Il piacere di leggere / Bergamo Città
Lunedì 03 Novembre 2025
I gatti: presenze e silenzi che consolano più di mille parole
TENDENZE. Ci sono romanzi in cui i gatti non sono semplici presenze, ma custodi discreti che insegnano a rallentare il ritmo, soffermarsi sui dettagli, respirare la vita con dolcezza.
Creature che attraversano le nostre solitudini come piccole epifanie, con le code morbide, un passo lieve, silenzi che consolano più di mille parole. La narrativa giapponese contemporanea sembra aver trovato in loro un linguaggio perfetto per dire la cura, la solidarietà, la bellezza dei legami fragili.
«Un gatto per i momenti di tristezza» (Sperling & Kupfer) di Koto Takimori intreccia esistenze ferite - una madre sopraffatta dai debiti, un ragazzo che ha smesso di credere nei sentimenti - e le affida allo sguardo discreto dei gatti, compagni d’anima capaci di riportare luce dove tutto pare inaridito. Ogni incontro è una piccola rinascita, un ritorno alla possibilità di amare.
Si svolge nel suggestivo «Café Pont», luogo dall’atmosfera sospesa, «Il caffé dei gatti messaggeri» (Nord) di Nagi Shimeno, in cui solo i gatti possono consegnare le parole non dette a chi non c’è più. Il micio Fūta, voce narrante e messaggero, ricorda che la morte non interrompe i legami, li trasforma in memoria, gesto, nostalgia che accarezza. Yuta Takahashi, infine, nel suo «Da Shippo: pasti caldi e gatto ospitale» (Feltrinelli), porta i lettori nella locanda dietro un santuario di Kisarazu. È qui che la cantautrice Tsumugi, e con lei i clienti di passaggio, ritrovano nella semplicità dei piatti, nel calore umano e nella presenza silenziosa del gatto Shippo, un nuovo e speciale senso di appartenenza.
Tre romanzi delicati, che aiutano a fermarsi, ascoltare, riconoscere nell’invisibile quotidiano la tenerezza di ciò che ci tiene uniti.
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