Sospetto riciclaggio, segnalazioni record: oltre duemila in un anno

I dati. Nella Bergamasca in tutto il 2022 sono state 2.128 le allerte giunte alla Banca d’Italia con un aumento del 9%. La lente di chi vigila puntata su movimenti da centinaia di migliaia di euro. Il boom registrato dopo la pandemia.

Cinque o sei al giorno in media, tutti i giorni. Bonifici, compravendite immobiliari, acquisizioni societarie e transazioni di ogni tipo, con un comun denominatore: il sospetto che dietro quell’ingegneria contabile si celi un tentativo di riciclaggio, così da rendere pulito denaro originariamente sporco. Il 2022 ha segnato un nuovo boom di «alert»: in Bergamasca sono state 2.128 le segnalazioni di operazioni sospette in tema di riciclaggio, appunto tra le 5 e le 6 al giorno in media. Mai, da quando l’Unità di informazione finanziaria (Uif) della Banca d’Italia redige queste statistiche, se n’erano contate così tante, ed è un trend comune al resto della Lombardia e all’intera Italia.

Per due cause, come filtra dalle analisi della Banca d’Italia: perché anno dopo anno la normativa si fa più raffinata e impone a un maggior numero di intermediari finanziari – banche, assicurazioni, professionisti, money transfer – di segnalare le operazioni ritenute «opache», ma anche perché verosimilmente dopo il Covid l’economia sporca ha ripreso a girare a pieno regime. Lo suggeriscono appunto i numeri: le 2.128 operazioni sospette censite nel 2022 in Bergamasca mostrano un aumento del 9,02% rispetto alle 1.952 del 2021; nel 2020 la crisi pandemica aveva portato una flessione fino a quota 1.537 segnalazioni, mentre nel 2019 erano state 1.823 e nel 2018 se n’erano contate 1.571.

L’Uif – l’«intelligence» di Bankitalia – ha appena diffuso questo nuovo report che passa in rassegna l’anno appena concluso, e nel documento si parla di «vigorosa crescita delle segnalazioni nel secondo semestre del 2022, confermando l’elevato tasso di crescita già riscontrato nel 2021»; in particolare, gli uffici della Banca d’Italia hanno rilevato «un picco in corrispondenza dei mesi di ottobre e novembre». Nell’intero Paese, nel 2022 le «Sos» (l’acronimo di «segnalazioni di operazioni sospette») sono state 155.426, con una crescita dell’11,4%; in Lombardia si è invece passati dalle 25.447 del 2021 alle 27.658 del 2022, in aumento dell’8,7%.

La Lombardia si conferma la prima regione per valori assoluti di segnalazioni; Milano è la prima provincia d’Italia, non solo in valori assoluti ma anche in rapporto alla popolazione. Lo sguardo territoriale sembra delineare una regione «a due velocità»: le segnalazioni crescono nelle province più grandi e più ricche, mentre rallentano nei territori più periferici e con un’economia meno florida. Lo dicono i numeri: nel 2022 gli «alert» si sono mantenuti in crescita appunto in provincia di Bergamo (+9,02%), Brescia (+2,02%), Como (+8,61%), Milano (+12,07%), Monza e Brianza (+7,98%), Pavia (+1,32%) e Varese (+17,44%), mentre una flessione si è osservata a Cremona (-3,79%), Lecco (-5,59%), Lodi (-1,82%), Mantova (-6,28%) e Sondrio (-11,54%).

Una volta che un intermediario finanziario fa partire l’«allerta», le «Sos» finiscono all’Uif: lì avviene una prima scrematura, e nel caso vi siano elementi di ulteriore fondatezza il fascicolo viene trasmesso alla Guardia di finanzia per approfondimenti che possono poi portare a un’inchiesta per riciclaggio. Dietro ogni «Sos» possono celarsi le matrici più varie, dai «semplici» evasori fiscali sino ai più articolati tentacoli dei clan e alle ombre del finanziamento al terrorismo (quest’ultima fattispecie risulta in calo da alcuni anni: l’Uif indica 168 operazioni di questo tipo in tutta Italia nel 2022, di cui alcune decine in Lombardia). Dal report della Banca d’Italia emerge che in media ogni operazione sospetta ha un valore attorno ad alcune centinaia di migliaia di euro.

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