Stangata bollette, i Comuni: «È anche peggio del previsto»

I rincari energetici De Luca (Anci): «Presto un incontro coi parlamentari, servono interventi di lungo respiro». Lobati: «Valutiamo un piano per spegnere alcune luci».

La bolletta galoppa, e ben poco si può fare per alleggerirla. Se in una terra come la Bergamasca – punteggiata da 243 Comuni di cui una gran parte di piccole dimensioni – il sindaco spesso opera col principio del buon padre di famiglia, è anche vero che non ci si può certo mettere a spegnere certe luci come si fa a casa propria: ne va della sicurezza di cittadini e automobilisti. I conti però sono presto fatti, prendendo qualche Comune a campione: i rincari per l’illuminazione pubblica peseranno per alcune decine di migliaia di euro l’anno nelle località più piccole, attorno ai 200mila euro per quei paesi che s’aggirano sui diecimila abitanti, e anche oltre il mezzo milione di euro per i grandi Comuni.

I rincari per l’illuminazione pubblica peseranno per alcune decine di migliaia di euro l’anno nelle località più piccole, attorno ai 200mila euro per quei paesi che s’aggirano sui diecimila abitanti, e anche oltre il mezzo milione di euro per i grandi Comuni

Spegnimenti alternati

Ma c’è davvero la possibilità che i sindaci – vuoi per protesta, vuoi per necessità – spengano i lampioni delle strade? «Il tema è difficile da porre, perché c’è una questione di sicurezza – premette Lucio De Luca, sindaco di Azzano San Paolo e vicepresidente lombardo dell’Anci, l’associazione dei Comuni –. Le ipotesi più percorribili possono essere quelle degli spegnimenti alternati (un lampione sì e uno no, ndr) o la revisione degli orari di accensione e spegnimento, che conterrebbero comunque solo minimamente i costi . Come Anci, nei prossimi giorni avremo un incontro con i parlamentari lombardi e i consiglieri regionali anche sul tema energetico: il punto è trovare una soluzione che non sia una toppa, ma qualcosa di respiro più lungo. Tra l’altro, il timore è che questi maggiori esborsi vadano poi a impattare sulle risorse legate ai progetti del Pnrr».

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I conti sono presto fatti: «Ad Azzano – spiega De Luca – qualche anno fa abbiamo sostituito i vecchi impianti di illuminazione e installato i led: da 110mila euro l’anno si era scesi a consumi per 60mila euro, ora le prime proiezioni indicano che a causa dei rincari si tornerebbe a spendere 110-120mila euro l’anno».

«Il governo ha stanziato dei fondi, aspettiamo il riparto. Ma la situazione è di emergenza, stiamo valutando proprio in queste ore un piano per spegnere le luci non indispensabili: partiremo dai monumenti e dai parcheggi, mantenendo invece l’illuminazione stradale»

Aumenti del 70%

Jonathan Lobati, sindaco di Lenna e presidente della Comunità montana della Valle Brembana, va dritto al sodo: «La situazione sta prendendo i contorni del drammatico. A Lenna le stime di qualche mese fa sull’illuminazione pubblica ci indicavano extracosti per 12mila euro l’anno: ma sono ormai stime ampiamente superate dagli eventi, la situazione è precipitata e verosimilmente spenderemo 25-30mila euro in più dell’anno scorso – spiega Lobati –. È una voce rilevante del nostro bilancio, impatta per quasi il 15% sui conti del Comune. Cosa fare? Il governo ha stanziato dei fondi, aspettiamo il riparto. Ma la situazione è di emergenza, stiamo valutando proprio in queste ore un piano per spegnere le luci non indispensabili: partiremo dai monumenti e dai parcheggi, mantenendo invece l’illuminazione stradale».

E mettendoci pure i rincari per il riscaldamento, i conti si fanno ancor più salati: «Gli aumenti sono del 70% – stima Davide Casati, primo cittadino di Scanzorosciate -: l’ipotesi è che spenderemo di energia oltre 250mila euro in più dello scorso anno. La speranza è che i ristori promessi dallo Stato siano sostanziosi. I contributi dovrebbero arrivare, il tema è che quanto ipotizzato nelle scorse settimane rischia adesso di essere sottostimato: la previsione della Legge di stabilità dovrebbe essere rivista alla luce della nuova situazione».

Impianti da ammodernare

Alcuni Comuni se la cavano grazie a contratti già in essere e vantaggiosi di fronte a questa tempesta energetica: a Clusone la spesa per l’illuminazione pubblica è di circa 190mila euro all’anno (sono 43 i chilometri di strade della cittadina seriana), a cui aggiungerne altri 30mila per la manutenzione : «Ma a oggi non abbiamo avvertito grossi cambiamenti per via del contratto in essere», spiega il sindaco Massimo Morstabilini. «Il problema – aggiunge però – è che la rete pubblica non è stata efficientata negli anni passati: ci stiamo muovendo su questo fronte, abbiamo fatto un primo intervento lo scorso anno e ne faremo altri due».

Più grande è il paese, più cara è la bolletta

A Dalmine per l’energia – tra illuminazione e riscaldamento degli edifici pubblici – si spenderanno 700mila euro in più. «Siamo però in dirittura d’arrivo per il rifacimento totale dell’illuminazione pubblica, con led ed efficientamento – spiega il sindaco Francesco Bramani -. È un tema fondamentale visto quel che sta accadendo».

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