Scritte No vax in Università, denunciati tre presunti autori

Bergamo. Individuati dalla Digos con le telecamere, si spostavano in bici. Trovati indumenti e materiale utile alle indagini. Accertamenti su altri raid.

Sono stati individuati tre dei presunti autori delle scritte No vax sui muri dell’Università di via dei Caniana comparse la notte fra i 12 e il 13 dicembre scorso. La Digos di Bergamo mercoledì mattina ha effettuato perquisizioni in città, provincia e anche fuori provincia, sequestrando materiale che gli inquirenti definiscono interessante. I tre sono stati denunciati a piede libero per imbrattamento, e precisamente per l’articolo 639 del Codice penale, che prevede una multa fino a 103 euro per chi «deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui».

La stessa notte s’era verificato un raid anche al liceo «Mascheroni» di via Alberico da Rosciate. Anche in questo caso scritte dello stesso tenore con vernice spray rossa. È possibile che gli autori siano gli stessi, ma al momento nel fascicolo aperto dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota ai tre viene contestato solo l’imbrattamento di via dei Caniana. Il motivo è presto detto: all’Università ci sono telecamere di sorveglianza, al «Mascheroni» no. Gli autori si sono spostati in bicicletta ed erano più di tre, forse cinque.

Durante le perquisizioni di mercoledì è stato trovato materiale No vax e anche indumenti che, secondo i primi accertamenti, potrebbero essere riconducibili agli autori delle scritte ripresi dalle telecamere dell’Università. Nulla trapela sui tre denunciati, se non che uno di essi è sposato. Ora gli agenti della Digos di Bergamo sono al lavoro per capire se ci sono elementi che leghino i raid di quella notte. Non solo. Le indagini sono volte anche a risalire agli altri autori e a individuare indizi che possano portare ad altre azioni dei vandali No vax. La notte fra il 12 e il 13 dicembre il primo raid era stato messo a segno intorno all’1,45, all’Università, dove gli autori, incappucciati e in bici, avevano imbrattato i muri con scritte contro vaccini, guerra e Corte costituzionale.

L’ultimo raid No vax era avvenuto ai primi di gennaio al cimitero di Bergamo, dove erano stati imbrattati i muri. Un luogo altamente simbolico, perché qui venivano cremate le salme; qui, nella chiesa di Ognissanti, erano stipate le bare delle vittime, qui sono sepolti molti che morirono di Covid. E da qui partirono i camion militari che sono diventati storia in una foto scattata a metà marzo 2020, quando il virus falcidiò la Bergamasca. E qui il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a giugno 2020 venne a rendere onore a una città e a una provincia piegate ma decise a rialzarsi.

A luglio le scritte No vax erano comparse su un altro luogo simbolo della lotta al Covid: l’ospedale «Papa Giovanni», alla Torre 5 e al Centro vaccinale. Nella notte tra il 14 e il 15 giugno scritte alla sede dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Bergamo, in via Manzù, e in quella della Federazione provinciale del Pd, che si trova a pochi metri di distanza, in via San Lazzaro. Un mese prima a Seriate erano stati colpiti il polo scolastico di corso Roma, la primaria «Cerioli», la media «Moro» e a Curno la sede della Federazione nazionale degli Ordini Tsrm e Pstrp (Tecnici sanitari di radiologia medica e Professioni sanitarie tecniche e della riabilitazione e prevenzione). A marzo 2022 raid No vax al presidio socio-sanitario di Albino, mentre un mese prima a Bergamo i vandali No vax avevano preso di mira il Centro tamponi di piazzale Alpini e le sedi dei giornali.

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