Scuola, è allarme per il sostegno. I sindacati: mancano 1.453 docenti

SCUOLA. Come ogni anno problemi per tutti gli studenti, ma in particolare per quelli «fragili».

Meno di due settimane al suono della prima campanella e nelle scuole della Bergamasca mancano ancora all’appello centinaia di insegnanti di sostegno: addirittura 1.453 secondo i dati forniti dai sindacati. Ciò significa che ad oggi circa 3mila studenti sarebbero scoperti. Dei posti vacanti, 638 sono quelli «a ruolo», ovvero dove potrebbe essere assunto personale a tempo indeterminato; gli altri a supplenze e part-time.

La corsa contro il tempo per riempire i posti ancora a disposizione si fa frenetica; il fatto è che mancano i docenti specializzati nel sostegno e la stragrande maggioranza di quelli che entreranno nelle classi a metà settembre, saranno «pescati» dalle graduatorie degli insegnanti privi di specializzazione. E questo è un altro problema. La chiamata dovrebbe arrivare entro la fine del mese, «ma non è detto che i posti vengano tutti coperti – spiega Fabio Cubito, segretario della Cgil Scuola di Bergamo –. Purtroppo si lavora sui ragazzi più fragili con persone che non hanno una formazione specifica.

Questi studenti rappresentano la parte più debole della popolazione scolastica e anche quella meno seguita da questo punto di vista». La soluzione ci sarebbe, ma la strada da imboccare è quella delle università ed è tutt’altro che in discesa: passa da lì, infatti, il percorso di specializzazione degli insegnanti, solo che «a fronte di oltre 6mila posti liberi in Lombardia – ricorda Cubito – gli atenei abiliteranno, con corsi a partire da settembre, solo 1.200 persone. Il mancato ampliamento delle maglie continuerà così a penalizzare le assunzioni in ruolo sul sostegno, mentre il numero delle disabilità continua ad aumentare».

Sulla necessità di aumentare i corsi di formazione è intervenuta anche Paola Manzullo, segretario generale di Cisl Scuola Bergamo: «La mancanza di docenti specializzati lede il diritto allo studio di questi ragazzi – dice –. E mentre al Sud le graduatorie scoppiano, qui c’è carenza di insegnanti. Non c’è voglia di venire al Nord ed è comprensibile: il costo della vita incide, così come l’affitto, le bollette, i trasporti. Molti docenti non sono giovanissimi e hanno famiglia. Tra vincoli alla mobilità e costi delle trasferte preferiscono restare a casa loro lavorando da precari». Da qui all’inizio della scuola e poi ancora in autunno, il numero dei ragazzi che avranno bisogno di un insegnante di sostegno salirà ancora: «Tante certificazioni arriveranno in ritardo – dice ancora Cubito –, soprattutto per la scuola dell’infanzia e per la primaria. L’anno scorso, da settembre a dicembre, sono stati assunti 96 docenti più».

I numeri delle cattedre scoperte

In questi giorni si sta provvedendo anche a riempire le cattedre ordinarie: «Quelle ancora libere per incarichi a tempo indeterminato in città e provincia sono 1.293: 9 alle scuole d’infanzia, 409 alle primarie, 452 alle medie e 423 alle superiori – prosegue il sindacalista –. Sicuramente non saranno coperte tutte. A queste, poi, si aggiungono i posti dell’organico di fatto, relativi a distacchi, comandi e part time, e si arriva così a circa 3000 posti da coprire, come avevamo previsto qualche mese fa lanciando l’allarme. Dubito che le supplenze possano essere assegnate entro il primo di settembre. L’Ufficio scolastico sta lavorando senza risparmiarsi, ma i problemi restano».

Non fa conti Gloria Farisé, dirigente del Falcone e presidente provinciale dell’Anp: «Il mio percepito è che le immissioni in ruolo siano tante, ma anche le posizioni scoperte, in particolare nelle scuole di grande turnover. Così come resta l’emergenza legata ai Dsga (direttori dei servizi generali e amministrativi - ndr), figure apicali e fondamentali nelle segreterie, che mancano in diversi istituti».

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