25 e da 45 anni vive con me al 43: non era mai successo nulla del genere», conclude la residente prima di tornare nella sua casa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA