Via Quarenghi a Bergamo, si è ricostituito il Comitato: «Ci hanno dimenticato, ecco cosa non va»

SICUREZZA. L’ex assessore Guerini: «Il gruppo di residenti si sta riorganizzando e chiede ascolto al Comune, tanti i problemi». E intanto l’Accademia di Belle Arti ha traslocato.

L’ufficializzazione della (ri)costituzione del Comitato di via Quarenghi arriverà nelle prossime settimane, quando tutti saranno rientrati dalle ferie. Ma, anticipa Dario Guerini, residente nella via e assessore alla Sicurezza e Bilancio ai tempi della Giunta Bruni, «siamo molto determinati nel fare qualcosa per recuperare o raddrizzare questi 200 metri di via, dimenticati dal Comune».

La decisione

«Negli anni, in termini di sicurezza, sono stati fatti passi avanti, in passato c’erano addirittura bande che si affrontavano per strada, ma la via Quarenghi è stata dimenticata perché ci sono ancora problemi in termini di vivibilità»

Da tempo i residenti meditavano di ricostituire il Comitato, attivo fino al 2015 quando Giulia Martinelli, l’allora presidente, era venuta improvvisamente a mancare. Una guida «efficace» ricorda Guerini. Determinante nel decidere di ridare vita al Comitato, l’accoltellamento dello scorso 8 agosto, epilogo di una rissa scoppiata tra due cittadini sudamericani: «Ha scosso tutti, abbiamo visto tracce di sangue per giorni sulla strada – racconta Guerini – e capito che era giunto il momento di fare qualcosa. Negli anni, in termini di sicurezza, sono stati fatti passi avanti, in passato c’erano addirittura bande che si affrontavano per strada, ma la via Quarenghi è stata dimenticata perché ci sono ancora problemi in termini di vivibilità. Persone ubriache imperversano e spesso i litigi finiscono in piccoli drammi, per non parlare della qualità dell’offerta commerciale e di quell’integrazione tra persone di nazionalità diversa che si auspicava ma non c’è».

I punti chiave

«L’arte e la cultura sono gli elementi su cui puntare, la particolare situazione di via Quarenghi, che ha vissuto il primo fenomeno migratorio in città, può addirittura diventare un’attrazione»

Il futuro Comitato ha già un elenco da sottoporre a Palafrizzoni. Spiega Guerini (che nelle ultime amministrative si era candidato con la lista civica «Bergamo Insieme» a sostegno di Elena Carnevali): «Vogliamo segnalare ciò che non va e affiancare le autorità per agevolare un recupero della via, come fatto in altre città del mondo. L’arte e la cultura sono gli elementi su cui puntare, la particolare situazione di via Quarenghi, che ha vissuto il primo fenomeno migratorio in città, può addirittura diventare un’attrazione. C’è una voglia diffusa e corale della gente di interfacciarsi con il Comune, la via ne ha bisogno».

L’Accademia Carrara

Ormai da un anno e mezzo i locali comunali al civico 33 non sono più stati concessi all’Accademia di belle arti «Carrara», così come, di recente, ha chiuso lo spazio «Giacomo» nel negozio al civico 48 (di proprietà di Guerini), dove gli studenti esponevano le loro installazioni, inaugurato con la Giunta Gori. «L’arte è un antidoto ai problemi della via, in passato la via ospitava numerose gallerie d’arte – insiste –. Ma entrambi gli spazi sono vuoti e il Comune non ha ancora deciso cosa vorrà farne».

«Non è tra le zone più critiche»

L’Accademia richiamava un centinaio di studenti, con 5-6 lezioni a settimana. Dopo alcuni utilizzi da parte degli uffici del Comune, al momento i locali sono vuoti. «L’auspicio – afferma Sergio Gandi, assessore alla Cultura – è che questo spazio possa essere di nuovo destinato ad attività culturali, compatibilmente con le esigenze dei colleghi. Qui potrebbero infatti essere spostati alcuni uffici, ma è tutto da valutare». E Gandi risponde a Guerini, non solo per la questione legata alle presenze culturali nella via: «Un intervento di carattere culturale è auspicabile, ma non è corretto dipingere via Quarenghi come un inferno. L’ho conosciuta come assessore alla Sicurezza, è vero, ci sono state risse, ma non è una delle zone più critiche della città. Aspirare a ripristinare la via per come era 30 anni fa è velleitario, non è possibile costringere gli artisti a venire qui».

Carrara, il vincolo burocratico

Gli studenti della Carrara ci sarebbero anche restati in via Quarenghi, ma vincoli burocratici non lo hanno permesso, almeno per quanto riguarda la galleria al civico 48. «Essendo diventata l’Accademia un ente statale, non è stato più possibile, dal punto di vista amministrativo, mantenere uno spazio per la sola attività espositiva» spiega Maria Grazia Recanati, vicedirettrice del Politecnico delle Arti con delega alla direzione dell’Accademia di belle arti. «Abbiamo quindi scelto dei locali in via Suardi, dove sarà possibile tenere lezioni, mantenendo lo spazio “Giacomo”, per piccole esposizioni. Ci è dispiaciuto lasciare via Quarenghi, il Comune ci ha però dato uno spazio in via Pignolo Alta dove ci troviamo molto bene. La città ha affetto verso l’Accademia e sia Fondazione Carrara che Gamec ci consentono per esempio di svolgere lezioni negli spazi museali. Nonostante ciò, abbiamo fame di spazi».

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