Vigili del fuoco, a Dalmine un «castello» da 26 metri. Da tutta Italia per gli addestramenti

LA NOVITÀ . La nuova struttura sarà operativa da giugno e sarà intitolata all’istruttore Saf Francesco Donati. «Tra corde, linee vita, tunnel verticali, tutti i nuovi pompieri si eserciteranno 144 ore: primi test dopo la teoria».

Dalmine

Far passare una classica barella di soccorso in un tunnel verticale alto una decina di metri e largo soltanto due. Come potrebbe accadere all’interno di un pozzo o nella tromba di un ascensore. O ancora, salire fino al tetto di una palazzina, a quasi trenta metri d’altezza, con imbragatura e attrezzatura, per poi agganciarsi alla «linea vita».

Il «castello» di Dalmine

Scenari di addestramento concreto che tutti i neo vigili del fuoco dovranno affrontare e per i quali, da giugno, avranno a disposizione il nuovo «castello», una complessa struttura metallica realizzata addosso alla storica torre del distaccamento di Dalmine, proprio accanto al polo didattico formativo regionale dei pompieri. Una struttura innovativa nella sua fisionomia e nella sua funzionalità, oltre che quasi unica in Italia e praticamente unica nel Nord del Paese. Altre ce ne sono, ma più datate, a Caltanissetta e Cassino: per questo il castello di Dalmine – complice anche la centralità in Lombardia della località e la vicinanza con il casello dell’A4 – è destinato a diventare, grazie anche alla vicinanza del centro di formazione, un punto di riferimento nazionale per il corpo dei vigili del fuoco.

«Intitolata a Francesco Donati»

Ed è giustamente più che orgoglioso il comandante provinciale Vincenzo Giordano, che tra l’altro annuncia: «D’accordo con la famiglia, abbiamo pensato di proporre l’intitolazione di questa struttura al nostro collega Francesco Donati, morto l’11 aprile dell’anno scorso dopo essersi sentito male mentre veniva al lavoro in caserma con l’autobus. Era un istruttore del Saf, specializzato nel soccorso speleo, alpino e fluviale i cui corsi di addestramento si svolgeranno proprio qui e aveva anche partecipato alle prime fasi di progettazione di questa struttura». Praticamente tutti i nuovi vigili del fuoco, nel loro addestramento, accanto alla parte teorica svolta nelle scuole italiane del corpo, saranno inviati per gli addestramenti nei vari centri nazionali, tra cui questo di Dalmine.

Di fatto qui gli aspiranti pompieri apprenderanno per la prima volta sul campo i segreti – già appresi a livello teorico durante i corsi – che potranno poi sfruttare e sviluppare negli addestramenti in montagna o in grotta

Dove svolgeranno 144 ore di attività su questo nuovo castello per superare il corso base, che è appunto obbligatorio per tutti i vigili del fuoco. Per la specializzazione saranno invece indispensabili ulteriori 144 ore di «livello avanzato». Anche gli stessi istruttori si addestreranno qui, così come i vigili del fuoco già in servizio in tutta la Lombardia e che potranno tenersi aggiornati e allenati proprio nel nuovo castello di Dalmine. Per ogni corso saliranno sul castello 40 vigili del fuoco. Di fatto qui gli aspiranti pompieri apprenderanno per la prima volta sul campo i segreti – già appresi a livello teorico durante i corsi – che potranno poi sfruttare e sviluppare negli addestramenti in montagna o in grotta, come avviene per esempio a Dossena, e poi mettere in atto nelle attività di soccorso reali sul territorio dove verranno destinati.

Il test del 23 maggio

E l’addestramento è davvero tutto da vertigini, visto che la struttura è praticamente aperta sul vuoto e tutto va controllato ed eseguito meticolosamente, grazie a una serie di corde e ramponi che reggono i vigili del fuoco. Un groviglio di colori che, affiancati all’elmetto e alla strumentazione in dotazione, consentono di svolgere l’attività di addestramento in completa sicurezza. Venerdì 23 maggio è stato eseguito uno dei test in vista dell’apertura e dell’omologazione ufficiale della struttura. È stato simulato un salvataggio dall’ultimo dei cinque piani del castello, con il ferito trasportato con la barella all’interno del tunnel largo appunto solo un metro: il lavoro di squadra è fondamentale e ciascun vigile ha il proprio compito da svolgere perché il soccorso possa essere portato a termine in sicurezza e nei giusti tempi.

«Un addestramento fondamentale»

«Praticamente addosso al castello storico in cemento armato, realizzato nel 2009 e simile a quello che si trova al nostro comando provinciale», spiega il capo reparto Dionisio Stacchetti, istruttore Saf a capo degli addestramenti assieme al collega Stefano Mangiola. «È stata costruita questa imponente struttura esterna in tralicciata zincata e che impiegheremo principalmente per addestramenti e corsi di soccorso con le corde – aggiunge –. Si tratta di un addestramento fondamentale, che simula anche gli interventi in strutture industriali, oltre che in ambienti montani. I cinque piani sono tutti dotati di linee vita, presenti anche sulla copertura, mentre il tunnel simula la tromba di un ascensore, un pozzo o l’interno di un silos».

«Per gli allievi di tutta Italia»

Un progetto – del costo di centoventimila euro – fortemente voluto dal comando provinciale dei vigili del fuoco: «La struttura metallica è stata realizzata grazie a un finanziamento della Direzione centrale della formazione del corpo nazionale dei vigili del fuoco – evidenzia il comandante provinciale Vincenzo Giordano –: qui tutto il personale, a partire da giugno, si potrà addestrare per tutte le attività cosiddette in quota. Non solo servirà al personale del comando di Bergamo, ma anche al personale di tutte le altre province lombarde e delle altre regioni italiane che ne faranno richiesta. La vicinanza con il centro di formazione di Dalmine è poi importante per l’impiego di questa struttura anche da parte degli allievi dei vigili del fuoco di tutta Italia, che si affacciano alla nostra professione e che saranno il nostro futuro».

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