Scuola, 941 ragazzi agli sportelli psicologici. «Problemi relazionali»

IL DISAGIO. Progetto d’ascolto in 28 istituti, Valditara annuncia più risorse. Le difficoltà nei rapporti per la prima volta superano quelle di tipo scolastico.

Con un finanziamento iniziale di 10 milioni di euro previsto per il 2025, destinato ad aumentare fino a 18,5 milioni dal 2026, il governo ha istituito per la prima volta un fondo specifico per l’assistenza psicologica nelle scuole. L’annuncio è arrivato, a ridosso dell’inizio del nuovo anno scolastico, dal ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha sottolineato come la salute mentale rappresenti «una condizione essenziale per garantire il diritto allo studio, allo sviluppo personale e alla piena cittadinanza». Il ministro Valditara ha chiarito che «le risorse dovranno essere ulteriormente incrementate», delineando una strategia di investimento a lungo termine per la salute mentale dei giovani.

Tra le priorità stabilite spiccano il supporto psicologico diretto agli studenti, il contrasto alla povertà educativa e la lotta all’abbandono scolastico. I finanziamenti saranno anche impiegati per rafforzare le attività di orientamento, prevenire il disagio emotivo e affrontare le difficoltà e le fragilità emozionali nelle relazioni che emergono negli ambienti scolastici tra alunni, ma anche con gli insegnanti. Risorse importanti che verranno ripartite anche sul territorio bergamasco dove sono sempre di più gli studenti che si rivolgono agli sportelli del Progetto di ascolto psicologico della Rete «Scuole che promuovono salute» (Sps) negli istituti superiori e i Centri di formazione professionale (Cfp) della provincia, dedicati agli studenti e attivati da Ats per la prima volta nell’anno scolastico 2020-21.

Dati e motivazioni

Secondo i dati riferiti all’anno scolastico 2024-25, da pochi giorni raccolti e analizzati dalla Struttura complessa promozione della salute e prevenzione fattori di rischio comportamentali di Ats (afferente al Dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria), gli studenti che si sono rivolti allo sportello sono stati 941, pari al 4% della popolazione scolastica frequentante le 28 scuole del territorio che aderiscono al progetto, contro i 925 dell’anno scolastico 2023-24. Ad aumentare, in modo particolare, è il numero di colloqui gestito da un team di 19 psicologici: incrementati, in un solo anno, di oltre il 17% passando da 2.860 a 3.364, per una media di 3,57 colloqui per studente, contro i 3,09 del 2023-24 e del 2,57 del 2020-21. Ciò che balza all’occhio, sono le motivazioni per cui i ragazzi e le ragazze scelgono di chiedere un aiuto psicologico. Se nel 2023-24 le richieste riguardavano problemi scolastici, l’anno dopo, al primo posto, ci sono i problemi relazionali con i coetanei, seguiti da un vissuto di disagio interiore. E solo «al terzo posto» ci sono problematiche legate alla scuola, anche se continuano a rappresentare una quota significativa delle motivazioni alla base della richiesta di supporto da parte degli studenti.

Se nel 2023-24 le richieste riguardavano problemi scolastici, l’anno dopo, al primo posto, ci sono i problemi relazionali con i coetanei, seguiti da un vissuto di disagio interiore

Il 5% sono motivazioni di particolare criticità, come i disturbi alimentari e agiti autolesivi, maltrattamenti, abusi e dipendenze. «Le problematiche emerse riguardano soprattutto l’area emotiva e relazionale e, nella maggior parte dei casi, sono connesse alle complesse sfide che contraddistinguono la crescita – osserva Luca Biffi, direttore Struttura complessa Promozione della salute e prevenzione fattori di rischio comportamentali di Ats Bergamo –. Per la prima volta dall’avvio del progetto la problematica maggiormente segnalata è rappresentata dai problemi relazionali con i coetanei».

Anche gli adulti

L’indagine mostra anche una nuova area che si sta facendo sempre più preponderante: gli adulti che si rivolgono agli sportelli sono stati 644, in crescita. Di cui 238 le richieste di consulenza per se stessi da parte soprattutto di insegnanti e genitori. Sono state evidenziate difficoltà nella gestione della classe, eccessivo stress lavorativo da parte dei docenti e difficili relazioni con gli studenti o con i figli. «Il crescente coinvolgimento degli adulti dimostra come lo sportello sia risorsa per l’intera comunità scolastica – precisa Biffi –. Questo strumento di raccolta dati permette di orientare la programmazione e il supporto psicologico in modo da rispondere in modo efficace ai bisogni delle scuole del territorio in questo particolare periodo storico».

Come si interfacciano gli studenti allo sportello

Le modalità di accesso degli studenti agli sportelli sono sostanzialmente in linea con gli anni scolastici precedenti: gli studenti sono arrivati allo sportello per la gran parte da soli (88,4%). L’11,61% è stato accompagnato e, di questi, il 61,9% si è presentato con un «pari» e il 38,1% da un adulto. Per quanto riguarda il genere, sono per la maggior parte ragazze (64,6%), contro il 35,4% dei maschi che sono calati rispetto all’anno precedente quando erano il 37,19%. Ma, negli anni, il divario di accesso tra maschi e femmine si è ridotto, rispetto al 2020-21 quando l’adesione dei ragazzi superava di poco il 30%. La fascia d’età di maggiore accesso resta quella tra i 15 e 16 anni (41%), anche se tutte le fasce d’età utilizzano il servizio. E, in linea con il dato provinciale, la stragrande maggioranza di chi accede allo sportello è di origine italiana (74,4%) e solo il 25% è straniera.

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