Baci ormai al bando
ma sono «il sentiero della vita»

«Dura un attimo, si ricorda per sempre. Il bacio è un piccolo gesto capace di esternare una gamma infinita di sentimenti. Amore, compassione, dolcezza, dedizione, passione, riconoscenza, tristezza, dolore, perdono». È intrigante la chiave di lettura scelta da Marino Niola, sociologo, ed Elisabetta Moro, antropologa, in un affascinante saggio sull’atto di «Baciarsi» (Einaudi). Un tempo, prima della pandemia, era il saluto più affettuoso, offerto con naturalezza a parenti e amici. Ora fa paura, simbolo di un contatto che può diventare contagio.

Resta comunque esempio della vicinanza, anche fisica, che è alla base delle relazioni umane. La sua mancanza, nell’era del «distanziamento», ci trasforma, in modo sottile e inconsapevole. Lo stesso concetto torna nel romanzo «I baci» di Manuel Vilas, sotto forma di una coinvolgente storia d’amore, ambientata nel periodo del primo lockdown. Qui la forza dell’incontro, l’azione di uscire da se stessi per andare verso l’altro, sconfigge la carica distruttiva del virus. È così, sottolinea Vilas, che in un’epoca buia si può ritrovare «la gioia e la speranza che giustificano il senso della vita».

È un esercizio poetico, infine, e insieme pittorico, «I baci» di Guia Risari e Andrea Calisi (Edizioni Corsare), un albo illustrato particolare, non (solo) un libro per bambini, ma una meditazione, «perché la vita - dice l’autrice - è un sentiero di baci». E in queste pagine se ne ritrovano molti, con un pizzico di tenerezza e di nostalgia: «Ce ne sono milioni, diversi come foglie, rapidi come rondini, unici come gocce di pioggia». Se non si possono dare, continua ad essere bello offrirli, almeno come augurio, da leggere e guardare.

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