Siccità, in Lombardia mancano 2 miliardi di metri cubi di acqua

Il vertice in Regione. Il presidente Fontana: pronte le direttive per poter attingere in cave e altre acque superficiali. Leggi l’approfondimento su L’Eco di Bergamo di sabato 4 marzo.

Il quadro della disponibilità idrica in Lombardia peggiora con il passare dei giorni: la risorsa complessiva di acqua disponibile tra laghi, neve e bacini idroelettrici è inferiore di circa il 60% rispetto al dato storico misurato nel periodo 2006-2020. Tradotto: mancano oltre due miliardi di metri cubi di acqua e la situazione è anche più critica rispetto all’anno scorso, quando il deficit non raggiungeva il 54% e si arrivò poi a un’estate molto travagliata, in piena siccità.

Uno scenario per nulla incoraggiante, delineato venerdì 3 marzo a Palazzo Lombardia a Milano nell’ambito del Tavolo regionale per l’utilizzo in agricoltura della risorsa idrica e il contrasto della siccità, presieduto dal governatore Attilio Fontana e al quale hanno partecipato rappresentanti della Regione, dei gestori di bacino ed idroelettrici e dei vari soggetti utilizzatori delle acque.

L’indicazione emersa è chiara: occorre condivisione e una gestione coordinata degli interventi per fronteggiare la crisi. «Si è trattato di un momento proficuo di lavoro – ha affermato il presidente Fontana – nel quale è stata rappresentata la situazione di criticità che ormai ha raggiunto livelli di allarme in Lombardia, con un deficit di circa il 60% di accumulo delle acque, pari a oltre 2 miliardi di metri cubi di acqua. Tutti gli attori presenti, sia i gestori di bacino che quelli idroelettrici, compresa Terna che è il gestore nazionale del sistema elettrico, hanno espresso la disponibilità a una gestione coordinata degli invasi alpini e dei laghi per fronteggiare la crisi idrica. Purtroppo a livello regionale, rispetto al dato storico del periodo, siamo passati nell’ultimo mese dal -42.3% al -60%. E al momento le previsioni non mostrano segnali incoraggianti».

Le scarse precipitazioni nevose non hanno aiutato a colmare il deficit di acqua disponibile, e tra i fattori negativi vanno considerati anche l’incremento delle temperature e lo scioglimento della neve. «Segnali poco incoraggianti – ha ribadito Fontana – ma per fortuna la regolazione attuata mediante una politica cautelativa di limitazione delle erogazioni, proposta già a dicembre e richiesta formalmente a inizio febbraio, ha consentito di mantenere complessivamente le risorse stoccate nei laghi». E infatti già da dicembre l’erogazione dell’acqua da tutti i laghi della Lombardia è stata ridotta al minimo deflusso vitale consentito per legge, cioè l’acqua è stata fatta uscire in misura limitata e il meno possibile proprio per consentire ai laghi di ricaricarsi. Di qui la decisione di «proseguire con la gestione cautelativa della risorsa – ha aggiunto Fontana – e prepararsi alla gestione delle acque nel corso della stagione irrigua. Verranno inoltre emanate direttive regionali per l’attivazione di licenze di attingimento da acque superficiali in condizioni di crisi idrica, nonché una disciplina specifica per concedere attingimenti di acque da cava. Sarà inoltre avviata una regolamentazione delle nuove concessioni di pozzi, sulla base della risorsa effettivamente disponibile». Fontana, nell’illustrare ai vari attori del mondo agricolo la difficile situazione in cui versa la Lombardia sul fronte siccità, ha anche ricordato che il governo ha prorogato lo stato di emergenza per la Lombardia con la delibera del Consiglio dei ministri del 28 dicembre 2022 e che lo stato di emergenza sarà valido quindi fino al 31 dicembre. Poi ha chiarito che non è possibile richiedere in maniera preventiva lo stato di calamità, perché quest’ultimo viene «concesso solo nel momento in cui si registrano i danni dei raccolti».

Particolare attenzione in questo periodo storico è riservata al lago d’Idro (Brescia), che ha raggiunto livelli da monitorare e per il quale sembra sia stata individuata una priorità di interventi con una cabina di regia nazionale. «Per questa stagione – ha detto Fontana – ci attiveremo per ottenere un innalzamento temporaneo del massimo livello di invaso e nel contempo proseguiremo nel reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione delle nuove opere di regolazione. Su quest’ultima azione – ha concluso il governatore Fontana – sarà sicuramente importante la figura del commissario nazionale, chiamato a coordinare la cabina di regia del Tavolo interministeriale sulla siccità, che la premier Giorgia Meloni ha attivato nei giorni scorsi accogliendo proprio una mia richiesta». La cabina di regia nazionale coinvolge vari ministeri per definire un piano idrico straordinario, d’intesa con le Regioni e gli enti territoriali.

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