Anoressia e bulimia, storie di chi ha vinto un incubo

IN LIBRERIA. «Vivevo in una realtà sigillata in cui le cose avevano senso per me, ma per me soltanto» dice Mukai, accademica giapponese, del periodo in cui era anoressica. Lo racconta la giornalista americana Rachel Aviv in «Stranieri a noi stessi» (Iperborea), indagando nelle dinamiche che incidono sulla percezione della nostra identità, un movimento in divenire, mai del tutto definito.

L’autrice parte da un racconto autobiografico, dal momento in cui lei, a sei anni, ha smesso di mangiare ed è stata ricoverata, ma pochi giorni dopo ha ripreso a mangiare, a differenza delle sue compagne di reparto adolescenti, e fra loro Hava, tanto simile a lei da sembrare una sorella. La sua indagine si allarga ad altri soggetti, esplora in profondità i labirinti della mente e i meccanismi che la spingono nell’oscurità.

Francesca Fialdini, autrice e conduttrice tv, ne «La tana del coniglio. Quando la lotta con il cibo diventa un’ossessione» (Rai Libri) racconta storie personali di chi ha combattuto contro le dipendenze e i disturbi alimentari. Sono percorsi di riscatto di ragazzi e ragazze che hanno deciso di guarire dall’anoressia e dalla bulimia. Fanno affiorare le loro fragilità, ma anche le risorse che sono riusciti a mettere in gioco, attingendo alle zone più profonde dell’anima. Tratta lo stesso tema da un punto di vista più semplice, adatto ai giovani lettori «Bombolla» (Piemme), albo illustrato di Tea Ranno, in cui Corolla, presa in giro da tutti per le sue linee curve, con l’aiuto di una misteriosa fata invisibile che somiglia molto alla sua maestra, trova un modo per sconfiggere il bullismo e stringere amicizie, mostrando la bellezza e la forza delle imperfezioni.

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