Prima degli smartphone, una mostra-viaggio nel mondo della telefonia

L’EVENTO. Fino al 12 ottobre, con ingresso libero dalle 10 alle 19, è possibile visitare la mostra storica delle telecomunicazioni allestita al centro culturale San Bartolomeo di Bergamo.

L’evoluzione della telefonia e delle telecomunicazioni in un viaggio lungo due secoli di storia. Fino al 12 ottobre, con ingresso libero dalle 10 alle 19, è possibile visitare la mostra storica delle telecomunicazioni allestita al centro culturale San Bartolomeo di Bergamo. Promossa da Alatel (l’associazione dei seniores di Telecom Italia) e dai collezionisti del Gruppo Meucci di Treviglio nell’ambito del riconoscimento di Bergamo Brescia Capitale della Cultura 2023.

Il visitatore è coinvolto nel percorso espositivo che comprende circa 100 apparecchiature storiche, con la possibilità di provare il funzionamento delle apparecchiature più significative, come la riproduzione fedele del Telefono di Antonio Meucci del 1856, o la centrale di interconnessione manuale del 1950 che consente a due persone di parlarsi tramite un collegamento manuale realizzato da un operatore.

Giovedì 5 ottobre all’inaugurazione erano presenti l’assessore comunale Giacomo Angeloni, il consigliere regionale Davide Casati, i presidenti regionale e nazionale di Alatel, Fiorenzo Benzoni e Vincenzo Armaroli, oltre al direttore dell’archivio storico Tim di Torino, Vincenzo Martinelli, e al presidente del Gruppo Meucci, Francesco Belloli, accompagnato da Ferruccio Ghilardi. Durante la giornata è stato consegnato un riconoscimento ad Elena Anzini, moglie del compianto presidente del Gruppo Meucci di Treviglio, Gianni Cortesi.

«L’uomo telefono», presente nella grande fotografia posta all’ingresso dell’esposizione, accoglie i visitatori alla stazione Centrale di Milano, per accompagnarli in un viaggio nel mondo dello sviluppo delle telecomunicazioni che, a cavallo di due secoli, ha cambiato radicalmente abitudini e modo di vivere. «Il cordone telefonico è il collegamento tra il passato ed il presente in cui viviamo – prosegue Benzoni -. Far vivere la cultura delle telecomunicazioni è uno degli aspetti più importanti della missione di Alatel, in un mondo in continua evoluzione che tende a cancellare velocemente quello che costituisce presente e passato, per far posto all’immediato futuro. L’iniziativa offre lo spaccato di un mondo che sta scomparendo, valorizzando il contributo che tanti uomini e donne hanno dato allo sviluppo del nostro paese e alla crescita di una delle più importanti società di servizi».

La mostra celebra innanzitutto il «padre» della telefonia, Antonio Meucci. Accanto alla fotografia del grande inventore trova posto, ad opera di Silvano Moneta, ex tecnico Telecom Italia, una fedele ricostruzione, funzionante e a disposizione dei visitatori, del primo telefono del 1856 che lo scienziato chiamò «Telettrofono». In San Bartolomeo sono esposti esemplari a batteria locale, fra i quali lo storico modello da tavolo del 1892 «Ragno», prodotto dalla società svedese Ericsson. Sono inoltre visibili telefoni a batteria centrale automatica, alimentati elettricamente dalle centraline telefoniche a cui erano collegati, esemplari con il disco combinatore e l’ingresso dell’automatismo che ci accompagnerà sino agli anni Sessanta. Nascono poi i primi impianti intercomunicanti al servizio dell’utenza business dove si evidenzia il ruolo delle telefoniste.

La mostra espone anche un telegrafo del 1940 di produzione italiana e il «Telefono di Hooke», un curioso dispositivo con due bicchieri e un filo teso utilizzato per gioco anche dai più piccoli. Uno spazio importante è occupato poi dagli apparecchi che, dagli anni ’50 e ’60 del secolo scorso, cominciano a trovare collocazione lungo le strade delle città e nei luoghi più frequentati, come le stazioni ferroviarie e gli aeroporti, non solo nelle case private e nei piccoli esercizi commerciali. Telefoni speciali, militari, «Teledrin» e il Radiomobile accompagnano sino ai nostri giorni. A scopo didattico il visitatore potrà effettuare alcune prove su apparecchiature che hanno fatto la storia della telefonia, attraverso una centralina telefonica didattica automatica del 1955 o usando i vecchi gettoni telefonici.

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