Vaccino Johnson&Johnson, in 30mila per il richiamo. La seconda dose sarà eterologa

In Bergamasca il monodose impiegato per il 2% dei cittadini.La «booster» con Pfizer o Moderna. Locatelli (Css): «Così risposta migliore».

È nato come vaccino monodose, più «agile», senza necessità di richiamo. Ora però anche per Johnson&Johnson si prospetta un nuovo «giro»: per rinforzare la protezione immunitaria, potrebbe presto essere prevista una seconda somministrazione per chi lo ha ricevuto nei mesi scorsi.

Domenica sera il professor Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, ospite di «Che tempo che fa», ha spiegato che per J&J «è in corso un processo di revisione da parte di Fda (la Food and Drug Administration, l’autorità regolatoria statunitense, ndr) e successivamente ci sarà certamente anche di Ema (l’Agenzia europea del farmaco, ndr), sulla possibilità, qualora arrivassero indicazioni, come è largamente possibile, di somministrare una seconda dose: un vaccino Rna messaggero avrebbe il vantaggio di generare una risposta immunologica anche migliore». In sostanza, anche per Johnson&Johnson - che è un vaccino a vettore virale, come AstraZeneca - si apre la possibilità di una seconda dose, l’equivalente della terza dose per quei vaccini che prevedevano un ciclo primario formato da due dosi; la dose «booster» sarà eterologa, cioè eseguita con Pfizer o Moderna.

A livello organizzativo, la novità non dovrebbe creare particolari problemi. Johnson&Johnson è stato il farmaco meno impiegato, quasi con quote residuali rispetto ai «competitor»; in Lombardia il vaccino monodose ha sommato solo per 293.922 iniezioni, pari all’1,95% del totale delle somministrazioni (ovviamente Pfizer, Moderna e AstraZeneca richiedono una doppia dose, quindi è fisiologico che abbiano valori assoluti più alti). Negli ultimi tempi, tra l’altro, si usa col contagocce: il «contatore» della Regione, che raccoglie i dati dell’intera Lombardia, racconta di 1.005 somministrazioni di Johnson&Johnson nella settimana 5-11 settembre, 818 tra 12-18 settembre, 780 nel periodo 19-25 settembre, 567 tra 26 settembre-2 ottobre, 183 nella settimana 3-10 ottobre, 205 nel periodo 10-17 ottobre e appena 96 la scorsa settimana tra 17-24 ottobre.

E in Bergamasca? Se si proietta in chiave locale il trend regionale, cioè se anche in Bergamasca J&J è stato impiegato più o meno per il 2% delle somministrazioni, la stima racconta di circa 30 mila bergamaschi immunizzati col monodose; Johnson&Johnson è stato anche utilizzato, tra fine luglio e inizio agosto grazie alle unità mobili, in una campagna pret-à-porter, per raggiungere 397 over 60 della città in quel momento non ancora vaccinati. Di questi 30 mila bergamaschi ipotizzati, però, occorre guardare alla data di vaccinazione: è immaginabile che si confermi un intervallo minimo di sei mesi tra l’unica iniezione e l’eventuale dose «booster»; e poiché il richiamo è al momento previsto solo per specifiche categorie (per esempio gli over 80, ma a breve è attesa la decisione anche per i settantenni e successivamente i sessantenni lombardi), i numeri reali della campagna di rivaccinazione saranno comunque più contenuti. Più complicato, logisticamente, potrebbe essere raggiungere nuovamente quelle fasce più «periferiche» di popolazione per cui si era scelto J&J, per esempio le persone senza fissa dimora.

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