Un sì «rubato» e cambia il contratto, attenzione ai raggiri dei call center

Truffe telefoniche. In crescita anche a Bergamo e provincia i casi di contratti di luce e gas rinnovati senza che il cliente ne fosse consapevole. L’invito: non rispondere mai.

I casi sono purtroppo in crescita a Bergamo e provincia, così come un po’ in tutta Italia. Utenti che si trovano all’improvviso, e senza saperlo, nuovi contratti per la luce e il gas, senza che l’interessato ne fosse a conoscenza. Situazioni che spesso sfociano in denunce, visto che i nuovi contratti vengono «carpiti» da call center che talvolta registrano anche semplici «sì» generici quale consenso alle nuove condizioni proposte all’ignaro cittadino che pensa di aver chiuso la telefonata senza aver raggiunto alcun accordo. E c’è chi si è visto così, tutto d’un botto e in una situazione economica internazionale tutt’altro che rosea, triplicare – se non peggio – il costo dell’energia elettrica o del gas, scoprendo soltanto alla ricezione a casa del nuovo contratto di essere di fatto passato a un diverso operatore, abbandonando quello precedente, con il quale magari poteva contare su condizioni economiche vantaggiose ed ereditate nel corso degli anni. Il trend in crescita di queste segnalazioni – pervenute anche alle associazioni dei consumatori del territorio – è in linea con l’incremento, registrato soprattutto dall’avvio della pandemia in poi, delle denunce presentate a polizia di Stato, carabinieri e Guardia di finanza.

A livello di numeri assoluti, il dato delle truffe denunciate in tutto il 2022 ha fatto registrare un calo, dovuto probabilmente alla conseguente uscita dalle restrizioni per il Covid, durante il quale, invece, i numeri avevano registrato un’impennata: tra il 2020 e il 2021 le truffe informatiche erano aumentate del 35%, con 224 denunce denunciate a tutte le forze dell’ordine nell’intero 2021. L’anno prima erano invece state 166, in linea con lo scorso anno, quando sono state 155.

La decrescita ha di fatto riportato i numeri assoluti a livelli pre Covid, che sono comunque alti rispetto a qualche anno fa: una conferma della predilezione per i criminali per i reati commessi con le moderne tecnologie, dal computer allo smartphone. «Solitamente la denuncia porta anche all’ammissione da parte di quella che è diventata per l’utente la nuova compagnia di luce o gas – spiegano dalle associazioni dei consumatori –, perché di fatto emerge che il cambio del gestore è stato ottenuto in modi non regolari, quando infatti è evidente che l’utente non ha voluto cambiare, perché nessuno vuole passare da condizioni per lui vantaggiose a condizioni assolutamente svantaggiose. A quel punto, però, subentra un problema: il cittadino deve poter tornare non solo alla vecchia società fornitrice, ma anche riavere le condizioni vantaggiose di cui godeva prima del passaggio involontario alla nuova società. In quel caso l’iter è un po’ più complesso, ma fattibile».

Ma chi effettua nella realtà le telefonate-truffa, se anche le società poi ne prendono ovviamente le distanze? Si tratterebbe di call center con operatori pagati in base al numero di telefonate che effettuano e a quanti contratti riescono a carpire. Si tratta di attività in sé legali, benché debbano ora sottostare per esempio anche al «registro delle opposizioni»: chi ha registrato il proprio numero, fisso o mobile, a questo registro, per legge non può essere contattato per proposte commerciali. Quando la chiamata diventa dunque illegale? Quando il passaggio al nuovo operatore viene carpito senza che l’utente se ne renda conto. Quasi sempre i call center telefonano dall’estero. L’ideale è non rispondere mai a queste chiamate, oppure declinare ogni genere di offerta.

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